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Jesus: “Coronavirus, è una guerra invisibile. Difficile ripartire col campionato”

LaPresse

Il brasiliano sull'emergenza sanitaria: "Dobbiamo soffrire come ci hanno chiesto di fare per salvare più vite possibili. C'è una signora che lavora per noi, suo marito e sua figlia non possono lavorare: noi li aiuteremo"

Redazione

Nuovo giorno di quarantena in Italia. L'emergenza coronavirus continua e il calcio è fermo come il resto del paese. Juan Jesus, come tanti suoi compagni, ha raccontato il suo isolamento e le sue sensazioni ai media brasiliani. Queste le sue parole a Rádio Colorada e a Fox Sport: "Purtroppo la situazione qui è drammatica, anche perché è arrivata anche la notizia che l'Italia ha superato la Cina per numero di morti e sfortunatamente non sappiamo quando tutto questo finirà. È una guerra invisibile, siamo in quarantena. Siamo tutti un po' preoccupati, è difficile stare sempre dentro casa. Quando lo fai finisci col riflettere su tutto ciò che sta accadendo e soprattutto ciò che deve ancora succedere con dei casi anche in Brasile. Siamo preoccupati per le nostre famiglie, anche se io parlo con la mia ogni giorno e per fortuna stanno tutti bene".

Lui come tutti gli italiani ha dovuto cambiare le proprie abitudini: "È strano stare in casa per noi che abbiamo routine molto diverse: ti alleni, torni a casa, vai a prendere tuo figlio a scuola. Non siamo abituati a vivere così, tranne quando siamo in vacanza. Non ti puoi allenare e non puoi giocare e questo è triste ma è ciò che bisogna fare in questo momento. Dobbiamo soffrire come ci chiedono di fare a causa del virus. È un sacrificio importante ma per salvare quante più vite possibili". 

"Juan Jesus ha però intenzione di fare la sua parte come già fatto con il resto dei compagni e la donazione allo Spallanzani“Grazie a Dio ho una bella casa in cui vivere. Immaginate chi invece ha più bisogno? C'è una signora che lavora per noi, suo marito e sua figlia non possono lavorare. E noi li aiuteremo. La mia condizione fisica? In questo momento passa tutto in secondo piano. Così come il calcio: è molto difficile continuare il campionato, ci sono in gioco le vite delle persone. Chi può stare a casa il più a lungo possibile, deve restarci". 

Il brasiliano poi ha parlato dell'emergenza anche durante una diretta su Instagram con André Fernandes: “E’ triste vedere tutto ciò che sta succedendo con il coronavirus in Italia, vivendo la situazione da vicino. Non c’è da programmare niente da un giorno all’altro. Io prego perché tutto questo passi perché poi potrebbe arrivare anche in Brasile. Sono più di dieci giorni che stiamo in quarantena. Sono aperti solo i supermercati e le farmacie. Io mi sto allenando secondo il programma che mi ha dato la Roma, mando il mio peso tutti i giorni, ma non sappiamo quando potremo riprendere la stagione. Facciamo questo sacrificio di rimanere in casa per salvare gli altri, così da non far diffondere di più il virus. La gente ha capito che la situazione è grave, si riscoprono cose che tutti avevamo perso un po’, come passare di più il tempo con la famiglia. Della Roma non è stato infettato nessuno, grazie a Dio. Ho sempre sognato di essere un giocatore, ma Dio mi ha creato un cammino perfetto per arrivare ad alti livelli. Dico grazie anche a mia moglie che mi ha aiutato stando vicino nei momenti felici e in quelli difficili. Sono sicuro che Dio ci aiuterà a passare anche questa pandemia”.