(di Tommaso Gregorio Cavallaro) Niente di nuovo sul fronte occidentale, qualche grattacapo su quello meridionale. Questo – parafrasando il titolo del famosissimo romanzo di E.M. Remarque ambientato durante la Grande Guerra – è ciò che stanno pensando dalle parti di Piazza Cordusio.
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Di Benedetto&Co corrono sempre più veloce verso la Roma
(di Tommaso Gregorio Cavallaro) Niente di nuovo sul fronte occidentale, qualche grattacapo su quello meridionale. Questo – parafrasando il titolo del famosissimo romanzo di E.M. Remarque ambientato durante la Grande Guerra – è ciò che stanno...
Mentre infatti venti di rivoluzione spirano sulla Libia di Gheddafi, paese la cui banca centrale e il fondo di investimento sovrano detiene il 7% di Unicredit, dall’altra parte dell’Atlantico quattro munifici signori stanno continuando alacremente il loro lavoro – in collaborazione con l’istituto di Credito milanese – per diventare i padroni della Roma.
La Di Benedetto Band, secondo quanto risulta a ForzaRoma.infoda fonti bancarie, non sarebbe stata scalfita minimamente né dalla contestazione – condita da fumogeni e petardi – né dalle vicissitudini tecniche e di risultati, che hanno portato Vincenzo Montella sulla panchina giallorossa al posto del dimissionario Ranieri, anzi vorrebbe velocizzare i tempi dell’affare; tanta è la voglia dei Fantastici Quattro di prendere possesso dello scranno romanista. Di tutto quello che sta succedendo nel mondo Roma, gli americani ne sono informati grazie ai buoni uffici sia dell’advisor Rothschild sia della Banca. Istituto di Credito che nega di avere chiesto le dimissioni della Sensi per mettervi al suo posto – in qualità di traghettatore fino all’approdo nell’Urbe delle navi a Stelle e Strisce – Giampaolo Montali, che però potrebbe essere investito di maggiori poteri in queto periodo di transizione. Sempre secondo quanto appreso dalla nostra redazione, per Unicredit non avrebbe alcun senso cambiare la guida societaria della Roma in questo momento anche perché la cosa non è menzionata negli accordi del luglio 2010, con cui in pratica si diede il via alla vendita della Roma. Rosella Sensi – il cui unico cruccio sarebbe il prezzo troppo basso pattuito tra la banca e gli americani per la cessione della Roma – non sta frapponendo nessun ostacolo al buon esito della trattativa, ma si sta attenendo a quanto scritto sulle carte firmate da lei e la Banca.
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