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Juve fuori dalla Champions, Ronaldo e Pirlo nella bufera: quando il “coccodrillo” può salvarti la vita

LaPresse

Il campione portoghese criticato per l'atteggiamento in barriera, sul gol che ha deciso la sfida nei supplementari. Da Brozovic a Spinazzola e Karsdorp, la mossa del muro umano ora torna di moda

Valerio Salviani

La Juventus è uscita dalla Champions, eliminata dal Porto. E nell'universo bianconero non si fa altro che parlare del gol su punizione subìto da Taremi nei supplementari. Un errore di Szczesny, poco reattivo nel tuffo a destra, ma ancor prima della barriera e in particolar modo di Ronaldo, che si è girato ed è saltato, facendosi passare la palla sotto le gambe. Una leggerezza che è costata alla squadra di Pirlo la qualificazione. Ma un colpo che il tecnico avrebbe potuto evitare. Come? Con la mossa del "coccodrillo". Rilanciata in Serie A da Brozovic, è stata spesso utilizzata dalla Roma di Fonseca (soprattutto con Spinazzola), già dalla scorsa stagione.

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La mossa del coccodrillo: da Brozovic a Spinazzola, il muro umano che salva la barriera

Nel cosiddetto "Juventus Twitter" si parla molto dell'assenza di un "coccodrillo" dietro la barriera. "Una mossa che Pirlo avrebbe dovuto fare" scrivono in molti, e che gli avrebbe levato le castagne dal fuoco (forse). La postura di Ronaldo è diventata virale, scatenando anche Fabio Capello: "È inaccettabile a questi livelli".

In Italia l'uomo-muro dietro la barriera è tornato in auge con Brozovic ed è diventato un classico della Roma di Fonseca, non senza qualche ironia di troppo. Spesso, nelle partite dei giallorossi, durante i calci di punizione si è visto un giocatore sdraiarsi dietro la barriera, libera così di saltare senza il timore di vedere la palla passare sotto ai piedi. Il primo è stato Spinazzola, durante un Inter-Roma del dicembre 2019, terminato 0-0. L'esterno è quello che più volte è stato impiegato per questa tattica. Un problema in meno per il portiere, uno in più per chi calcia.