(di Daniele Scasseddu) - E adesso, mentre la Curva Nord si diverte inneggiando a Luis Enrique, come peraltro già fatto prima della partita, diventa difficile trovare qualcosa da salvare nell’ennesima giornata da dimenticare.
news as roma
La Roma sprofonda sempre più in basso : addio Champions
(di Daniele Scasseddu) – E adesso, mentre la Curva Nord si diverte inneggiando a Luis Enrique, come peraltro già fatto prima della partita, diventa difficile trovare qualcosa da salvare nell’ennesima giornata da dimenticare.
La Roma perde in casa il derby dopo una vita, regala alla Lazio la seconda stracittadina della stagione, sprofonda a meno dieci in classifica dalla squadra di Reja (una delle peggiori affrontate all’Olimpico) e dice addio ai sogni di qualificazione Champions. Oltre al danno la grande beffa di aver perso Juan per il resto della stagione con un Pjanic le cui condizioni fisica non lasciano per niente tranquilli.
IL DERBY DELLA DISFATTA -La doppietta laziale nei derby mette a nudo tutti i limiti della Roma attuale: un po'zoppa, un po' monca, un po' votata all'autolesionismo, un po' anche sfortunata ma soprattuto ancora troppo acerba per competere per qualcosa di grande. Daniele De Rossi, con la faccia e con lo sguardo un po' così, inizia a parlare del derby e straripa toccando il recente passato, spiegando il presente non proprio felicissimo e tracciando le linee guida da seguire per il futuro. «Non è solo una sconfitta contro la Lazio, ma siamo anche più lontani dal terzo posto. Anzi, è quasi un addio alle nostre ambizioni di Champions. Era già difficile prima e ora lo è ancora di più. Finora i tifosi hanno avuto tanta pazienza con noi, spero che ce la conservino sino alla fine del campionato». Se non è una resa, poco ci manca.
«La Lazio a +10? La classifica parla chiaro, hanno vinto molte più partite di noi e sono più in alto. Noi ci abbiamo provato, ma a questa Lazio, più forte e più squadra di noi, non si può concedere un uomo. Dell'arbitro non parlo, ma giocare in dieci e dover rinunciare a uno come Lamela è stato frustrante». Il bilancio, ora come ora, è magrissimo:«Essere fuori da tutto è deludente. C'è qualcosa che non va, anche se i conti si fanno a maggio. La squadra è cresciuta, ma è ancora troppo altalenante e giovane. Adesso, per fare una grande Roma, abbiamo bisogno d'esperienza. La personalità non si trova nei ragazzi della Primavera, ma nei campioni. Il Milan, ad esempio, vince con Ibrahimovic. Ora, però, non sto dicendo prendere Ibra. Il progetto, proprio perchè tale, ha bisogno di tempo per essere produttivo. Io ci credo, non è una partita che cambia i programmi o la stima in un allenatore».
LUIS NON MOLLA – Nonostante le ormai opache e ripetute prestazioni Luis Enrique, prende atto della situazione con un’amarezza scorbutica: «Non so cosa io abbia fatto per meritare questo schifo, questa m.... E’ difficile commentare una partita del genere. Siamo rimasti in dieci dopo pochi minuti, tutto quello che avevamo preparato è finito con l’espulsione di Stekelenburg. Per il resto, non ho niente da rimproverare ai ragazzi: si sono impegnati tanto e hanno avuto occasioni per pareggiare» .E’ arrabbiato con Bergonzi, come tutta la dirigenza, anche se usa toni garbati: «Non parlo mai degli arbitri e continuerò con questo atteggiamento. Non piango, è inutile. Però mi piacerebbe una volta, non dico sempre, finire un derby in undici uomini...» . Anche dopo il secondo derby perso, Luis Enrique si sente ancora supportato dalla società e dall’ambiente:«Non siamo stati inferiori alla Lazio. Né stavolta, né all’andata. Non rimarrei alla Roma se non avvertissi la fiducia di quello che mi circonda. Dirigenti, squadra, tifosi. Sono convinto di meritare di finire questa stagione per il lavoro che ho fatto».
La società è orientata a confermarlo, anche il prossimo anno, ma potrebbe essere lui a lasciare la Roma se non fosse soddisfatto dei risultati raggiunti: «Vedremo a fine campionato dove saremo. Non sono un matto e mi accorgo di quello che sta succedendo, sono io il primo responsabile della squadra. Ma mancano ancora dodici partite e io devo pensare di poterle vincere tutte. Voglio che la squadra reagisca, si rialzi subito, anche se adesso è “rotta”, e su quello mi impegnerò alla ripresa degli allenamenti. Siamo lontani dal terzo posto ma dobbiamo inseguirlo ancora».
LA SOCIETA’ STA CON LUIS -Franco Baldini torna a parlare e nel momento più difficile della stagione non abbandona Luis Enrique. «Dubbi sul presente? No, non ne abbiamo assolutamente. Siamo poco felici per la sconfitta nel derby ma orgogliosi dell'atteggiamento della squadra, del nostro allenatore, di come prepara le partite. Il piano era impostare una squadra nuova che avesse una sua identità e che potesse offrire qualche orizzonte. E questo, grazie al nostro tecnico, io lo vedo».
Una difesa, quella effettuata dal dg nei confronti di Luis Enrique, che indirettamente è anche una difesa del suo operato, essendo stato proprio lui ad aver scelto l’allenatore spagnolo, al quale imputa poco o nulla della sconfitta contro la Lazio: «In 10 era il massimo che potevamo fare. La Champions? Nessuno si aspettava che con questa rosa potessimo ambire a traguardi più grandi».
JUAN: STAGIONE FINITA -Silveira Dos Santos Juan è stato sottoposto oggi in tarda mattinata ad accertamenti strumentali (risonanza magnetica) al ginocchio destro, che hanno evidenziato una lesione di 2° grado del legamento collaterale mediale. Si prevede una prognosi di circa 45-50 giorni e il calciatore inizierà già nelle prossime ore il lavoro di fisioterapia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA