Fa festa ancora la Roma. Come il 2 settembre di un anno fa (3-1) e il 17 aprile in Coppa Italia (3-2). La legge del tre colpisce anche la banda Mazzarri, tramortita in un primo tempo in cui la squadra di Garcia ha messo a nudo tutti i difetti di un’Inter che, ieri per la prima volta in stagione si è dimostrata non all’altezza della situazione.
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La Roma fa uscire fuori i limiti dell’Inter
Fa festa ancora la Roma. Come il 2 settembre di un anno fa (3-1) e il 17 aprile in Coppa Italia (3-2). La legge del tre colpisce anche la banda Mazzarri, tramortita in un primo tempo in cui la squadra di Garcia ha messo a nudo tutti i difetti di...
D’accordo, Mazzarri può giustamente recriminare per la topica confezionata in tandem dal duo Guida-Tagliavento sul rigore del raddoppio giallorosso. La Roma però, pur soffrendo il giusto (colpo di testa di Alvarez e palo centrato da Guarin) ha sempre dato l’impressione di poter far sua la gara, anche quando era in equilibrio, grazie alla differenza di qualità tra i suoi giocatori e quelli avversari. Come peraltro dimostrato dalle azioni dei gol, arrivate da pezzi di bravura dei vari Gervinho, Strootman, Florenzi, tutti guidati dalla scintillante regia di capitan Totti che, con la doppietta di ieri, è arrivato a quota 230 gol in serie A.
Per i giallorossi, settima vittoria consecutiva, a due sole dal record della Juve di Capello, in avvio di campionato. La partita di ieri, semmai ce ne fosse bisogno, ha dimostrato come questa Roma, al settimo successo in altrettante giornate di campionato, ha tutto per vincere lo scudetto anche perché, a differenza di Juventus e Napoli, può contare sul fatto di non avere impegni nelle coppe europee. Parola che evita accuratamente di pronunciare Garcia riuscito nel miracolo, dopo i disastri di Luis Enrique e Zeman, di dare un senso compiuto a un organico che già nelle ultime due stagioni era tra i più competitivi in circolazione. «Mi è piaciuto non solo lo spirito collettivo della squadra, ma anche l’aver giocato con il cuore: abbiamo fatto una partita da uomini, abbiamo lottato sempre e non abbiamo mai mollato – le parole di Garcia – Abbiamo un leader come il capitano che ha mostrato la via da seguire. Totti è un fuoriclasse, uno dei più grandi nella storia del calcio. Noi da scudetto? Manca troppo, vedremo. Ma vincere qui è sempre difficile. Abbiamo fatto molto bene cambiando qualcosa rispetto alle prime partite, mi spiace che non abbiamo tenuto di più la palla nel secondo tempo, ma arrivare al 3-0 all‘intervallo era già una buona cosa. Questa Roma è una squadra completa che può giocare col possesso e con le ripartenze».
E l’Inter? Resta la rabbia di Mazzarri, ma anche la sensazione che la squadra finora abbia veleggiato a ritmi che non sono consoni alla qualità della rosa. Un miracolo costruito dall’allenatore nelle prime sei giornate, ma ieri, nel classico braccio di ferro d’alta classifica, i centrocampisti giallorossi hanno messo a nudo tutte le rughe di Cambiasso, hanno dimostrato come Taider, a questi livelli, sia ancora destinato a faticare, e hanno mostrato come la difesa, priva del suo direttore d’orchestra naturale, quale è Campagnaro, non possa competere contro avversari di qualità. Tutti buoni motivi per cui è difficile credere che il risultato sarebbe stato diverso nel caso in cui Tagliavento avesse giudicato, come giusto, fuori area l’intervento di Pereira su Gervinho. Questo perché l’Inter, nel secondo tempo, nonostante Mazzarri abbia provveduto a inserire tutta l’artiglieria pesante con Icardi prima, Milito poi, è stata pressoché impotente di fronte alla Roma, mentre i giallorossi, con Florenzi e Gervinho hanno avuto altre due occasioni solari per trasformare in una disfatta la notte nerazzurra. sembrando, peraltro, sempre in pieno controllo del match. «Il calcio vive di episodi e ci sono delle partite in cui non ne va bene una. – le parole di Mazzarri —. A fine partita ho parlato ai ragazzi e ho detto loro che dobbiamo continuare così. È un momento in cui non ci gira bene». La sosta è più che mai benedetta.
(Tuttosport)
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