“Il faut qu'une porte soit ouverte ou fermée”, direbbe Gonalons. Una porta dev’essere aperta o chiusa, e se intendiamo quella di Alisson, questo proverbio francese racconta le differenze tra l’ex Lione e Daniele De Rossi in questo primo scorcio di stagione.
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La Roma fragile di Gonalons: con lui Alisson non è più al sicuro
Quando il francese è sceso in campo, 8 gol subiti in 6 partite. Lontanissimo il rendimento di De Rossi
Nella Roma che viaggia unita e spedita in campionato e Champions League, il centrocampista di Ostia si è svestito del ruolo di “capitan futuro”, indossando quello che da sedici anni gli è stato cucito addosso e iniziando la stagione così come aveva terminato la precedente. “Ho ricominciato a sentirmi un calciatore vero”, dichiarò dopo l’Europeo con Antonio Conte, per il quale non ha mai nascosto l’ammirazione. Da quel momento, infatti, De Rossi ha vissuto una seconda giovinezza, diventando uno dei principali interpreti della stagione record da 87 punti dello Spalletti 2.0: “È l’allenatore che mi ha condizionato di più, ora vedo il calcio con i suoi occhi”, aveva dichiarato pochi giorni prima che il tecnico toscano scegliesse ufficialmente Milano come sua nuova casa.
Con Di Francesco, però, le cose non sono cambiate e il numero 16 ha contribuito a dar vita alla Roma dei clean sheet: con lui in campo i giallorossi hanno subito solamente 6 gol (i 3 con l’Inter oltre a quelli di Udinese, Napoli e Lazio) nelle undici gare in cui è partito titolare tra Serie A e Champions. Una media di 0.55 reti subite a partita, con Alisson che si è goduto la propria porta inviolata sette volte, con un asterisco di prestigio nelle notti europee con Atletico e Chelsea all’Olimpico.
Contrario il discorso per Gonalons: il francese, quarto acquisto dell’era Monchi e con la prima squadra sin dal ritiro di Pinzolo, non riesce a garantire la stessa tranquillità.
L’ex Lione è sceso in campo nell’undici iniziale sei volte (con Benevento, Qarabag, Chelsea a Londra, Crotone, Fiorentina e Atletico a Madrid): solo in due occasioni il tabellino è rimasto immacolato, e con due squadre in piena lotta retrocessione come quella di De Zerbi (allora ancora di Baroni) e di Nicola. Sono 8 quindi i gol subiti, con una media di 1.33 a partita. Un rendimento altalenante e discontinuo che gli è costato qualche critica anche dalla Francia. “Qui mi sono rimesso in gioco, e davanti a me ho un monumento come De Rossi”, ha risposto all’Equipe un mese fa.
Due volti diversi, che Di Francesco spera di rendere co-protagonisti di una Roma ‘maleducata’, che non abbia paura di chiudere la porta in faccia a nessuno.
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