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Intervista doppia Enrico e Roberto Maida: “La Roma più forte della mia vita”

Enrico e Roberto Maida, entrambi giornalisti romani, rispettivamente padre e figlio, si sono sottoposti alla nostra intervista doppia.

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Le feste natalizie sono il tempo in cui la famiglia si riunisce. Si sta insieme, si chiacchiera e si discute e capita così, in Italia e in special modo a Roma, che un argomento cruciale sia il calcio. Noi di Forzaroma.info abbiamo voluto fare un passo dentro una casa in cui lo sport più amato del mondo è qualcosa di più una grande passione: è lavoro.

Enrico Maida e Roberto Maida, un ex giornalista del Corriere dello Sport di ieri, e un redattore del Corriere dello Sport di oggi, padre e figlio – si sono concessi in un'intervista doppia, giocata sulla linea di demarcazione che separa (e l'intreccio che unisce) tifoso e giornalista. Guida alla lettura: i due sono stati intervistati separatamente. Le risposte uguali o simili sono frutto di pura coincidenza oppure, il che è ragionevole, di modi di ragionare simili.

Cominciamo: sei tifoso della Roma?

Enrico – Si.

Roberto - Diciamo così: ho cominciato a tifare Roma nella stagione 1982-83, anno del secondo scudetto.

Piccola prova: “La Roma non si discute si...”?

Entrambi – Ama!

Quante volte avrai visto la Roma allo stadio?

Enrico - Ah, centinaia...

Roberto - Sono più le volte che l'ho vista allo stadio di quelle in cui l'ho vista in televisione.

La prima volta che sei stato allo stadio?

Enrico - Nel 1958, Roma-Genoa 1-1. Avevo 8 anni.

Roberto - Nel 1982, Roma-Verona 1-0.

L'ultima?

Enrico - Roma-Manchester City 0-2, due settimane fa.

Roberto - Genoa-Roma 0-1.

Ok, ora vediamo che tifoso sei. Ti reputi un tifoso pessimista o ottimista?

Enrico - Ottimista.

Roberto - Domanda difficile... dipende dai momenti!

“La Roma è perdente nel DNA”, è una frase che ti suona vera o falsa?

Enrico – Falsa.

Roberto - Assolutamente falsa. La storia dice il contrario; che cosa dovrebbe dire un tifoso del Cesena o dell'Atalanta allora?

È vero che i tifosi romanisti sono “piagnoni” come gli altri tifosi dicono?

Enrico - Non è vero, sono come tutti gli altri tifosi. Un tifoso non ha marchi in questo senso: sono tutti dello stesso stampo.

Roberto - I tifosi sono tifosi. Di conseguenza hanno il diritto di esprimere come meglio credono le loro emozioni. Soprattutto se c'è un torto arbitrale è giusto che si arrabbino.

Quanto sei soddisfatto dalla Roma di questa stagione da 1 a 10?

Enrico – 7.

Roberto – 6.

E che voto daresti alla Roma dell'anno scorso da 1 a 10?

Enrico – 7.

Roberto – 8.

È più forte la Roma di quest'anno o quella dell'anno scorso?

Enrico - Quella di quest'anno.

Roberto - In prospettiva e in potenza quella di quest'anno. Se andiamo a guardare il rendimento dei giocatori e teniamo presenti le assenze importanti, nonché le cessioni che sono state effettuate, in questo momento il saldo è decisamente in negativo.

L'anno scorso la Roma era 5 punti dietro alla Juventus. Quest'anno invece solo 3.

Enrico - C'è stato un avvicinamento tra le due squadre. Ora c'è meno differenza rispetto alla Juventus. Loro non sono migliorati, la Roma sì.

Roberto – Questo perché la Juventus è meno macchina infernale rispetto a scorso anno e perché la Roma non ha fatto un inizio stagione da buttare. Ho dato 6, non 4.

Alla Roma manca la mentalità vincente?

Enrico - La mentalità vincente è un'invenzione di quelli che non sanno vincere, e non sanno neanche perdere.

Roberto - Penso che la Roma stia acquisendo una mentalità vincente. Le è mancata l'esperienza per gestire i momenti decisivi di questo inizio di stagione. Non parlo solo della sconfitta contro il Manchester City, ma anche agli altri principali momenti in cui avrebbe dovuto dare una svolta: Sassuolo, Napoli, il 7 a 1 contro il Bayern.

