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La tessera del tifoso e il problema trasferte

(repubblica.it – F.Bianchi) Tessera del tifoso, trasferte, norme contestate e problemi. Ci viene segnalato che per Inter-Roma, circa 100 erano i tifosi “tesserati” arrivati a San Siro da Roma e provincia, gli altri trecento erano...

Redazione

(repubblica.it – F.Bianchi) Tessera del tifoso, trasferte, norme contestate e problemi. Ci viene segnalato che per Inter-Roma, circa 100 erano i tifosi "tesserati" arrivati a San Siro da Roma e provincia, gli altri trecento erano tifosi giallorossi "non tesserati" delle altre Regioni d'Italia (Toscana, Lombardia, Liguria...). Come è possibile?

In altre partite, tesserati e non sono stati messi insieme (e l'Osservatorio sta indagando su alcune situazioni non a norma). All'inizio della stagione era stato detto che da quest'anno potevano andare in trasferta solo quelli che avevano la tessera del tifoso ma dal Viminale ci è stato spiegato che vale esclusivamente per i tifosi che non arrivano da altre Regioni.

Esempio: i romanisti di Roma o del Lazio devono essere tesserati per andare, ad esempio, a Milano. Ai romanisti di Firenze, di Torino o di Padova invece basta un biglietto nominativo. Ma allora, la domanda è questa: non era sufficiente il biglietto nominativo per tutti, senza andare a mettere in piedi un apparato mostruoso come la tessera del tifoso?

Sinceramente, c'è da rimanere perplessi, anche se, come ho scritto, non credo che la tessera del tifoso abbia svuotato gli stadi (altri sono i motivi: caro prezzi, concorrenza tv, stadi poco confortevoli, eccetera) ma certo contribuisce a scoraggiare molti tifosi, soprattutto ad andare in trasferta. Perché complicare la vita alla gente perbene? Per emarginare qualche centinaia di teppisti (c'erano, eccome) non si poteva studiare un altro sistema? Anche perché, diciamo la verità, la collaborazione fra Viminale, Leghe Calcio e club è ancora troppo debole: le società dovrebbero interessarsi di più ai loro tifosi, cosa che raramente fanno. Ed ecco così che la tessera del tifoso, almeno il primo anno, è diventata, in troppi casi, una tessera-business, che ha suscitato gli interessi delle banche. E poi, sbagliando, è diventata anche uno strumento di cui si è fatto carico solo il Viminale. E questo non è giusto. Doveva essere invece un'altra cosa nello spirito originario.

 

L'Osservatorio del Viminale, nella sua riunione settimanale, inoltre ha fatto notare "come la strategia del rigore stia pagando anche in queste prime giornate di campionato, caratterizzate da "incidenti zero", come la scorsa stagione".

Inoltre, tra i punti all'ordine del giorno, è stata analizzata "la  problematica della modifica degli artt. 8 e 9 della legge 41 del 2007. Tali norme, infatti - è spiegato nel comunicato - , prevedono i motivi ostativi al rilascio della tessera del tifoso e sul tema, l'Osservatorio, con la determinazione nr. 33 del 23 settembre 2009, si era già espresso, prospettandone la modifica e, nel contempo, fornendo un'interpretazione che limita l'esclusione dal programma tessera del tifoso solo per "le persone attualmente sottoposte a DASPO o a misura di prevenzione nonché, i condannati, anche in primo grado, per reati c. d. da stadio negli ultimi 5 anni (determinazione nr. 33/2009 del 23 settembre 2009)". E' una norma questa contestata da molti tifosi e anche da avvocati che si occupano da anni del fenomeno stadi, per passione e per professione (come Lorenzo Contucci a Roma).

Ma l'Osservatorio adesso "ha auspicato che la propria interpretazione sia al più presto presa in considerazione dagli organi competenti per un aggiornamento del testo di legge, come richiesto dalle rappresentanze dei tifosi, con le quali, la presidenza dell'Osservatorio ha già avviato una proficua collaborazione anche su altri temi". Speriamo in bene.