Rick Karsdorp non deve giocare più con la maglia della Roma. Non per l’errore sciatto e deprimente che ha mandato in malora una cavalcata europea e per il quale dovrebbe chiedere scusa in lacrime ai compagni. Oddio forse anche per quello. Ma perché si è offeso. Lui, un professionista da 2,2 milioni a stagione (centomila euro più di Frimpong!), si è risentito dei fischi di un pubblico che lo tollera ormai dal 2017. Lo sventurato anno in cui Monchi decise di portarlo a Roma. Rick ha applaudito ironicamente, ha detto qualcosa a De Rossi ed è corso negli spogliatoi senza tifare per quei compagni che aveva messo in difficoltà contro una delle squadre più forti d’Europa. Troppo severi? No, forse con troppo fosforo. Di Francesco nel 2017 lo mandò in tribuna punitiva, Mourinho un annetto fa in una botta d’impeto lo definì “poco professionale” e anche qualcosa in più. Rick, offeso, per tutta risposta se ne andò un po’ giro per il mondo, poi presentò un certificato medico e si rivolse anche all’associazione calciatori. Offeso, con 2,2 milioni sul conto annuale. Ma quel pubblico, che ieri Karsdorp ha applaudito con tracotanza, lo aveva addirittura perdonato.
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Karsdorp l’offeso, ora la pazienza è finita per tutti
Quel pubblico aveva tralasciato errori pacchiani, corsette in mezzo al campo, rifiuti sul mercato e quella voglia di tornare nella sua Rotterdam. Era stato così paziente da osannarlo anche al momento delle formazioni dopo che lo stesso povero Rick aveva impiccato o provato ad impiccare altre partite in questa stagione. Davvero non le ricordate? Facciamo una breve lista: Inter, Atalanta, Verona, Slavia Praga. Ha beneficiato di una pazienza che non ricordiamo verso altri giocatori. Anzi, a dire il vero non ricordiamo come un giocatore con un rendimento così scarso sia rimasto a Roma così tante stagioni. Qualcuno lo ha fatto 2-3 anni, e qualcuno così scarso era umile e faceva anche tenerezza alla tifoseria. In fondo si è tifato per Silvano Benedetti, per Barusso e per Iturbe. Ma mai nessuno era tanto scarso quanto arrogante. De Rossi pubblicamente non gli punta il dito, e comprendiamo le dinamiche di gruppo e il lavoro di un allenatore. Ma questa tifoseria ha il diritto e forse ora anche il dovere di farlo. Non tanto per l’errore che ha spianato la squadra al Leverkusen ma perché, e lo ribadiamo, l’olandese ha pensato bene di scappare e rispondere ai fischi. Ecco caro Rick da quel tunnel, per favore, non uscire più. Si dice che il settimo anno sia quello della crisi, noi speriamo sia quello dell’addio.
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