Che cosa manca alla Roma per avere una mentalità vincente?

Enrico - Non è una questione di mentalità vincente. È questione di avere o non avere dei buoni giocatori.

Roberto – Secondo me il gruppo nei suoi interpreti principali dovrebbero rimanere lo stesso per qualche anno perché questo avvenga. Non è un problema di mentalità vincente dei singoli: Maicon, Keita, Totti, De Rossi, sono tutti giocatori che hanno disputato tante partite importanti. È un problema che coinvolge il gruppo. Se il gruppo non è coeso con la mentalità e non è compatto verso stessa direzione, quella della vittoria, il rischio è che si viaggi a velocità differenti. Servono più giocatori esperti e per più stagioni. Non bastano 6 mesi di Keita per vincere: servono diversi Keita e per più tempo.

Perdi 1 a 7 contro il Bayern: da tifoso, applaudi la squadra?

Enrico - Uno che ha visto Roma-Lecce del 20 aprile 1986, che ha visto la finale di Coppa dei Campioni persa - uno che ha visto queste cose non può che restare abbastanza indifferente anche al 1 a 7 contro il Bayern. Ci si rimane male, ma il tifoso della Roma è abbondantemente vaccinato.

Roberto - No. Ma credo sia stato più umiliante il 2 a 0 dell'Allianz Arena.

La Juventus è favorita dagli arbitri?

Enrico – Lo è stata spesso, perché è potente fuori dal calcio e perché c'è un fatto oggettivo: se in Italia ci sono 12/13 milioni di juventini (su 60 milioni di italiani), anche tra gli arbitri ci sarà questo rapporto percentuale.

Roberto - Ho sempre creduto nella sudditanza, ma non nella malafede. Persino nel periodo di Calciopoli.

Va bene, ho capito che sei un tifoso. Ma un giornalista non dovrebbe essere imparziale?

Enrico - L'imparzialità è una cosa che non esiste. E' una cosa astratta, che non esiste nella vita. Ciascuno di noi ha un'ideale, una preferenza. L'importante è essere onesti: valutare secondo un principio di onestà intellettuale.

Roberto - Non esistono giornalisti sportivi non tifosi. Anzi, il complimento più grande che abbia ricevuto da un punto di vista professionale è quando sono stato tacciato di essere tifoso di un'altra squadra. Cosa che è successa diverse volte, in riferimento a diverse squadre.

Ma secondo te, il fatto che tanti giornalisti romanisti esprimano la loro opinione di tifosi alla radio, non lede un po' alla loro immagine?

Enrico - Ciascuno risponde di se stesso: di quello che scrive e di quello che dice.

Roberto - C'è modo e modo di esprimere un'opinione. Se non si trascende nei toni e nei contenuti il giornalista ha un'opinione autorevole che merita di essere ascoltata.

Secondo te, le radio e i giornali, contribuiscono in qualche modo, negativamente sull'ambiente Roma?

Enrico - Non in misura diversa da altre città.

Roberto - Io credo che nel periodo storico in cui viviamo qualsiasi mezzo di informazione possa essere sostituito da un altro perciò a volte si tende a sopravvalutare e ad usare come alibi la pressione sull'ambiente da parte dei media.

Ok, torniamo alla Roma. Fammi l'11 migliore della storia della Roma da quando la segui.

Enrico - (4-3-2-1) Tancredi; Nela, Losi, Vierchowod, Cafu; Falcao, Di Bartolomei, Ancelotti; Conti, Totti, Pruzzo.

Roberto – (4-3-2-1) Tancredi; Candela, Aldair, Vierchowod, Nela; Falcao, Ancelotti, Cerezo; Conti, Totti, Pruzzo.

La Roma più forte?

Enrico – Quella di Viola, con Falcao.

Roberto – Precisamente quella della stagione '83-'84, l'anno dopo il secondo scudetto. Quella che ha perso la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, seconda in un campionato buttato via e vincitrice della Coppa Italia, era una Roma straordinaria.

La Roma più debole?

Enrico - La Roma della “colletta del Sistina”, nel 1965.

Roberto - La Roma del '92-'93, con Boskov panchina e Ciarrapico presidente. Veramente un'annata poco fortunata.

Questa Roma dove la collochi? Tra le più forti?

Enrico – Sì, tra le più forti.

Roberto - Senza dubbio.

