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La nuova vita di Cristante: fiducia e duttilità, ora per Fonseca è l’uomo in più. E quel no all’addio…

LaPresse

Il centrocampista è rimasto a Roma per dimostrare quanto vale nonostante avesse offerte da Germania e Spagna e la sua scelta si sta rivelando quella giusta

Valerio Salviani

"Ha cambiato il match, è stato decisivo". Paulo Fonseca ha sempre creduto in Bryan Cristante e adesso che il numero 4 riesce a far vedere con continuità le sue qualità in campo, non ci pensa due volte a elogiarlo davanti alle telecamere. Contro l'Inter è entrato al posto di un Veretout, che era sfinito, e ha ridato forza ai giallorossi che anche grazie a lui hanno costruito la rete del pareggio. Una scena già vista contro la Sampdoria, quando ha dato il via all'azione del gol vittoria segnato da Dzeko. Dopo due stagioni difficili in giallorosso, adesso il pupillo di Daniele De Rossi sembra aver trovato la sua dimensione. Che non è ancora quella che sperava Monchi quando l'ha preso dall'Atalanta, ma dopo le difficoltà sembra finalmente a un buon punto di partenza.

Cristante sembra rinato: in estate ha detto no all'addio

Con i giallorossi ha un contratto fino al 2024 e non ci pensa ad andare via. Presto la sua compagna Selene lo farà diventare padre di due gemelle. Nasceranno a Roma, una città di cui lui e la sua famiglia sono innamorati (la sorella viene spesso a trovarlo). In estate ha avuto l'occasione di ricominciare altrove con offerte importanti da Germania e Spagna, ma non ha voluto prendere in considerazione l'idea di mollare. Troppo forte la voglia di dimostrare a tutti che sul suo conto si sono sbagliati. Mancini e Spinazzola, quasi due fratelli, gli sono stati sempre vicino e lui è stato bravo a mettersi a disposizione. "Giocare da difensore? Preferisco stare più avanti, ma faccio quello che chiede l'allenatore" aveva detto. E l'ha fatto bene, tanto che per Fonseca continua ad essere un alternativa ai titolari sia in difesa che in mediana. Ora Villar gli ha rubato la scena, ma l'obiettivo è quello di tornare titolare. Ci proverà senza alzare la voce, ma guidando da leader i compagni.

Capitano con merito e quel ruolo da "sesto uomo" che lo esalta

Nella Roma adesso Cristante è quello che nel basket chiamano "sesto uomo". Un titolare che parte dalla panchina, ma che entra quando la squadra ne ha più bisogno. È cresciuto mentalmente, come dimostrato dalla capacità di calarsi nei match con la giusta concentrazione. E questa attitudine gli è valsa anche la fascia di capitano. Dopo Dzeko e Pellegrini c'è lui. Un'investitura voluta da Fonseca e su cui nessuno ha battuto ciglio. Tutti a Trigoria sanno quanto vale, ora tocca a lui continuare a dimostrarlo.