Il Canto del Cigno è un grido di dolore, non di Dzeko che andrà a nuotare felice tra Cristiano Ronaldo e Dybala. Ma dei tifosi della Roma che in questi anni hanno, a corrente alternata, detestato e amato il Cigno di Sarajevo prima di vederlo volare verso Torino. Verso quella maglia che per decenni ha rappresentato il nemico più grande, il pianeta senza colori che nessun capitano romanista dovrebbe sognare. Nemmeno l’attaccante che negli ultimi 30 anni (Totti a parte, ovvio) ha mantenuto la media gol più alta con la maglia giallorossa. Un addio rimandato due volte e ora reale, un saluto doloroso anche se comprensibile come avviene in tante storie d’amore che finiscono. La Roma ha bisogno di cambiamento. Edin, invece, andrà a vincere quello che avrebbe voluto vincere in questi anni romani. Non c’è riuscito per demeriti altrui perché al suo fianco (almeno negli ultimi 2-3 anni) ha vissuto un vuoto creato dagli addii di compagni di probabili vittorie come Salah, De Rossi, Pjanic, Nainggolan, El Shaarawy o Gervinho. Si è trovato spaesato, a volte arrabbiato più del dovuto. Ma ha combattuto lo stesso e oggi la Roma sarebbe un’altra cosa senza i suoi gol, i suoi assist e quel modo di “far segnare 30 reti anche agli altri” come diceva Spalletti che più di tutti ne ha sfruttato le qualità in una Roma che oggi non c’è più. Intorno a lui sono sfioriti tutti, compreso Totti. E’ rimasto solo ed è stato sul punto di “cantare” l’addio prima al Chelsea poi all’Inter, ma ha sempre preferito la Roma. Ora però è tempo di salutarsi: età e ingaggio sono diventati problematici, il rapporto con Fonseca anche. E quella maglia numero 9 che fu gloriosamente indossata da Amadei, Pruzzo, Voeller, Balbo e Montella passerà sulle spalle di un altro colosso dell’Est. Più giovane, ma non ancora più forte. Starà a Milik dimostrare che è stata la scelta giusta. La logica del mercato è questa, e negli anni magari ripagherà Friedkin. Oggi però c’è un altro vuoto, oggi se ne va l’ultimo pezzo della Roma che col Barcellona ha fatto sognare almeno per una notte tifosi sfiniti da troppi addii e niente vittorie. E quindi caro Edin ti salutiamo con gratitudine e il rimpianto di aver solo sfiorato quel podio dei bomber a cui tanto tenevi. Ora sarai avversario, della squadra più avversa. E quindi non ti auguriamo (sportivamente parlando sia chiaro) nulla di buono.
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Il Canto del Cigno
Ora sarai avversario, della squadra più avversa. E quindi non ti auguriamo (sportivamente parlando sia chiaro) nulla di buono
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