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Il modello Liverpool piace. Dopo la Roma, pronto a imitarlo anche la Juve

Personaggi influenti, ex indimenticati o calciatori che hanno fatto la storia – più o meno recente – dei club per cui hanno dato tutto e ricevuto tantissimo. Chiamateli come vi pare, la sostanza non cambia

Redazione

Personaggi influenti, ex indimenticati o calciatori che hanno fatto la storia – più o meno recente – dei club per cui hanno dato tutto e ricevuto tantissimo. Chiamateli come vi pare, la sostanza non cambia

. Sono quei personaggi pronti a dare una mano, ad aiutare la squadra in cui hanno lasciato il cuore quando si attraversa un momento difficile. Circoscrivendo il discorso a questa stagione, prendiamo, ad esempio, Kenny Dalglish. Il manager scozzese, dieci anni dopo l'ultima apparizione sulla panchina del Celtic, fin dall'estate s'era detto pronto a tornare in sella a un Liverpool tramortito, reduce dalle sei stagioni della guida Benitez. Alla fine la dirigenza reds decise di puntare su Roy Hodgson, manager che sembrava avesse più credenziali per guidare una squadra che a inizio stagione - come obiettivo minimo - aveva il quarto posto. I risultati però dissero altro: un successo in sette giornate. Allora ecco la soluzione già balenata nella mente della dirigenza del club inglese in estate: Kenny Dalglish. Qualcun altro, dopo la scelta estiva, avrebbe potuto offendersi e declinare l'offerta. Non lui, che nel Liverpool ha giocato per oltre 12 anni entrando indelebilmente nel cuore dei tifosi della sponda rossa del Mersey con circa 130 reti. Situazione non del tutto dissimile a quanto successo a Roma. Alla guida del club giallorosso dalla sfida col Bologna ecco Vincenzo Montella. Lui in società c'era già: dalla panchina dei giovanissimi a quella della prima squadra in poco più di un anno. Nel momento di maggior difficoltà: tra cessione societaria e le dimissioni di Ranieri, il club capitolino ha deciso di affidarsi a quel'areoplanino che con i suoi gol nel 2000 ha fatto volare la Roma fino ai vertice del calcio italiano. Il prossimo a vestire i panni di salvatore della patria potrebbe essere Pavel Nedved. Uno dei pochi in possesso di quel carisma necessario per risollevare le sorti di una squadra che a dicembre aveva ambizioni scudetto, e che ora vede anche solo il quarto posto come un miraggio lontano.

(TMW)