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Jesus: “Alisson per me non è una sorpresa. Strootman che professionista”

Il difensore brasiliano: "Ho sempre pensato di diventare un calciatore, ma non pensavo di arrivare così lontano, fino alla Roma. Mazzarri l'allenatore che ha creduto più in me"

Redazione

Dopo tre vittorie consecutive in campionato la Roma si è fermata nell'andata degli ottavi di Champions in casa dello Shakhtar Donetsk. Gli ucraini sono riusciti a rimontare soprattutto grazie alla qualità offensiva dei suoi brasiliani, fermati spesso però da un connazionale in grande spolvero come Alisson. Per parlare del numero 1 giallorosso e non solo, prima della sfida con gli ucraini Juan Jesus è stato intervistato dal sito di SNAI.

Siamo a pochi mesi dal mondiale russo, cosa potrà fare il Brasile?

Ho delle belle sensazioni per quanto riguarda il cammino della mia nazionale ai mondiali in Russia. Il Brasile ha concluso bene la fase di qualificazione, questo ha dato tanta fiducia alla squadra. Il Brasile può arrivare fino in fondo, ha tutte le qualità per vincere il torneo.

Alisson si sta consacrando come uno dei migliori portieri in Europa, quanto sarà importante il suo contributo per la Selecao? 

Alisson sta stupendo tutti tranne me, lo conosco da quando è piccolo. Aiuterà tantissimo il Brasile, che è una nazionale che ha sempre avuto portieri fortissimi. Alisson si inserisce questa tradizione, inoltre ora è in grande forma e darà un contributo importante.

In Italia il Fantacalcio è un appuntamento fisso da anni, sai cos’è? Ci hai giocato? 

So cos’è, ma non ci gioco. In molti mi scrivono «Ehi fai bene perché ti ho preso al Fantacalcio! Ho bisogno di te!». Quindi so bene cos’è, so che è giocato da tantissime persone.

Se dovessi consigliare un acquisto di un tuo compagno di squadra? 

Direi Alisson! Fa sempre bene, quindi ha un punteggio alto.

Seguivi il campionato di Serie A quando giocavi in Brasile? Chi era il tuo idolo?

L’ho seguito abbastanza prima di arrivare qui. Anni fa era il campionato migliore del mondo, tutti volevano giocare qui. C’è stato Ronaldo all’Inter, che ha fatto benissimo e c’era uno dei miei idoli, Lucio.

Tra i tuoi compagni, chi ti colpisce di più nel lavoro quotidiano? 

Sicuramente Strootman, per come lavora, per come interpreta la professione. Arriva sempre prima, va in palestra, cura il corpo, spinge sempre a mille in ogni allenamento. Fa sempre qualcosa in più in ogni seduta nell’ottica di migliorarsi sempre. Il mister ultimamente lo ha fatto giocare in un nuovo ruolo e lui si sta comportando benissimo. Devo dire però che qui alla Roma si lavora sempre con la giusta intensità, sono certo che lavoro che stiamo facendo alla fine ci ripagherà.

Quando hai capito che saresti diventato un calciatore?

L’ho sempre pensato, sin da piccolo. Ma non pensavo di arrivare così lontano, fino alla Roma! Grazie a Dio ho giocato in grandi squadre finora. A 17 anni avevo già esordito in prima squadra, guardavo i calciatori più grandi per capire cosa significasse comportarsi come un calciatore professionista. Grazie a Dio ho imparato tanto, sono ancora giovane e ho tempo per fare ancora molto nel calcio.

Quale allenatore ha creduto di più in te? 

Ognuno mi ha insegnato qualcosa. Mazzarri all’Inter è stato forse l’allenatore che mi ha dato più fiducia, mi ha insegnato certe cose, con lui ho disputato la stagione in cui ho giocato di più. Ovviamente ringrazio anche tutti gli altri tecnici che ho avuto. Se non fosse stato per loro, non avrei imparato così tanto.