È sul podio?

Enrico - È sul podio.

Roberto - Non so se sul podio, ma è una delle prime 5. Rudi Garcia invece lo metto già tra i primi 3 allenatori della Roma.

Il giocatore più forte della Roma non te lo chiedo, ma quello che hai trovato più scarso?

Enrico - Gomez, spagnolo che venne con Zeman.

Roberto - Cesar Gomez, troppo facile. Dopo il derby si mise a vendere macchine...

In questa stagione chi è che ti ha deluso di più fin qui?

Enrico – Cole.

Roberto - De Rossi.

Chi è che ti ha sorpreso di più?

Enrico - Yanga Mbiwa.

Roberto – Ljajic.

Chi blinderesti per sempre?

Enrico – Io non faccio prigionieri e non obbligherei nessuno a restare, ma mi piacerebbe che Florenzi facesse una carriera tutta romanista.

Roberto – Io blinderei Garcia.

C'è qualcuno che cederesti volentieri?

Enrico - A questo punto direi Destro.

Roberto - Volentieri no. Dico però che non rinuncerei tanto facilmente a Destro.

Totti è troppo vecchio?

Enrico - No, Totti non è troppo vecchio. Per me può giocare fino a 50 anni.

Roberto - Mai.

Destro ha un problema con Roma?

Enrico - Probabilmente ha un problema con il gioco. Un problema con se stesso probabilmente. Le occasioni in cui avrebbe potuto decollare non le ha sfruttate.

Roberto - No, non credo abbia un problema con Roma. Credo debba capire ancora bene lui stesso di che pasta è fatto.

È vero che la Roma ha un problema in attacco?

Enrico - Quest'anno sembra di sì, anche se l'anno scorso non l'aveva praticamente con gli stessi interpreti. Penso che la Roma abbia forse un problema di preparazione quest'anno.

Roberto - Non ha un problema in attacco, ma può migliorare e diventare esplosiva prendendo un solo giocatore: Gonzalo Higuain.

Disponi in ordine di forza: Iturbe, Gervinho, Ljajic.

Enrico - Gervinho, Ljajic, Iturbe.

Roberto - Difficile fare queste classifiche perché dipende dai momenti, dallo stato di forma. Per me in prospettiva Iturbe è il più forte.

La Roma ha fatto bene a spendere 28 milioni per Iturbe? Tu li avresti spesi?

Enrico – Credo che Iturbe possa crescere molto, ma non li avrei spesi. Io 28 milioni non li spenderei mai per un giocatore.

Roberto - Sono convinto che nella migliore delle ipotesi non ci avrà rimesso. Tutto sommato sì.

Meglio De Rossi o Keita?

Enrico – Meglio De Rossi.

Roberto - In assoluto credo si equivalgano, ma in questo momento meglio Keita.

La Roma ha bisogno di un nuovo difensore? Se sì, chi ti piace?

Enrico – No, a meno che Castan non torni più ai livelli di prima.

Roberto – Sì, e io prenderei Rolando.

La Roma ha bisogno di un nuovo portiere? Se sì, chi ti piace?

Enrico – Sì. Prenderei Scuffet o Perin.

Roberto - Dipende da Skorupski più che da De Sanctis, destinato a defilarsi il prossimo anno. Se Skorupski dimostrerà di meritare di giocare al suo posto, rispondo di no. Sennò punterei dritto su un nome sicuro. Non Neto. Per me o Lloris, o Perin.

Garcia resterà o andrà via la prossima estate?

Enrico - Penso che resterà. Se andasse via significherebbe che la Roma avrà fallito clamorosamente la stagione, cosa che non credo succederà perché sono un tifoso ottimista.

Roberto - Non ho certezze. Spero per la Roma che resti.

La Roma vincerà lo scudetto quest'anno?

Enrico - Penso di sì.

Roberto - (Ride) Eh! Sì.

Vincerà l'Europa League?

Enrico - Penso di no.

Roberto - No.

Chiudo con la domanda più seria di questa intervista: la Roma ha vinto 3 scudetti in quasi 90 anni di vita. La Roma americana, secondo te, cambierà questa storia?

Enrico - Penso che se si stabilizzerà dal punto di vista finanziario, credo che la Roma abbia tutti i numeri per restare stabilmente ai vertici.

Roberto - Le basi che sono state messe lasciano credere di sì.