(di Matteo Luciani) David Pizarro e la Roma, una storia di alti e bassi. Proprio ieri il ds giallorosso Sabatini, durante la conferenza stampa di presentazione del portiere Stekelenburg, si è pronunciato sulla situazione del centrocampista cileno e sulle voci che lo vogliono lontano da Trigoria.
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La Roma e il Pek, cinque stagioni insieme tra successi e difficoltà
(di Matteo Luciani) David Pizarro e la Roma, una storia di alti e bassi. Proprio ieri il ds giallorosso Sabatini, durante la conferenza stampa di presentazione del portiere Stekelenburg, si è pronunciato sulla situazione del centrocampista...
"Qualcuno ha scritto che la Roma avrebbe offerto a Pizarro il cartellino. Noi non abbiamo mai fatto questa proposta. Pizarro è orgogliosamente un nostro calciatore e ritengo che rimarrà tale", queste le parole di Uolter (per dirla alla Luis Enrique) che ha provato così a chiudere un caso che inizia a diventare spinoso all’interno del mondo romanista. Il tecnico spagnolo, infatti, in molte delle dichiarazioni al termine delle amichevoli sin qui giocate dalla compagine giallorossa, ha dispensato complimenti soprattutto al Capitan Futuro Daniele De Rossi e al campione del mondo 2006, come ha tenuto a precisare spesso proprio Lucho, Simone Perrotta. Pizarro è sembrato essere estraniato da tanti complimenti e attestati di stima, ma soprattutto, a causa anche delle precarie condizioni fisiche, ancora non sembra essere riuscito a conquistare l’ex tecnico del Barcellona B.
Il matrimonio tra Pizarro e la Roma è cominciato nell’estate del 2006. Un lungo tira e molla tra la società giallorossa e l’Inter che si concluse con il trasferimento del metronomo fortemente voluto dal suo maestro calcistico, l’allora tecnico romanista Luciano Spalletti, nella Capitale in comproprietà per la cifra di 6.5 milioni di euro. Nella gara d’esordio del campionato 2006-2007, un Roma-Livorno terminato con il risultato di 2-0 in nostro favore, fece scalpore il primo, e per molti versi inspiegabile, segnale di sofferenza del cileno. Pizarro fu sostituito dopo pochi minuti trascorsi dall’inizio del secondo tempo e lasciò il campo infuriato, rifugiandosi direttamente negli spogliatoi tra lo sgomento di mister Spalletti e dei tifosi romanisti. Si disse che il Pek era nervoso dopo un anno trascorso all’ombra della Madunina più tra panchina e tribuna che in campo, e che prese quel cambio come un segnale di sfiducia proprio da colui che voleva rigenerarlo, una bocciatura giunta dopo neppure 50 minuti di gioco. In realtà, al termine della gara, il tecnico di Certaldo spiegò che voleva solo ripristinare gli equilibri che avevano condotto la Roma al record di 11 vittorie consecutive nella stagione precedente, tornando al duo tutto romano Aquilani-De Rossi davanti alla difesa. Dopo una bella lavata di testa alla ripresa degli allenamenti, la stagione di Pizarro decollò, già a partire dalla seconda giornata di campionato, Siena-Roma 1-3, in cui firmò il suo primo gol in giallorosso. Alla fine di una stagione conclusa con il trionfo in Coppa Italia proprio contro la sua ex squadra, l’Inter, la Roma riscattò il centrocampista per altri 5.75 milioni di euro. Un investimento importante che, nel primo biennio spallettiano, fu ampiamente ricambiato da prestazioni sempre oltre la sufficienza. Pizarro rappresentava infatti il fulcro del gioco romanista e in molti iniziarono ad affermare che proprio il Pek era uno dei pochi insostituibili all’interno dell’undici titolare giallorosso. Nella stagione 2007-2008 fu proprio una sua rete a decidere la sfida di andata, giocata all’Olimpico, contro il Real Madrid valida per gli ottavi di finale di Champions’ League. Al termine di quell’annata tornarono, però, i tormenti per Pizarro. Nell’ultima stagione spallettiana, infatti, il cileno fu costretto a saltare diverse gare per i problemi al ginocchio che continua a portarsi dietro ancora oggi. Resta impressa nella mente dei sostenitori giallorossi, ad esempio, la gara di ritorno degli ottavi della massima competizione continentale contro l’Arsenal, in cui una Roma decimata si schierò, dopo l’uscita dal campo di Juan a pochi minuti dal fischio d’inizio, con la coppia centrale di difesa Riise-Diamoutene e in cui Pizarro uscì in barella dal campo diverse volte per poi tornare, stringendo i denti, sul terreno di gioco per completare la sfida.
La stagione 2008-2009 inizia con le dimissioni del mentore di Pizarro. Spalletti lascia infatti la panchina della Roma e arriva al suo posto mister Ranieri, deciso a stravolgere gli equilibri tattici giallorossi, come confermò nella sua conferenza stampa di presentazione, in favore di una squadra più pragmatica e cattiva. Questa prima annata, trionfale per la Roma che perse il tricolore, dopo una fantastica rincorsa, nella maledetta notte del 25 aprile contro la Sampdoria degli ex Del Neri e Cassano, trascorse senza problemi tra il Pek e Ranieri, il quale, anzi, riconosceva frequentemente l’importanza di un giocatore con le qualità del cileno all’interno del suo scacchiere. Nella stagione scorsa, invece, deflagra il vero e proprio caso-Pizarro. Il cileno lamenta problemi continui al solito ginocchio malandato e alla schiena, così alla fine del 2010 gli viene concesso, da allenatore e società, di potersi curare nel proprio paese.Sembra essere l’inizio della fine, il risultato è un rinvio dietro l’altro del ritorno a Trigoria e, ovviamente, le voci di rottura con il tecnico di San Saba diventano sempre più concrete fino all’ammissione dello stesso allenatore. Sarà proprio Ranieri infatti ad affermare l’esistenza di screzi con il cileno che “non mi ha mai guardato negli occhi”.
Dopo la burrasca con Ranieri, però, per Pizarro sembra poter tornare a splendere il sole. L’allenatore rassegna le sue dimissioni dopo la rocambolesca sconfita per 4-3 a Marassi contro il Genoa e, al suo posto, viene chiamato Top Gun, Vincenzo Montella. L’ex numero nove giallorosso ripristina il 4-2-3-1 di spallettiana memoria e dichiara che Pizarro è fondamentale per il tipo di gioco che ha in mente. Non è un caso che Pizarro torni in campo, dopo mesi di stop, proprio nella prima partita della, breve, gestione-Montella, Bologna-Roma 0-1.Seppur non al meglio, Pizarro sembra comunque in grado di offrire le garanzie che gli richiede il tecnico, ma è il rapporto con i tifosi ad essersi incrinato. Non gli viene perdonata la sua prolungata assenza in Cile riconducibile, secondo molti, più ai rapporti logori con Ranieri che a sofferenze fisiche varie, in un momento in cui la squadra aveva bisogno di lui. Pizarro viene infatti fischiato quando è costretto ad uscire in barella, durante Roma-Parma, per il riacutizzarsi dei soliti problemi al ginocchio e l’addio a fine stagione sembra diventare una possibilità sempre più concreta.
Alla fine Pizarro rimane, invece, a Roma e sposa il progetto Luis Enrique, almeno inizialmente. Le voci degli ultimi giorni, infatti, parlano di un cileno che non gradirebbe il ruolo per lui ritagliato dal tecnico asturiano, quella posizone da mezzala nel centrocampo a tre che ha in mente lo spagnolo e che il Pek sembra non digerire. Da qui la fuga di notizie, con la Roma che avrebbe offerto il cartellino a Pizarro per liberarsi di un muso lungo e la susseguente smentita di Sabatini. Una smentita che non sa di blindatura, con quel “ritengo che rimarrà tale” che è sembrato essere piuttosto un messaggio ai naviganti, e non solo al cileno: chi vuole può andare. A conferma di quanto affermato solo pochi giorni fa da Luis Enrique dopo la partenza di Vucinic: “Voglio solo gente motivata”. La questione sembra ancora irrisolta dunque, e chissà che non possa essere proprio il diretto interessato a chiarire, magari una volta per tutte, se si sente effettivamente parte integrante di questo nuovo progetto o se, dopo 5 anni di Roma, pensa che sia giunta l’ora di cambiare aria, anticipando magari quel ritorno in Cile già programmato per il 2013.
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