(di Roberto Renga - RadioRadioBlog) Bella partita, no? E il pareggio piace sia alla Roma che alla Juve, che lascia a zero le sconfitte. Ci sono state altre sorprese da parte di Luis Enrique, ma ormai appartengono al passato.
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La nuova Roma è la vecchia Roma
(di Roberto Renga – RadioRadioBlog) Bella partita, no? E il pareggio piace sia alla Roma che alla Juve, che lascia a zero le sconfitte. Ci sono state altre sorprese da parte di Luis Enrique, ma ormai appartengono al passato.
Di questa partita ricorderemo l’intensità delle due squadre; le occasioni da gol; le distrazioni difensive (scontate quelle della Roma per via delle assenze); il rigore parato da Buffon a Totti; la sceneggiata di Osvaldo, agitatissimo per essere stato sostituito da Borriello a cinque minuti dalla fine; il gioco in verticale dei giallorossi che mai, dico mai, hanno fatto possesso palla; la bella, generosa prova della Roma tutta e in particolare della vecchia Roma, che ci è stata tolta dall’inizio dell’anno e senza giustificazione. Nell’insieme, e contro una Juventus che ha dimostrato di meritare il primato, la Roma migliore della stagione. Che questa prestazione sia arrivata nella notte più complicata non deve suonare strano: questo è il calcio, signori. Non è fatto solo di tecnica o di allenamenti settimanali. Quando l’ostacolo è alto e non sembrano esserci forze sufficienti viene fuori la qualità morale dei singoli.
E questi sono giocatori veri e uomini a posto. Ci facevano ridere (o piangere) le accuse rivolte in precedenza ai romanisti: sembrava quasi che giocassero contro l’allenatore. Niente di più falso: non ne sarebbero mai capaci. Non lo capivano, tutto qui. Non sappiamo ancora come siano andate le cose questa volta. Se abbiano deciso da soli di verticalizzare e di replicare con agonismo all’agonismo degli avversari o se hanno risposto agli ordini dell’allenatore e se quest’ultimo ha seguito i consigli di Baldini, che ora gli vive accanto. Fatto è che tutti hanno dato il massimo, che si è rivista una squadra vera e grazie a uomini e atteggiamenti tattici in precedenza snobbati.
Taddei è stato straordinario, come De Rossi da stopper e Heinze accanto a lui. Totti ha fatto la punta, il terzino e il centrocampista. Greco ha giocato per due. Simplicio, Perrotta e Borriello ci sono parsi quelli di una volta. Viviani, all’esordio e dopo tre mesi di vacanza primaverile, ha fatto cose buone e cose meno buone. Il ragazzo c’è e lo vedremo protagonista, se non lo nasconderanno un’altra volta. Accanto ai cosiddetti senatori hanno fatto discreta figura anche i nuovi, in particolare, direi, Pjanic, in marcatura su Pirlo: altra cosa poco spagnoleggiante.
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