Il direttore generale della Juventus GiuseppeMarotta ha rilasciato un'intervista a Rai Sport spiegando i motivi del suo addio al club bianconero e sul suo futuro. "Non c'è stato un motivo scatenante, è una situazione voluta dalla società e io mi adeguo alle direttive per amore della Juve e delle persone che ci lavorano. Sposo questa linea aziendale, sono un uomo d'azienda e capisco. Sono certo di aver dato il 100% in questi miei anni alla Juve, che coincidono con grandi traguardi. Spero che chi verrà dopo di me possa fare lo stesso"
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Juventus, Marotta: “Addio doloroso, ma il prossimo anno voglio un altro club”
il direttore generale bianconero: "Vorrei tanto ripresentarmi ai nastri di partenza della prossima stagione al timone di un'altra squadra"
Sull'addio alla Juventus...
"È doloroso andarmene perché la vita lavorativa, così come il mondo dello sport, è fatta di sentimenti e di emozioni. In questi anni otto-nove anni ho vissuto solamente delle belle emozioni. La Juventus è stata qualcosa di unico. Credo di aver accompagnato il presidente Agnelli in una crescita di esperienza, oggi è in grado di essere protagonista nello sport nazionale e internazionale. Non potrò mai dimenticare questa pagina della mia vita".
Sul ricordo più bello alla Juve...
"Il ricordo più bello è quello di Trieste, quando conquistammo il primo Scudetto dell'era Agnelli con Conte in panchina. Riuscimmo a coronare quell'annata con un bellissimo successo nonostante non fossimo i favoriti".
Su un possibile futuro in Federcalcio...
"Smentisco. Non escludo invece di potermi accasare in un altro grande club. Ho fatto 40 anni di lavoro senza mai fermarmi, è la prima volta che mi fermo a campionato in corso. Vorrei tanto ripresentarmi però ai nastri di partenza della prossima stagione al timone di un'altra squadra"
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