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Juve-Roma, onere e onore: Pellegrini capitano allo Stadium per la prima volta

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Con la fascia sul braccio, prosegue la tradizione dei capitani romani e romanisti.

Redazione

L'ultimo capitano romanista della Roma a vincere a Torino è stato Francesco Totti. Dopo il suo ritiro nel 2017, la fascia è andata sul braccio di Daniele De Rossi, erede designato del numero dieci, prima di accomodarsi sulle braccia di Florenzi e Dzeko. E adesso, con la continuità che la contraddistingue, la Roma ha trovato il suo capitano in un altro figlio della città, Lorenzo Pellegrini.

Onere e onore. 'Pesante è la testa che regge la corona' direbbe Shakespeare, ma essere capitano della Roma significa portare la passione di migliaia di tifosi in campo. Per la prima volta, Lorenzo Pellegrini indosserà a Torino la fascia che ormai è sua per diritto di nascita. La sua classe e il suo incredibile inizio di stagione stanno facendo navigare la squadra nelle zone alte di classifica, dalle quali Mourinho non vuole più allontanarsi: due sconfitte su sette partite giocate, gioco che convince ogni partita di più e quarto posto in solitaria.

La partita contro la Juventus non sarà un match qualsiasi, soprattutto per chi è capitano. Perché non ci sono in ballo soltanto tre punti, ma un'intera tifoseria che aspetta di essere rappresentata sul rettangolo verde. E Pellegrini è parte del cuore pulsante della Roma. Come i suoi predecessori prima di lui. Lo scorso anno Fonseca vinse a Torino, ma la partita fu particolare: formazioni più che rimaneggiate causa Covid e con l'esordio di Calafiori in serie A. La situazione sanitaria è ora cambiata (il solo Rabiot fermo per Covid) e meno cambi di prima fascia, ma saranno necessari rimaneggiamenti negli undici di domenica, visto che i sudamericani stanno tornando in queste ore alle varie sedi di allenamento e non c'è la certezza che possano essere al meglio. In più, la Roma sta facendo i conti con l'infortunio di Abraham che difficilmente potrebbe rendersi disponibile dal primo minuto.

Juve-Roma: in 12 anni solo una vittoria a Torino

Quella dell'agosto 2020 è segnata come la sola vittoria nello Stadium da quando la Juve ha cominciato a giocare. Bisogna andare fino al 2010 per ritrovare la vittoria romanista in Piemonte, ma sul campo dell'Olimpico (ora stadio del Torino), quando un colpo di testa di Riise all'ultimo minuto fece impazzire il settore ospiti. Andando indietro nel tempo, quando la fascia ancora si stringeva intorno al braccio di Francesco Totti, bisogna arrivare al settembre 2001, pochi mesi dopo la conquista del terzo scudetto, per vedere i tre punti accanto alla Roma, che vinse per 2-0 con gol di Batistuta e Assunçao.

Per tornare ai gironi attuali, sono molte di più le sconfitte maturate in serie A dal 2014 in poi (post era Garcia) come direbbe Allegri, di 'corto muso': dopo il 3-2 nel 2014/15, gli incontri sono sempre terminati 1-0 dal 2015/16 al 2018/19. Fino al 3-1 del 2020. Chissà che la Roma non riesca a dare continuità a quella vittoria, magari l'apripista di un filotto che porterebbe in estasi giocatori e tifoseria, dando loro quella fiducia di cui hanno bisogno. Quest'anno la Roma, come arma in più, ha José Mourinho e la sua caparbia voglia di vincere. Averlo in panchina equivale a trovarsi di fronte a uno psicologo, un fratello, un amico, un padre. E per ultimo un allenatore. Che sta spiegando a tutti come il calcio si giochi non solo con i piedi, ma con la testa e con il cuore.

Simone Biondi