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BARCELONA, SPAIN - APRIL 18: Marash Kumbulla of RCD Espanyol celebrates scoring his team's first goal during the LaLiga match between RCD Espanyol de Barcelona and Getafe CF at RCDE Stadium on April 18, 2025 in Barcelona, Spain. (Photo by Alex Caparros/Getty Images)
Marash Kumbulla in Spagna si trova bene. In Catalogna Marash a 25 anni si è ritrovato e la Roma ritrova un giocatore che sarà utile: sul mercato, in caso di vendita, o in campo, qualora dovesse restare. Il difensore albanese, ancora di proprietà del club giallorosso, ha rilasciato un'intervista a Gazzetta.it spiegando la sua situazione
Partiamo da lì, dal futuro, anche se non c’è molto da dire.
“Infatti. L’unica certezza è il ritorno alla Roma visto che il prestito all’Espanyol è secco. Poi si vedrà, al momento non c’è nemmeno l’allenatore…”.
In questi mesi la Roma si è fatta sentire?
“Eccome. Federico Balzaretti mi chiama sempre, è anche venuto qui a vedermi qualche volta. Il rapporto con la società è ottimo. Poi è chiaro, tutto dipende dal tecnico. Però ci sarà tempo, ora non ci penso tanto, la cosa importante è che io abbia trovato continuità, sto bene fisicamente e ho giocato tanto”.
Altri contatti con la Roma?
“Sono nella chat del Fantacalcio con alcuni compagni, e li ogni tanto chiedo informazioni ma con discrezione. E soprattutto gli faccio i complimenti e li appoggio da tifoso. Peccato per la sconfitta di Bergamo, ma che girone di ritorno che hanno fatto? Incredibile!”.
Chi si prende il quarto posto?
“Io tifo Roma, però è una battaglia tremenda, durissima. Sinceramente non saprei”.
E lo scudetto?
“Continuo a dire Napoli, nonostante il pari col Genoa. Hanno un vantaggio importante e due partite sulla carta abbordabili con Parma e Cagliari, non penso che se lo facciano scappare”.
Torniamo indietro, il 17 agosto 2024 l’Espanyol annuncia il suo arrivo.
“Tutto cotto e mangiato molto rapidamente. È arrivata l’offerta, mi è piaciuta e sono partito senza pensarci su troppo. Volevo solo giocare e qui sembrava possibile. Ed è stato così: il 24 già in campo da titolare. Quattro partite con l’Espanyol, due di Nations League con l’Albania, e via così. Prima panchina a novembre, e sono entrato nella ripresa. In un crescendo bestiale di feeling coi compagni e la tifoseria. Non potevo chiedere di più”.
Sensazioni?
“Eccezionali. Nella stagione 22-23 con la Roma ho giocato poco, e a fine aprile mi sono rotto il crociato. Fuori fino a febbraio, giusto qualche partita a Sassuolo. Improvvisamente, qui sono sempre in campo, con piacere e profitto. Non avevo mai giocato così tanto, ed è bellissimo”.
Tanti anni in Serie A, il primo in Liga.
“Fuori dal campo non ci sono grandi differenze: la vita è molto simile visto che culturalmente Italia e Spagna sono Paesi molto vicini. Sul campo si è diverso: qui c’è molta meno tattica e ci sono molti più giocatori di qualità nella fascia diciamo di livello medio. E poi tra Real Madrid e Barcellona hanno dei fuoriclasse incredibili”.
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