Firenze, 5 ottobre 2018, stazione di Santa Maria Novella. La Roma arriva in Toscana, questa una delle prime immagini di calciatori e dirigenti. Dzeko, Perotti e Pellegrini hanno le cuffie, Francesco Totti no. Il perché lo spiega lui stesso. “L’altro aspetto della modernità che trovo deleterio per lo spirito di squadra è lo smartphone col suo potere - per altri versi fantastico - di portarti in mondi lontani e isolarti in ogni momento. Compresi quelli in cui dovresti vivere una dinamica di gruppo. (...). Alla Roma mi è capitato più volte di proporre un ritorno al passato: cellulari spenti, niente cuffie, musica condivisa. Be’, non è più possibile, tutti hanno una ragione per tenere accesi i telefonini. (...). Tutte cose legittime, ma che fatalmente ti distanziano dagli altri. (...). Non puoi trattare i compagni come degli estranei, non sono colleghi di ufficio. Sono fratelli, e il risultato sarà uguale per tutti. Le emozioni individuali devono essere sincronizzate. Nel mio nuovo ruolo tornerò alla carica”.
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La solitudine dei numeri primi. L’allarme di Totti resta inascoltato
La Roma arriva a Firenze: Dzeko, Perotti e Pellegrini hanno le cuffie. L’ex capitano no. E nel suo libro dice: “Vorrei un ritorno al passato, senza auricolari e con musica condivisa. Tornerò alla carica”
Francesco Totti, pagina 286, “Un Capitano”. Il Capitano.
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