Daniele De Rossi non è mai stato un uomo dalle dichiarazioni scontate. Ha sempre detto quello che pensava, spesso scontrandosi con le reazioni rabbiose del mondo calcistico non abituato a parole forti e scomode.
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Il rinnovo, le sirene inglesi e l'arrivo di Luis Enrique: il 2011 di Daniele De Rossi
Daniele De Rossi non è mai stato un uomo dalle dichiarazioni scontate. Ha sempre detto quello che pensava, spesso scontrandosi con le reazioni rabbiose del mondo calcistico non abituato a parole forti e scomode.
Anche sul rinnovo del contratto - argomento principe di questo suo 2011 - il centrocampista di Ostia non si è mai nascosto dietro un dito: "Stiamo trattando. Se andrò via, la Roma prenderà qualcuno alla mia altezza. Estero? Sì, ma senza un accordo resto in Italia. Mica posso smettere di giocare". La sensazione, invece, è che Daniele abbia lasciato che a vincere fosse il cuore. Sul campo, le mediocri prestazioni della fine dello scorso campionato sono migliorate con l'arrivo di Luis Enrique, che gli ha affidato le chiavi della manovra giallorossa riportandolo al ruolo che, probabilmente, il numero 16 predilige di più.
PRIMO SIGILLO CON L'AEROPLANINO - Il primo gol della gestione Montella è proprio suo. E non è un caso. Con l'arrivo del suo ex compagno di squadra, la Roma si sveglia finalmente dal torpore e vince nel recupero di Bologna il 23 febbraio. E' un gol rabbioso anche nell'esultanza, segno evidente che il momento non è dei migliori. Ad Aprile la Roma diventa americana, Baldini e Sabatini iniziano a lavorare nell'ombra, ma in campionato - dopo qualche risultato positivo - la Roma non riesce a centrare l'obiettivo Champions. Walter Sabatini diventa ufficialmente il nuovo direttore sportivo e si inizia a lavorare per il suo rinnovo; è una priorità per tutti, società e tifosi.
ARRIVA LUIS - L'avvento in panchina del tecnico spagnolo Luis Enrique cambia totalmente il modo di lavorare della squadra. Il neo tecnico giallorosso, sin dai primi allenamenti, capisce subito che per ottenere risultati importante dovrà affidarsi al talento del numero 16 e gli affida - da subito - le chiavi del gioco romanista. Il ruolo che ricopre è perfetto per lui: difende e imposta, è sempre al centro del gioco. I risultati si vedono. Sin dalle prime amichevoli De Rossi è il migliore anche se la squadra non riesce ancora ad ingranare. Fuori dal campo si parla sempre di contratto, le trattative continuano anche se la situazione, anche a detta delle parti, non è delle più semplici. "Daniele è un giocatore della Roma e rimarrà un giocatore della Roma - dichiara il direttore sportivo giallorosso - È più di un auspicio: lui vuole rinnovare e la società vuole tenerlo. Sono certo che l’accordo lo faremo".
La Roma, dunque, è stata chiara: De Rossi è un patrimonio della Roma e non si muoverà dalla Capitale. L'attaccamento alla maglia è troppo forte, il cuore non si compra. Per buona pace degli sceicchi.
(Tuttomercatoweb.com)
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