Koné un tuono. Formula forse un po' inflazionata, di certo dopo la sua prima da titolare contro il Genoa in cui ha mostrato quanto aveva avuto ragione De Rossi a chiederlo in maniera così insistente. Ma che è perfettamente applicabile alla partita mostruosa giocata ieri dal centrocampista della Roma a San Siro, dominatore totale del match vinto dalla sua Francia contro l'Italia. Un 3-1 che è costato agli Azzurri il primo posto del girone di Nations League. Il tuono Koné si è abbattuto su Spalletti, arando il campo avanti e indietro, in ogni zona di sua competenza, a catturare tutti i palloni vacanti, incerti, le seconde palle, pulire tutti i possessi per ricominciare a costruire. Ha in pratica annullato il centrocampo dell'Italia. Ranieri osserva e sorride, come tutti i tifosi della Roma che sanno di avere un potenziale top player in rosa, preso a meno di 20 milioni. Ma che va sicuramente impiegato nel modo giusto. Ieri sera Koné è stato secondo anche per precisione passaggi (94%), dietro solo a Nkunku, terzo per tocchi totali (72), secondo per rating generale (7.07) alle spalle di Rabiot e Digne che hanno 'goduto' di assist e gol.
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Koné, prove di dominio: così Ranieri può costruire la Roma sul suo nuovo Kanté
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—Una prestazione completa, che però va riportata ora pure in maglia Roma. Lo schieramento della Francia gli ha permesso di essere libero per il campo, pur rimanendo nell'area di centrocampo e fermandosi sostanzialmente alla trequarti, senza mai lasciare scoperta la squadra. Aveva compiti precisi sì, ma con licenza di correre e rubare palloni posizionandosi dove c'era più bisogno, dimostrando pure di saper trattare e gestire il pallone, oltre ad avere intelligenza e sagacia tattica. Alla Roma è un tipo di prestazione che non si è ancora vista. In giallorosso non ha avuto una porzione di campo specifica a cui dedicarsi, ha sempre vagato troppo per il campo senza meta, spesso anche in area di rigore. A volte è sembrato addirittura egoista, troppo attaccato al pallone, mentre in nazionale gioca molto più di squadra senza la necessità di spingersi anche oltre. Può fare il box-to-box, ma nel centrocampo a tre schierato da Deschamps ha dato il meglio, da mediano, senza doversi abbassare neanche più di tanto. Cosa che ha fatto insieme a Guendouzi, alternandosi, mentre Rabiot aveva più licenza di proiettarsi in avanti, sfruttando anche gli esterni d'attacco. Una soluzione da cui Ranieri può prendere spunto, per valorizzare al massimo un giocatore giovane che si è preso la maglia da titolare di una squadra come la Francia.
Il centrocampo a tre è già insito nel 3-5-2, con Cristante e Pellegrini ai suoi lati che si alternano negli inserimenti, un po' a fare il Guendouzi e il Rabiot. Con caratteristiche diverse, ovvio. Un ruolo da mezzala che entrambi hanno già ricoperto con ottimi risultati (il primo nell'Atalanta). E anche in caso di ingresso in campo di Pisilli, il senso non cambierebbe. Allo stesso modo è Koné a poter ricoprire quel ruolo da interno, con Cristante o Paredes in cabina di regia. Comunque, con un blocco difensivo più basso e solido, la squadra sarebbe più coperta e Koné avrebbe più libertà, o al contrario sarebbe più disciplinato. Ieri il 2000 ex Gladbach ha giocato al posto di Kanté, proprio il giocatore esploso (nel 4-4-2 in coppia con Drinkwater) nell'anno del leggendario scudetto del Leicester sotto la guida di Ranieri nel 2015/16. E che poi ha fatto la carriera che tutti sanno. Un passaggio di consegne ideale arrivato ieri in nazionale, ma che magari può materializzarsi anche da Leicester alla capitale a quasi dieci anni di distanza. Il tecnico della Roma può costruire il centrocampo attorno all'ex Gladbach, nel 3-5-2 oppure nel 4-3-3 che consentirebbe l'inserimento di Soulé da esterno a destra, soprattutto quando Dybala ha bisogno di riposare. E succederà. Anche perché l'ex Frosinone con un centrocampo a cinque o anche col 4-4-2 (modulo in cui Koné può giocare, ma fino ad ora non ha dato il meglio) rischierebbe di essere penalizzato pesantemente. Intanto i tifosi giallorossi si sono esaltati per il dominio totale sfoderato ieri da Koné, ad ora unica vera garanzia e speranza di rinascita che spetterà a Ranieri concretizzare, portandola a tutta una Roma calcisticamente moribonda.
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