Ci sono ben pochi sul fatto che in questo momento Juventus e Roma siano le due regine del calcio italiano. Come riporta con un articolo il sito Goal.com, con la regressione del Napoli e gli impacci delle milanesi, il solco scavato tra le due battistrada e il resto della Serie A è sempre più sensibile. Merito di due società capaci di costruire per l’immediato, ma con un occhio al futuro. Tuttavia, qualche differenza nelle strategie di mercato è ben visibile, e probabilmente spiega in buona parte il trend attuale. La Juventus si è rivelata più smaliziata della Roma nella scelta dei parametri zero. Evrà è chiaramente all’ultimo contratto buono della carriera, ma nella formazione-tipo ci sono un paio di elementi, Pogba e Llorente, arrivati senza pagare un euro di cartellino (a parte il premio di valorizzazione del francese) e capaci di fare la differenza in maniera reale. La Roma sotto questo aspetto si è fidata di meno, scegliendo tra i giocatori in scadenza solo quelli in grado di puntellare una rosa già competitiva di suo: Keità per tenere il posto in caldo a Strootman, Cole ed Emanuelson, entrambi accompagnati da un sano scetticismo.
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Juventus e Roma: strategie diverse per arrivare al top
Le due socità in testa al campionato, adottano strategie diverse per arrivare al successo
Juventus e Roma sono anche i due club italiani che controllano il maggior numero di talenti con reali prospettive internazionali. Anche qui le strategie sono abbastanza diverse, perché la Juventus investe praticamente solo nel mercato italiano, in ossequio alla tradizione che la vuole asse portante di ogni buona squadra azzurra che si rispetti. Così, i bianconeri controllano a vario titolo Gabbiadini, Berardi, Zaza, Rugani, tutti giocatori con reali possibilità di tornare presto o tardi alla casa madre. Più cosmopolita l’approccio della Roma, che potendo contare sulla nomea da pescatore di talenti di Walter Sabatini prova spesso e volentieri la pista sudamericana (Paredes e Sanabria) o europea (Ucan). Senza dimenticare l’eccellente tradizione del vivaio giallorosso, unico nel suo genere per qualità dei talenti e rappresentatività del territorio. La particolare attenzione al mercato estero da parte della Roma si riflette anche per quanto riguarda i giocatori di prima fascia. Oltre all’esperienza di Sabatini, anche la presenza di un allenatore straniero come Garcia consente ai giallorossi di allargare il proprio raggio d’azione con maggiore sicurezza. Da Pjanic in poi, passando per Strootman, Manolas, Torosidis e compagnia, sono parecchi i giocatori arrivati da altri campionati per vestire il giallorosso. Un’operazione tutt’altro che casuale, nel lavoro di “internazionalizzazione” di una squadra e di un ambiente spesso criticato per la sua eccessiva attenzione al “locale”. In casa Juventus invece le operazioni con l’estero sono minori ma più mirate: se Marotta compra al di fuori della Serie A, è per realizzare operazioni realmente convenienti dal punto di vista tecnico e finanziario. Vidal, Tevez e i parametri zero ne sono la dimostrazione, con Alvaro Morata ancora non giudicabile.
L’approccio al mercato italiano risente del fatto che il costo dei giocatori, a parità di valore, sia oggettivamente più alto. La Roma ha pescato in Italia in maniera molto mirata, cercando magari senza badare a spese l’uomo giusto da mettere al posto giusto: Destro, Astori, Nainggolan e Iturbe rispettano tutti questo identikit, e hanno realmente alzato il livello della rosa. Più discutibile invece l’operato di Marotta, che sfrutta sì i buoni rapporti con alcune società (Udinese e Atalanta su tutte), salvo poi spesso mettere a segno operazioni dall’impatto tutto da vedere. I vari Ogbonna, Isla, Peluso e Padoin non si sono rivelati all’altezza degli investimenti fatti, e un pizzico di scetticismo sta accompagnando pure l’arrivo di Romulo. Forse un po’ più di ricerca all’estero, sull’esempio della Roma, potrebbe aiutare la Juventus a costruire una squadra più incisiva in Europa sotto l’aspetto della mentalità. La “sprovincializzazione” in atto alla Roma in qualche modo potrebbe essere presa ad esempio, su una scala più grande, anche dai bianconeri.
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