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Kone: in Francia è inamovibile, ma a Roma deve ancora convincere Juric

Kone: in Francia è inamovibile, ma a Roma deve ancora convincere Juric - immagine 1
E mentre ieri sera molti italiani erano concentrati sul 4-1 degli Azzurri, a 1200 km da Udine, allo Stade Roi-Bauduin di Bruxelles, Manu è stato protagonista nel centrocampo della nazionale più forte del mondo
Redazione

Emmanuel Kouadio Kone. Un nome che per i romanisti è già familiare e che in Francia stanno iniziando a conoscere, anche in un centrocampo che vanta Eduardo Camavinga e Aurélien Tchouaméni. E mentre ieri sera molti italiani erano concentrati sul 4-1 degli Azzurri, a 1200 km da Udine, allo Stade Roi-Bauduin di Bruxelles, Manu è stato protagonista - ancora una volta per 90' - nel centrocampo della nazionale più forte del mondo.

Qualità e quantità

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È vero, sulla prima forse c'è ancora da lavorare (se avesse tirato qualche centimetro più a sinistra la Roma sarebbe uscita con 3 punti anche da Monza), ma sulla seconda non c'è praticamente discussione: Manu è ovunque. Sia con i Bleus che con la Roma. Ieri sera, contro il Belgio, l'ex Gladbach ha giocato come mezzala destra in un centrocampo a 3, con i giallorossi viene quasi sempre schierato come mediano accanto a Cristante in una linea a 2 e lo scorso 9 settembre - sempre contro la nazionale di Tedesco - ha diretto un centrocampo a 3 in mezzo a Kante e Guendouzi. Non importa dove venga schierato, Manu sa sempre cosa fare. Fisicità, recupero palla, dribbling e conduzione: anche la prestazione di ieri - dove è rimasto solo accanto a Camavinga, contro un Belgio che cercava il pareggio in 11 contro 10 - è stata magistrale.

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Nel primo tempo ha avuto più libertà come mezzala (come testimonia anche la sua heatmap) e nel secondo è stato sempre perfetto nel fermare le incursioni dei Red Devils. Cinquantacinque tocchi (più di tutti se escludiamo Tchouaméni e i due centrali), 4 falli subiti, 9 duelli vinti su 13 e 0 dribbling subiti (oltre ad un gol annullato per un tocco di mano di Kolo Muani). Statistiche impressionanti, in linea con quelle delle altre partite con Deschamps dove ha sempre dimostrato di essere già al livello di quelli che vengono considerati dei fuoriclasse.

Top player o giovane di belle speranze?

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Se in Francia Deschamps lo considera già un punto fermo da poter schierare titolare accanto a due centrocampisti del Real Madrid, a Roma la storia è un po' diversa, dato che per Ivan Juric è ancora un 'giovane di belle speranze' come Niccolò Pisilli. Uno che deve ancora esplodere e conquistarsi il posto. Manu è un classe 2001, ha 23 anni e può sicuramente migliorare, ma viste le prestazioni la sua titolarità non dovrebbe nemmeno essere in discussione. Contro Athletic Bilbao e Monza è stato sicuramente tra i migliori in campo, giocando da centrocampista di inserimento accanto a un mediano come Cristante, ma forse avrebbe bisogno di qualcun altro più dinamico - come Le Fée o Pisilli -  per esprimere al massimo le sue qualità da metronomo. Per ora, assieme a Dovbyk, è l'unico acquisto azzeccato dell'era Ghisolfi e posizionarlo nella categoria "giovani" non è forse la scelta migliore dato che Manu è già un top player.

Federico Liuti