(di Alessio Nardo) E' il tempo delle scelte, anche per chi ? romanista nell'anima. Bisogna decidere se piangersi adosso o guardare avanti. Forse non con fiducia, ma almeno con stimoli e motivazioni forti. Il derby ? andato. E' l?, con quel maledetto risultato stampato nella storia e gli effetti che conosciamo. Loro, i laziali, fanno bene a godere. In fondo quando gli ricapiter?? Probabilmente mai. Al tifoso della Roma ci? non deve interessare. Resta la sofferenza, la fatica del momento. Ma si supera, attraverso intensi esami interiori e lunghe nottate insonni. Si supera, si supera. Con la forza e l'onore di chi negli anni ne ha vissute tante, trovando sempre il modo e l'entusiasmo per ripartire. Orgoglio e fierezza, amore per la maglia, senso d'appartenenza. Peculiarit? tipiche dell'innamorato giallorosso. In fondo, basta poco. Un derby in finale perso fa male, ma anche lo scudetto laziale del 2000 (apice dell'era Cragnotti) non fu un boccone facile da digerire. Eppure, bast? un segnale: Batistuta. E il magico carrozzone dei sogni romanisti ripart? a trecento all'ora.
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Il derby ? andato, ora conta il futuro. Si attende un segnale dai fantasmi di Trigoria
(di Alessio Nardo) E’ il tempo delle scelte, anche per chi ? romanista nell’anima. Bisogna decidere se piangersi adosso o guardare avanti.
Quel che spaventa, ora come ora, non ? la partita. Il derby ? finito, amen. Il tifoso, in cuor suo, pur ripensandoci spesso, ha gi? dimenticato e archiviato tutto. Oggi, 29 maggio 2013, fa paura il futuro, la prospettiva. Che in fondo, fa rima con presente. Che cos'? la Roma adesso? E' un presidente che nel giorno pi? brutto alza i tacchi e torna in America. E' un membro del comitato esecutivo, Mark Pannes, che annuncia su Twitter "progressi per lo sviluppo del progetto stadio". E' un giocatore, Osvaldo, che d? dell'incapace (sempre su Twitter) al suo allenatore. E' un altro giocatore, Pjanic, che si dice "in fondo sollevato nell'esser stato battuto da un gol di un suo amico e connazionale". Ed ? un binomio di dirigenti che continua a dar manforte al progetto del nulla. Baldini, dopo la consueta fuffa rilasciata ai microfoni nel post partita, ? tornato a nascondersi. Di dimissioni (per ora) nemmeno l'ombra. Sabatini ? pronto a sfornare due nuove magie: Rafael e Wallace. Due giovani fanciulli brasiliani, altre due scommesse. Questa ? la realt?, questa ? la Roma. Un'entit? fantasma che fa storia a se. Lontanissima anni luce dal sentimento del tifoso, sempre pi? solo con le proprie angosce.
Cosa chiede l'innamorato romanista? Cosa vuole? Il Batistuta di turno? Chiaramente no. Non ? stupido. Basterebbe meno, molto meno. Roma ? una piazza difficile (dicono...) ma per certi versi anche la pi? facile del mondo. Perch? il tifoso medio ama a tal punto la sua squadra che ? disposto a perdonare anche il pi? vile dei tradimenti. In qualsiasi momento. Anche oggi, domani, tra una settimana. Serve solo uno sforzo da parte dei colpevoli del disastro. In fasi come queste, un presidente vero avrebbe convocato una conferenza stampa per rassicurare tutti e promettere grandi investimenti immediati. O semmai, al posto del presidente, l'avrebbe fatto il massimo dirigente. Qui, cosa c'?? Il silenzio, il vuoto, l'essenza fantasma di un'entit? che non funziona. Per gli errori commessi, nessuno paga. Anzi, ci sono gi? altri pasticci in pentola. Altri acquisti utili ad appagare il senso estetico del direttore sportivo e rinviare ad un "futuro ignoto" la competititiv? della squadra. Il tutto, in attesa della risposta di Allegri. Il presunto salvatore della patria che di certo, da solo, potr? salvare poco.
L'organico, concepito e costruito nel peggiore dei modi, con presunti talenti inesperti e gente totalmente inadeguata, necessita di un restyling completo. Va rivisto l'intero pacchetto dei portieri: via il deludente Stekelenburg ed il disastroso Goicoechea. In difesa, chi confermare? Marquinhos al 100%, forse Cast?n e Burdisso. L'unico dei terzini meritevole di una seconda chance ? l'onesto mestierante Torosidis. Gli altri (Piris, Dod? e Balzaretti) sono difficilmente ripresentabili. La vera rivoluzione serve a centrocampo. De Rossi ? un caso assestante, Pjanic gode tuttora di un inconcepibile credito concessogli da chi, senza alcun motivo, lo ha dipinto per due anni come un fenomeno mirabolante. Su Bradley e Tachtsidis meglio stendere un velo pietoso. Florenzi merita di restare, Marquinho chiss?. Davanti, altre storie. Su Destro e Lamela si deve puntare, per Osvaldo ? gi? pronto un bel biglietto (senza ritorno e senza rimpianti) per Madrid, sponda Atletico. E Totti, a quasi 37 anni, dovr? esser messo nelle condizioni giuste per essere ancora utile. Non ? pi? possibile assegnargli pesanti carrette da tirare, stop alle eccessive responsabilit?. Il Capitano deve rappresentare la ciliegina su una splendida torta chiamata Roma. Ma qui, ahinoi, il problema ? il pasticcere. A corto di cuore e passione.
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