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La corsa continua. Nel segno del Re

(di Mirko Porcari) – Corsa per il quarto posto, la Roma c’è. O meglio, Totti c’è. Proprietà transitiva da uomo a squadra: il numero 10, oggi più che mai, è la Roma ed è grazie a lui che, a tre giornate dalla fine, si...

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(di Mirko Porcari) - Corsa per il quarto posto, la Roma c'è. O meglio, Totti c'è. Proprietà transitiva da uomo a squadra: il numero 10, oggi più che mai, è la Roma ed è grazie a lui che, a tre giornate dalla fine, si possono ancora nutrire speranze di Champions.

 

Solo contro tutti, ieri sera ha preso per mano (ed è l'ennesima volta in quasi venti anni di carriera romanista) una squadra svogliata: caricandola sulle proprie spalle è riuscito a superare il record di gol di Roberto Baggio, mettendo il punto esclamativo su una vittoria fatta più di ombre che di luci.

CELEBRAZIONE - Difficile scegliere quale sia il più bello: 206 gol in Serie A sono tanti, troppi se si vuole sfogliare la margherita della celebrazione. Maglietta e pantaloncini, a regalare emozioni da una vita: Totti è la semplicità nell'essere campione ( anche Prandelli, CT dell'Italia, non ha potuto esimersi dal constatare la sua grandezza) , preoccupato più del nulla intorno a lui che a festeggiare un traguardo storico, riservato a pochi predestinati. "Con quel rigore sbagliato potevo compromettere la nostra stagione e la rincorsa al quarto posto". Eh, si, proprio così...Nella penuria di idee e orgoglio che ormai fa compagnia alla Roma da un'intera stagione, ci sarebbe stato sicuramente chi avrebbe additato il capitano come il capro espiatorio di un fallito aggancio all'Europa che conta. Roba da matti...E invece eccoci qui a celebrare un'altra conquista ( "una pietra miliare per il calcio italiano" l'ha definita Gianni Alemanno): intramontabile la voglia di far spellare le mani agli spettatori, una punizione da giocoliere ed un rigore da cecchino, tutte cose viste e riviste in un repertorio inesauribile."Totti è un grande campione, lui e Baggio hanno tirato molti più rigori di me ed io sono ancora avanti..." Ride Josè Altafini: la paura di cadere sotto i colpi del "Re di Roma" lo porta ad esorcizzare uno "spettro" che ormai sente vicinissimo (206 Totti, 216 il brasiliano). Nella giostra dei complimenti, non poteva mancare il contirbuto di Carletto Mazzone, uno che Totti lo guarda con gli occhi di un secondo padre: "Francesco è uno che ha lottato contro tutto e tutti, sono contento per lui". Elogi anche da Montali: mentre l'aria a Trigoria non si sa da che parte tiri, il plenipotenziario dirigente non nasconde la crescente ammirazione per il suo capitano... Stanno cambiando i tempi...

 

CORSA - Sarebbe meglio dire rincorsa: ieri la Roma non è riscita ad imporre la propria superiorità, una costante in un anno costellato di prove d'appello quasi sempre fallite. La squadra corre poco, quando lo fa spesso è senza un criterio ben preciso ( il gesto di De Rossi è uno dei segnali della mancanza di lucidità del collettivo) , segnali che non possono essere imputati solo alla preparazione estiva. Manca la voglia, diciamocela tutta: se non erano servite le allarmanti prestazioni contro Palermo e Inter, quella del San Nicola ha scoperchiato un pentolone fatto di giocatori sempre più spaesati, legati dal colore della maglia più che da un'idea di squadra...

C'è il Milan sabato, mentre i rossoneri si accontenterebbero volentieri di un pareggio ("basterebbe quello, speriamo che all'Olimpico sia decisiva" auspica Clarence Seedorf) che vorrebbe dire scudetto, i giallorossi sono costretti a vincere per sperare in un sorpasso ai danni della Lazio: la squadra di Allegri verrà seguita da molti tifosi provenienti dalla Lombardia ( a proposito, dopo un'attenta analisi sia il Viminale che il Casms sono rinsaviti: i supporters della Roma hanno il semaforo verde per assistere al ritorno di Coppa Italia contro l'Inter a San Siro, la palla adesso passa ai giocatori...) e la prospettiva di vedere una festa proprio in casa nostra non è la cosa migliore che si possa immaginare; "Continuamo a lottare per il quarto posto" la promessa è di John Aarne Riise ed almeno con il pensiero gli sono vicini tutti i compagni: facendo una rapida riflessione, è palese che presentandosi in campo con lo stesso atteggiamento tenuto ieri sera equivarrebbe ad una resa anticipata, quindi ci si aspetta una prova d'orgoglio che faccia ricredere anche i più scettici. Continuiamo a sperare...

 

MERCATO - Tante voci e poca concretezza, da qui all'estate sarà un crescendo di indiscrezioni e desideri: la società si muove nell'ombra, la necessità di recuperare il tempo perduto in fase di mercato inizia a farsi sempre più pressante. La questione principale è senza dubbio l'allenatore: Carlo Ancelotti continua nell'altalena tra la riconferma e l'addio, se non dovesse rinnovare l'accordo con il Chelsea sembra essere pronto il Manchester City in un valzer di tecnici tutto italiano. Mentre si rispolvera l'ipotesi Walter Mazzarri, prende sempre più quota Vincenzo Montella: l'aereoplanino è ben visto dallo spogliatoio ed azzardare una sua riconferma è tutt'altro che fantascienza. Il parco giocatori, invece, vive di ripetuti cambi di scena: i nomi, in verità sono sempre gli stessi, sia nei papabili partenti che nei ventilati acquisti. Jeremy Menez è l'indiziato numero uno per un addio: prima si parla di Francia, poi di Spagna, infine di Inghilterra. Tutti lo vorrebbero ma, come sempre, c'è veramente poco di sicuro. Passo indietro per Mirko Vucinic: a gennaio la richiesta di cessione, poi un rapporto con i tifosi che ha iniziato a scricchiolare, infine un ripensamento con possibile permanenza, c'è tutto per una telenovela che occupi tutta l'estate, in puro "stile Roma". Continuano, a quanto pare, i contatti a distanza con Rolando, difensore portoghese in forza al Porto: per molti addetti ai lavori sarà lui l'erede di Mexes, mentre si fa più difficile la strada per arrivare a Pastore ("per lui nessuna offerta" ha detto Zamparini)