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La ciclicità dei gironi di Mou: superficialità e carattere i problemi principali

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Con lo Special One i gironi europei hanno sempre suscitato più di qualche rammarico. Dal ghiaccio di Bodo al gelo di Ginevra passando per la sconfitta contro il Ludogorets. La differenza la fanno i ko in trasferta
Marco Di Cola
Marco Di Cola Collaboratore 

In casa Roma sono tornati di prepotenza i fantasmi del passato. Dopo il deludente pareggio contro il Servette, Mourinho si è lasciato andare ad un lungo sfogo nel post partita sottolineando (tra le tante cose), anche lo scarso e ripetuto atteggiamento dei suoi nei primi minuti del secondo tempo. "Peccato che non avete una camera nello spogliatoio all'intervallo perché martello sempre i giocatori sull’entrare bene nella ripresa contro una squadra che perde 1-0 in casa. All’inizio del secondo tempo era logico l'atteggiamento dell’avversario ma noi siamo superficiali nell'interpretare questi momenti della partita". Queste le parole dello Special One che trovano ampio riscontro anche nei numeri. La Roma infatti ha subito 6 dei 19 gol stagionali nei primi 15 minuti della ripresa (circa il 32%). Quello di Candreva all'esordio con la Salernitana, di Leao alla terza giornata (errore in marcatura di Celik), di Tovar all'andata contro lo Sheriff, di Jurecka al ritorno contro lo Slavia, di Thauvin contro l'Udinese nell'ultima di campionato e ieri con il Servette. Un dato piuttosto allarmante ma non l'unico a supportare la tesi del portoghese. Il dislivello non solo di risultati ma anche di prestazioni tra i match all'Olimpico e quelli in trasferta è da testacoda. I giallorossi infatti in casa (quindi nella loro comfort zone) viaggiano ad una media di quasi 2.3 punti a partita (16 totali) che li rendono di fatto secondi in questa speciale classifica ad una lunghezza di distanza dalla Juventus (17). Fuori invece i punti raccolti sono appena 5 in 6 partite giocate. Una media di 0.83 che fanno della Roma la 14esima in campionato per rendimento esterno. Peggio hanno fatto solo Lecce, Genoa, Verona, Frosinone, Salernitana e Cagliari.

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Con Mourinho gironi d'inferno

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In estate quasi tutti (o quasi) avevano gioito dopo gli accoppiamenti fatti dall'urna di Nyon. Slavia Praga, Servette e Sheriff, non sembravano ostacoli così insormontabili e invece le difficoltà della Roma sono state molte, soprattutto e come sempre in trasferta. Il passaggio del turno da prima del girone è ormai divenuta quasi un'utopia, si dovrebbe sperare nel miracolo, cosa accaduta nel primo anno di Mourinho nella Capitale. I giallorossi infatti chiusero il girone di Conference League in testa al gruppo C ma solo grazie ad un clamoroso pareggio esterno del Bodo/Glimtcontro lo Zorya. Nella passata stagione un epilogo simile con l'ultima vittoria contro il Ludogorets in casa decisiva per il passaggio del turno da seconda. In quel caso una doppietta di Pellegrini dal dischetto, una rete di Zaniolo nel finale ma soprattutto un gol annullato ai bulgari, evitarono a Mourinho la retrocessione. Tutte situazioni nate a causa dello scarso rendimento esterno. Al primo anno il famigerato 6-1 contro il Bodo in quella che il portoghese ha definito "la serata peggiore della mia carriera". Poi nella passata stagione, a pesare era il ko sul campo del Ludogorets alla prima giornata del girone. I numeri non sono confortanti soprattutto perché sembrano ripetersi con una certa ciclicità ma quel che può far ben sperare i tifosi e Mourinho stesso, è che in entrambe le occasioni la Roma è riuscita ad arrivare in fondo alla competizione anche se con esiti ben diversi.

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