Punizione dai venticinque metri, traiettoria ad aggirare la barriera e pallone in rete. Poi l'esultanza. L'esplosione di Kolarov dopo il gol che ha regalato la vittoria della Roma a Torino è un mix tra adrenalina e passione. Una corsa a pugni stretti e muscoli in tensione verso la panchinagiallorossa, per festeggiare soprattutto con FrancescoTomei, il vice di Di Francesco. Sommerso dagli abbracci del serbo e dei compagni di squadra, a certificare l'unità del gruppo e la volontà di credere nel progetto e nei suoi obiettivi.
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Kolarov segna e abbraccia Tomei: ecco come nasce il feeling con il secondo di DiFra
Il serbo spesso a fine allenamento rimane in campo per provare le punizioni: con lui anche il vice allenatore, ben voluto da tutta la squadra
Ma c'è anche un'altra storia per l'esultanza del terzino ex City. Molte volte Kolarov a fine allenamento resta in campo a provare le punizioni, ad affinare le traiettorie e studiare le diverse posizioni da cui tirare. Lui, le sagome della barriera e un uomo che lo osserva, lo consiglia, lo incoraggia. Tomei spesso è in campo con lui, per non lasciarlo solo in balia di un pallone che sa essere a volte anche scoraggiante, a qualsiasi età lo si calci. E lui lo sa bene: prima della giacca e la cravatta Tomei ha indossato maglia e pantaloncini da giocatore. Terzino sinistro dalla grande forza fisica, ma anche difensore centrale, proprio come Kolarov. Un brutto infortunio lo ha fermato nel momento migliore della sua carriera, poi proseguita tra serie B e C. Il “russo” veniva soprannominato, perché parlava poco ma in campo si faceva sentire. Silenzioso ma al tempo stesso efficace e laborioso, proprio come deve essere un allenatore in seconda. Tutti i giocatori hanno stretto un ottimo rapporto con Tomei, uomo e allenatore che vive il gruppo in maniera intensa, per non lasciare nulla al caso e prendersi quelle rivincite e quelle vittorie che un infortunio gli ha negato da giocatore.
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