Juan Jesus si racconta dopo quasi un anno di Roma. Il difensore ex Inter, intervistato da Roma TV, è arrivato in giallorosso la scorsa estate. Nel corso della stagione le sue prestazioni non hanno sempre convinto, anche se nelle ultime settimane di stagione il suo rendimento è andato in crescendo. Ecco le sue parole mentre veniva intervistato in giro per Roma:
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Juan Jesus: “La Roma lotta sempre per un trofeo. Un onore per me giocare nella squadra di Falcao”
Il difensore ha voluto commentare il suo primo anno in giallorosso
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Davanti al Foro romano…
“Se lo conoscevo? Sì, questo è il Foro, è un luogo storico, è difficile non conoscerlo”.
Davanti all’Arco di Costantino…
“Penso sia un monumento incredibile, sono impressionato dalle persone che ideano queste cose. Oggi il computer fa tutto e la gente prende i dettagli facendo copia-incolla. Non si riesce a fare una cosa del genere”.
Davanti al Colosseo…
“Se penso che i difensori possano essere considerati come dei gladiatori? Penso che è lo spirito giusto che ogni difensore, ogni atleta, ogni giocatore deve mettere in campo. Il gladiatore si batte fino in fondo per la sua famiglia, per la sua vita, è un guerriero. Ogni giocatore deve avere questa attitudine. Bisogna vestire i panni del gladiatore: è come una guerra. Giocare qui dentro? Sarebbe bello. Come festeggerei una vittoria qui? Se ci fosse il pubblico di una volta, con migliaia di persone, sarebbe una cosa molto bella”.
Sulle differenze tra Milano e Roma…
“Roma è una città turistica, è più grande, con più persone, sembra una città brasiliana, mentre Milano è più tranquilla, ognuno fa il proprio lavoro…”.
Su quale delle due città possa assomigliare maggiormente alla cultura brasiliana…
“Penso Roma, la gente è più calorosa, c’è sempre il sole. Ti salutano in un altro modo. A Milano la gente è più fredda. La questione è culturale, le persone del sud e del nord sono molto differenti tra loro. Roma assomiglia più a noi per il clima, la gente e la storia”.
Sulle differenze tra l’Inter e la Roma…
“Sono due grandi squadre, all’Inter sono arrivato da ragazzo, è stata la mia prima volta in Europa. Ho imparato molto. Non c’è una differenza sostanziale tra le due squadre. Diciamo che l’Inter è stata la mia prima famiglia. Mi ha preparato per la Roma. La Roma ha dimostrato negli ultimi anni che ha delle qualità, è sempre al secondo o al terzo posto, lotta sempre per qualcosa. Penso che questo sia molto importante per me, per la mia crescita professionale e personale”.
Su cosa ami visitare di Roma…
“Questa città è ricca di storia, ci sono molte cose che nessuno ha ancora scoperto. Spesso sorgono anche dei problemi. Quando sono arrivato sono stato in una casa, sono andato a vederla e il proprietario mi ha detto che ha aspettato due anni per avere il permesso della Prefettura per poter scavare perché sotto c’erano delle catacombe. Spesso accadono queste cose, si deve sempre chiedere il permesso perché si può scoprire sempre qualcosa”.
Sui cambiamenti, tra il giorno e la notte, di Roma…
“Sì, è vero. Credo che la bellezza di Roma risalti più la notte, i monumenti acquistano maggiore bellezza, l’illuminazione aiuta, la temperatura è buona, il cielo è stellato. Penso sia una delle città più belle del mondo. Ci sono molti ristoranti nella città, è una cosa molto romantica. Sono stato in dei ristoranti molto belli dove si vede tutta la città, è una cosa che non si può spiegare”.
Sulle differenze tra il vivere in Brasile e il vivere in Italia…
“Qui so che posso portare mio figlio la sera a giocare in un parco, posso passeggiare tranquillamente e so che non avrò problemi. Invece, oggi il Brasile, come si legge sui giornali, è molto pericoloso. Questa è la differenza più grande, però il nostro cuore è brasiliano. Abbiamo tutta la nostra famiglia lì, la mamma, il papà. E’ sempre il nostro paese”.
Davanti all’Altare della Patria…
“Per me è uno dei monumenti più belli di Roma, è fatto tutto di marmo mi sembra, che è molto importante. Penso sia una cosa stupenda”.
Passeggiando per Piazza del Campidoglio mentre si parla di Falcao…
“Lui è molto importante perché ha giocato nella Roma, ha vinto con la Roma, quindi è un simbolo per noi brasiliani. Ha vinto la Coppa del mondo con il Brasile. E’ una persona fantastica, un giocatore incredibile, ho avuto la fortuna di averlo come allenatore all’Internacional di Porto Alegre. Con la sua esperienza mi ha aiutato molto. Oggi giocare nella squadra dove ha giocato lui è un onore per me. Speriamo di fare almeno il 10% di quello che ha fatto qui lui a Roma. Bisogna essere umili e lavorare molto”.
Sul cibo di Roma…
“Lo adoro, ma noi non possiamo mangiare troppo, altrimenti ingrassiamo ma i ravioli, la pasta, la carbonara, i gelati sono cose che… una volta alla settimana devo mangiare un gelato. Per chi vieni qui e vuole mangiare un gelato il successo è garantito. Sulla cucina italiana hanno fatto un film: Mangia, prega, ama, quando si vuole mangiare bene si deve venire in Italia. Qui ti fanno sentire a casa, questa è la cosa più importante”.
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