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La scucchia e la spocchia. Viaggio nelle stravaganze di Luis Enrique

(di Alessio Nardo) Progetto, rivoluzione culturale, nuova era. Concetti ormai familiari in casa Roma, col recente avvento dei proprietari bostoniani ed il completo riassetto della dirigenza.

Redazione

(di Alessio Nardo) Progetto, rivoluzione culturale, nuova era. Concetti ormai familiari in casa Roma, col recente avvento dei proprietari bostoniani ed il completo riassetto della dirigenza.

Una lunga serie di misure drastiche, adottate per spezzare il filo col passato e creare qualcosa di innovativo, originale, possibilmente vincente. Sul campo ci si è affidati ad un giovane spagnolo, ex fuoriclasse di Real Madrid e Barcellona, oggi allenatore tirocinante. Luis Enrique Martinez Garcia: l'uomo più discusso, il più chiacchierato. Certo, non un tipo banale. Personaggio fumantino, dalla personalità spiccata, talvolta eccessiva, tanto da apparire presuntuoso e tracotante. Quante ne ha combinate, da agosto ad oggi? Tante, troppe. Dalla sostituzione Totti-Okaka con lo Slovan all'esclusione di De Rossi a Bergamo. Scelte forti, ai limiti del puro autolesionismo, sempre appoggiate dai dirigenti (Baldini in primis) ma mal gradite dai tifosi, stanchi di annotare "personalismi" e "fenomenismi" in serie, peraltro mai associati a risultati positivi. Riviviamo i primi otto mesi di una gestione tecnica fin qui, dati alla mano, ampiamente fallimentare.

18 agosto, SLOVAN BRATISLAVA-ROMA 1-0 - Esordio ufficiale da tecnico romanista, preliminari d'Europa League. Luis Enrique propone dal 1' Fabio Simplicio e Stefano Okaka, estromessi un mese prima dal ritiro estivo di Riscone di Brunico. Totti e Borriello, capocannonieri della Roma della precedente stagione con 17 gol a testa, vengono lasciati in panchina a favore dello stesso Okaka e Caprari. Al centro della difesa viene preferito Cassetti ad Heinze. Il gol di Dobrotka all'81' piega i giallorossi.

25 agosto,ROMA-SLOVAN BRATISLAVA 1-1 - Totti torna titolare, è autore di una buona partita, ma al 74' (sul risultato di 1-0, a 16' dai supplementari), Luis lo toglie dal campo, inserendo Okaka e incassando i fischi dell'Olimpico. La Roma al 82' subisce il gol di Stepanovsky (errore di Cassetti, preferito di nuovo ad Heinze) ed esce dall'Europa ad agosto. Si chiude con questo schieramento offensivo: Okaka a destra, Verre centrale, Bojan a sinistra.

17 settembre, INTER-ROMA 0-0 - Luis Enrique inizia a stupire con scelte particolari e stravaganti. A San Siro il tandem di terzini, a sorpresa, è composto da Perrotta (a destra) e Taddei (a sinistra), un mediano ed un esterno di centrocampo. In panchina restano laterali puri come Rosi e, all'occorrenza, Heinze. Arriva il primo punto in campionato, l'unico risultato positivo conquistato dall'Inter di Gasperini.

5 novembre, NOVARA-ROMA 0-2 - Cassetti, disastroso sette giorni prima contro il Milan, viene riproposto titolare al centro della difesa accanto a Burdisso (Heinze in panchina). Il bresciano è in costante affanno, rimedia un cartellino giallo ma non viene sostituito a fine primo tempo, restando a rischio espulsione sino al 90'. Non giocherà più sino a Bergamo. Situazione opposta per Taddei: il brasiliano, di nuovo in campo dopo due mesi di naftalina, diventa stabilmente titolare nel ruolo di terzino sinistro.

4 dicembre, FIORENTINA-ROMA 3-0 - Osvaldo, a causa di un pugno rifilato al compagno Lamela durante il post partita di Udine (gara persa 2-0), viene escluso dal match di Firenze per motivi discplinari. Luis Enrique rispolvera titolare Cicinho (assente da agosto), nonostante un ritardo del terzino ad una seduta d'allenamento settimanale. Totti viene lasciato in panchina per 90', in corso d'opera subentrano José Angel, Greco e Simplicio. La Roma crolla e chiude in otto uomini (espulsi Juan, Gago e Bojan).

24 gennaio, JUVENTUS-ROMA 3-0 - Quarti di Coppa Italia, unica chance stagionale di alzare al cielo un trofeo. Luis Enrique non capisce l'importanza e la difficoltà del contesto (Juventus Stadium esaurito, avversario affamato e imbelvito) e torna a commettere alcuni errori grossolani dopo un periodo di risultati positivi. Vengono lasciati fuori Rosi, Juan e Borini (tra i migliori tre giorni prima nel 5-1 al Cesena) in favore dei timidi e tremolanti Kjaer, José Angel e Bojan. Com'è prevedibile, non c'è storia: la Juve asfalta la Roma in lungo e in largo. Taddei, schierato a destra, soffre terribilmente contro Estigarribia, ma Luis non cambia la marcatura per gli interi 90'.

MERCATO DI GENNAIO - La Roma dimostra chiari problemi in difesa, avrebbe bisogno di un paio di rinforzi sul mercato. Luis non è di questo parere e chiede ai dirigenti di sfoltire la rosa. Deliberati i prestiti di Borriello alla Juventus e Pizarro al Manchester City. Al cileno vengono preferiti (per scelta tecnica) Greco e Simplicio, oltre a Marquinho, semisconosciuto brasiliano proveniente dal Fluminense, unico acquisto della sessione invernale.

1 febbraio, CAGLIARI-ROMA 4-2 - Luis cambia ancora in difesa. Fuori Heinze e Taddei, titolari affidabili sul piano del rendimento, dentro di nuovo i disastrosi Kjaer e Angel. Il reparto arretrato giallorosso è un colabrodo, la Roma torna a subire quattro gol in campionato dopo un anno (l'ultima volta a Genova, giorno delle dimissioni di Ranieri).

8 febbraio,CATANIA-ROMA 1-1 - Si recuperano i 27' del 'Massimino'. L'attesa è tutta per Bojan, di nuovo in gol contro l'Inter cinque giorni prima (interrotto un digiuno di tre mesi esatti), ma il tecnico spagnolo stupisce alla grande: gioca Giammario Piscitella, 18 anni ed un totale di dieci minuti in Serie A (sempre con i nerazzurri).

26 febbraio, ATALANTA-ROMA 4-1 - Daniele De Rossi, secondo quanto riferito dai dirigenti, si presenta in ritardo di quattro minuti alla riunione tecnica prevista circa due ore prima della partita. Luis non perdona e punisce Capitan Futuro, spedendolo in tribuna. Gioca dal 1' Marquinho, fuori condizione, e la Roma collassa. Difesa imbarazzante, mediana inconsistente, attacco mal supportato. E' il pomeriggio della follia, perfetta sintesi di questi primi otto mesi di gestione Luis Enrique.