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Juan: “De Rossi era uno primi cinque al mondo. Lo volevano tutti, ma ha scelto la Roma”

L'ex difensore giallorosso è tornato a parlare anche dell'esperienza nella capitale: "Quando sono arrivato Totti era il riferimento della squadra, Daniele era speciale"

Redazione

Tra i difensori più forti e apprezzati nella storia della Roma, del Flamengo e anche della Seleçao, c'è senza dubbio Juan Silveira Dos Santos. Per tutti solo Juan. L'attuale dirigente del club rubronegro ha ripercorso la sua carriera, dall'arrivo in Europa al Bayer Leverkusen all'esperienza giallorossa dal 2007: "In Serie A ho trovato avversari di livello più alto rispetto a prima. I più difficili da affrontare sono stati Ibrahimovic, Del Piero, Adriano e Trezeguet. Io già sapevo chi fosse Francesco Totti quando sono arrivato. Lui era il riferimento nella squadra, un calciatore conosciuto in tutto il mondo - le parole di Juan a 'ygfoot.com' -. De Rossi lo avevo già sentito, sapevo che fosse un grande calciatore, ma non sapevo che rappresentasse la città di Roma. Quando sono andato lì ho capito che era speciale. Era uno dei cinque centrocampisti più forti del mondo e tutti lo volevano, ma lui scelse di stare a Roma".

Un ricordo immancabile anche sul derby della capitale: "Ho giocato Internacional-Gremio, i derby di Rio con il Flamengo, ma l'intensità della passione dei romani per Roma e Lazio rende questo derby il più sentito a cui abbia mai assistito. Le due squadre si affrontano solo due volte l'anno, c'è un'atmosfera differente. È veramente dura in campo. Io ricordo solo un calciatore che ha giocato per entrambe le squadre, Kolarov. Si tratta di una cosa che non accade molto spesso". Spazio anche a qualche rimpianto: "Mi aspettavo di essere convocato per la Coppa del Mondo 2002. È stato frustrante non far parte della lista, il fatto che il Brasile abbia poi vinto il Mondiale ha reso tutto più triste. Poi ho giocato quelli nel 2006, ma prima del torneo c'erano state molte feste nel ritiro. Nel 2010, dopo il fischio finale della partita con l'Olanda, che ha sancito la nostra eliminazione, ero consapevole che non avrei più giocato Mondiali, vista l'età. Non penso di aver perso delle opportunità perché ero silenzioso. Forse se fossi stato più estroverso, più schietto con i media avrei avuto qualche altra opportunità, ma non è nelle mie corde".