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Kjaer: “La pressione di Roma mi carica. Enrique? Un innovatore”

La Roma Primavera batte 2-0 la Rappres. D e si qualifica alle semifinali del Torneo di Viareggio, dove avrà modo di vendicarsi della Fiorentina, che lo scorso Agosto all’Olimpico s’impose 2-3, ottenendo il successo nella Supercoppa...

Redazione

La Roma Primavera batte 2-0 la Rappres. D e si qualifica alle semifinali del Torneo di Viareggio, dove avrà modo di vendicarsi della Fiorentina, che lo scorso Agosto all'Olimpico s'impose 2-3, ottenendo il successo nella Supercoppa Italiana Primavera.

Dal suo profilo Twitter, anche Kjaer si è voluto congratulare con loro : "Complimenti alla Roma primavera e complimenti ad Albero de Rossi !"

Inoltre, sul sito ufficiale del fanclub Roma Danimarca, Simon Kjaer ha risposto alle domande di un tifoso che riguardavano i nuovi metodi usati da Luis Enrique circa i ritiri, la libertà data ai giocatori, e le differenze con l'esperienza di Palermo. Ecco le parole del difensore giallorosso:

"E 'assolutamente vero che Luis Enrique ha cambiato molte cose alla Roma da quando si è insediato. Io non sono stato allenato da altri allenatori della Roma, ma ho vissuto l'esperienza al Palermo con un allenatore italiano. In Sicilia era tutto molto diverso. Su noi giocatori della Roma c'è molta più pressione, perché è un club più grande del Palermo, sia per la tradizione sia perché è il club della Capitale. Non si può non sentire la differenza con un club di provincia come il Palermo".

"C'è più pressione, ma questo porta anche ad avere una carica maggiore durante le gare. Luis Enrique ha dato a noi giocatori più libertà nelle ore precedenti il match, abolendo i ritiri. Penso che sia bello che il mister ragioni anche in relazione alla vita privata e familiare dei giocatori. Comunque, alcuni dei miei compagni di squadra italiani continuano ad andare al campo e fare un 'ritiro volontario'. Di volta in volta chi vuole può scegliere di soggiornare presso l'impianto prima della partita"

"E 'qualcosa di nuovo rispetto alle abitudini italiane, di recente abbiamo avuto anche alcune partite fuori casa in cui in un giorno abbiamo avuto andata e ritorno. Penso che sia un modo molto moderno di fare l'allenatore, un modo che guarda a noi giocatori più come persone piuttosto che come 'macchine da calcio'".