Non resta che la Coppa. E' l'Europa League l'ultimo faro della nave Roma, ormai da settimane sballottata dall'oceano in tempesta e incapace di tracciare una rotta per salvare sé stessa. Colpa di capitan Fonseca, certo, ma anche di un equipaggio non all'altezza. A deludere maggiormente i marinai più esperti Dzeko e Pedro, più interessati quest'anno ad ammutinarsi piuttosto che a guidare il resto della ciurma.
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La Roma sfida l’Ajax: Dzeko e Pedro chiamati all’esame finale
I due leader col mal di pancia guideranno nella sera più importante una squadra in difficoltà, i cui pilastri sono ignorati anche dalle Nazionali
L'ostacolo Ajax per il traballante galeone giallorosso è di quelli che spaventano. Il valore complessivo della rosa olandese è di poco inferiore a quello della Roma (348 mln contro 386 secondo Transfermarkt): la differenza è che la propria ricchezza ha scelto di costruirla in casa, piuttosto che tentare di pescarla altrove come i giallorossi.
La rosa della Roma dà molto poco alle Nazionali
Ad Amsterdam hanno da tempo abbracciato il concetto del "morto un papa se ne fa un altro". L'ultimo gioiello di casa è Gravenberch, che ha già 3 presenze nella Nazionale olandese a soli 18 anni. Altro elemento di spicco il brasiliano Neres, che a 24 anni è già in pianta stabile nella Selecao. Insomma, giovani sì, ma il pedigree c'è eccome, nonostante la squadra sia tecnicamente inferiore a quella che 3 anni fa sfiorava la finale di Champions.
Carisma e idee. Mancano e sono mancati entrambi a questa stanca Roma, che alle Nazionali regala davvero pochi protagonisti. Molti dei titolari giallorossi non vengono neppure presi in considerazione, vedi Veretout, Karsdorp e Smalling. Villar, a 23 anni, guida l'Under 21 spagnola senza mai essersi affacciato tra i convocati di Luis Enrique. Spinazzola e Pellegrini non sono nell'undici dell'Italia; Cristante, Mancini ed El Shaarawy sono più fuori che dentro dall'Europeo. E il leader della modesta Armenia Mkhitaryan giovedì non ci sarà.
Dzeko-Pedro, "leader" imbronciati e senza più fame
Pilastro della Bosnia è ancora Dzeko. Pedro è stato invece colonna portante degli ultimi successi internazionali della Spagna. Tempi lontani, visti i numeri impietosi degli ultimi mesi (4 gol complessivi per entrambi tra campionato e coppe) e soprattutto considerato che spesso sono stati loro, nel corso della stagione, a rivoltarsi nei confronti della guida tecnica.
Saranno entrambi in campo giovedì e a loro Fonseca consegnerà in mano il suo futuro e quello della stagione della Roma. Per risorgere oppure cedere, centimetro dopo centimetro. Paradosso dei paradossi, a cui può aggiungersi la sindrome da pancia piena di un attaccante declassato ed esausto e di un giocatore che, dopo 25 titoli conquistati in carriera, sembra arrivato nella Capitale a svernare più che a ritrovarsi. E che, per quei centimetri, forse non hanno più voglia di combattere.
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