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Insulti antisemiti, Lotito: “Nessun escamotage per far entrare i tifosi in Sud”

Il presidente biancoceleste: "Malagò parla senza conoscere i fatti. No alla penalizzazione della squadra"

Redazione

Il Presidente della LazioClaudio Lotito, è intervenuto ai microfoni di Radio Capital in merito ai fatti degli ultimi giorni riguardanti gli insulti antisemiti. Queste le sue parole: “Non ho utilizzato nessun escamotage. Il presidente Malagò parla senza conoscere i fatti. Il principio è: se su 12mila persone 30 si comportano male le penalizziamo tutte? Io non ho utilizzato nessun escamotage, ho detto ‘chi vuole testimoniare la propria posizione antirazzista deve andare in curva sud. Secondo lei è giusto che un padre di famiglia che magari rinuncia a comprare le scarpe al figlio perché ha questa passione e vuole portarlo allo stadio poi io non lo faccio entrare? Noi non abbiamo aggirato nulla, abbiamo dato la possibilità di manifestare la loro posizione antirazzista. Noi non ci dobbiamo lavare di nulla, non mi sento una persona sporca, mi lavo tutti i giorni, sono andato in Sinagoga solo per un fatto interiore. Noi abbiamo fatto un gesto non formale ma sostanziale. Chiedere scusa? Io devo chiedere scusa per tutta l’umanità, l’Olocausto riguarda tutti. Io ho testimoniato quella che era la posizione della Lazio che era di assoluta condanna. Togliere punti alle squadre i cui tifosi si rendono protagonisti di atti razzisti? No, diventeremmo ostaggio di questa gente che va allo stadio solo per fare caos, per fare scontri. Dobbiamo distinguere i tifosi delinquenti dagli altri. Bisogna reprimere in modo forte e sanzionare pesantemente gli autori. Che sanzioni mi aspetto per il club? Io non mi aspetto nulla perché la società non ha fatto nulla, anzi, è la prima società che ha messo in campo misure per lottare contro il razzismo, è il comportamento di 15 scemi che non sanno cosa hanno fatto. Sono ragazzini di 13 anni".

Il presidente biancoceleste è intervenuto anche ai microfoni di Radio 1: “I gesti spontanei non devono essere concordati, altrimenti diventa una cosa artefatta. Ci siamo rivolti alla comunità che ci ha detto che era impegnata per impegni pregressi. Il nostro gesto non voleva assolutamente manifestare alcun intento di giustificazione, né di purificazione perché non dobbiamo lavare nulla. Ci laviamo tutti i giorni e riteniamo di essere persone pulite e scevre da qualsiasi condizionamento esterno. Loro probabilmente vedono l’aspetto formale mentre noi agiamo quotidianamente attraverso un’azione di prevenzione e repressione. È chiaro che in una comunità di centinaia di migliaia di persone ci può essere lo stupido di turno o il mascalzone di turno, cosa che accade anche nella loro comunità, capita dappertutto.”