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Il campionato d'estate. Ma che ne dice l'Italia?

(repubblica.it – F.Bianchi) In compagnia del suo amico Zibi Boniek, Michel Platini ha assistito sabato sera a Roma-Cagliari: 9.632 paganti, 18.617 abbonati. Totale, nemmeno 30.000 spettatori all’Olimpico, che ne tiene ufficialmente...

Redazione

(repubblica.it - F.Bianchi) In compagnia del suo amico Zibi Boniek, Michel Platini ha assistito sabato sera a Roma-Cagliari: 9.632 paganti, 18.617 abbonati. Totale, nemmeno 30.000 spettatori all'Olimpico, che ne tiene ufficialmente 72.000.

 

Che gli stadi italiani siano (mezzi) vuoti, a parte poche eccezioni come San Siro a Milano e San Paolo a Napoli, non è certo una novità. Michel Platini, da tempo, sta pensando di rivoluzionare i campionati europei, giocando d'estate e non più d'inverno. ''La gente-ci ha detto dieci giorni fa a Nyon-va più volentieri allo stadio quando ci sono trenta gradi o meno dieci?''.

Non è solo un problema di clima in Italia: gli stadi sono (mezzi) vuoti anche per altri motivi. Ma certo il freddo, il gelo non invogliano. Non so se domani Platini ne parlerà quando si incontrerà con il mondo del calcio italiano o quando, in serata, riceverà il premio 'Ali della vittoria' dal presidente Carlo Tavecchio.

Ma la rivoluzione dei calendari è una delle sue priorietà, ''e un argomento di cui si parlerà molto nei prossimi anni''. Platini vuole concordare tutto, ovviamente, con la Fifa. Secondo il settimanale tedesco Sport Bild, Fifa e Uefa presenteranno presto un progetto (che andrebbe in vigore dal 2015) di riforma del calendario del calcio internazionale, che prevedrebbe periodi dedicati unicamente alle rappresentative nazionali, con Mondiali ed Europei in programma in febbraio-marzo, e i campionati europei in estate. ''In quanto consigliere di Blatter, avevo già proposto nel 1998 un calendario internazionale che andava da febbraio a novembre ma era stato rifiutato a causa dell'opposizione degli italiani e degli spagnoli, che temevano il caldo estivo'', ha spiegato il presidente dell'Uefa, citato dal giornale. Secondo Sport Bild il progetto dettagliato dovrebbe essere presentato l'estate prossima, ''per non mettere a repentaglio le rielezioni'' di Blatter e Platini, previste rispettivamente in giugno e in marzo. Le due rielezioni comunque sono scontate. Nelle intenzioni di Fifa e Uefa, l'anno comincerebbe con un periodo di preparazione agli Europei o a Mondiali, da giocare in febbraio-marzo e non più d'estate. I mesi da metà marzo a fine ottobre sarebbero interamente dedicati alle partite di club: competizioni nazionali e Coppe europee. Il terzo periodo, sei settimane tra inizio novembre e metà dicembre, sarebbe dedicato agli incontri di qualificazione per il torneo internazionale seguente.

Le eliminatorie prenderebbero dunque la forma di un 'minicampionato' tra nazionali, al ritmo di due match a settimana. I giocatori avrebbero poi quattro settimane complete di pausa, fino a metà gennaio (chissà come sarebbero contenti?). Bisognerebbe tenere conto anche del Sudamerica e deIl'opposizione di alcune Nazioni europee, fra cui Italia e Spagna, che non vedrebbero di buon occhio il fatto di giocare in luglio-agosto (ma ad agosto, secondo Platini, potrebbe esserci una pausa). ''In questa fase non ci sono piani concreti per modificare i calendari internazionali del calcio'': questa la posizione ufficiale della Fifa. Ma c'è il problema dei Mondiali 2022 in Qatar: lì, giocare d'estate è una follia. ''La possibilità di far disputare la Coppa in inverno e non in estate è una richiesta che deve partire dalla Federcalcio del Qatar - spiega la Fifa - e che deve essere presentata al nostro Comitato Esecutivo''.

Lo stesso Blatter, nei giorni scorsi, ha dichiarato che sarebbe favorevole a far giocare i Mondiali del Qatar in inverno. L'argomento-calendari è di grande interesse per i tifosi, e se ne parlerà molto nei prossimi anni: Platini, come detto, domani terrà un discorso ai dirigenti italiani (consiglieri federali e anche rappresentanti dei club impegnati nelle Coppe). Ci saranno Abete, Beretta, Moratti, Lotito, Albertini, Macalli, Tavecchio e c. Si parlerà di financial fair play, di scommesse, di violenza, di razzismo e forse anche di calendari. La Lega di serie A presenterà una proposta, suggerita da Adriano Galliani e condivisa in parte anche dall'Eca, l'associazione europei dei club, il cui vicepresidente è Umberto Gandini. Ecco la proposta: due ranking Uefa, uno per la Champions e uno per l'Europa League. Quello attuale, unico, ci penalizza troppo: dalla prossima stagione conteranno solo i primi tre posti in campionato perché, sorpassati dalla Germania, perderemo un posto in Champions. Ma l'Europa League, sempre snobbata colpevolmente dai nostri club, è un dramma: calano gli introiti del 60 per cento rispetto alla Champions. Non so cosa risponderà Platini, forse dirà che è un problema solo italiano perché altre Nazioni l'Europa League non lo trascureranno affatto. Peccato che al summit con Platini non possano essere presenti anche i vertici del sindacato calciatori, impegnati proprio domani sera a Milano nel gala degli Oscar del Calcio ( la Lega di serie A sarà rappresentata dal dg Marco Brunelli). Tremonti e i presidenti da 12.000 euro al mese... Allarme fra le Federazioni sportive: le norme di contenimento della spesa pubblica, volute dal ministro Tremonti, tagliano i gettoni di presenza di presidenti federali, consigli federali, collegi e commissioni, revisori dei conti e membri Covisoc, eccetera. Ci sono presidenti di Federazione che prendono 12.000 euro al mese di rimborsi spese e ora dovranno accontentarsi di 900. Chiaro, che siano poco felici. Ma la legge c'è e va rispettata, come ha ricordato, giustamente, il presidente dello sport italiano, Gianni Petrucci. Convocati al Coni per mercoledì prossimo tutti i vertici dello sport per cercare di limitare i danni. I gettoni di presenza al massimo potranno essere di 30 euro, tagli anche a convegni, mostre, auto blu, eccetera. C'è il rischio di dimissioni dei revisori dei conti che arrivavano a circa 30.000 euro lordi all'anno. Che fare? Mercoledì summit con Petrucci e Pagnozzi. Una battuta gira in questi giorni: in futuro bisognerà trovare presidenti di federazione che siano ricchi, possibilmente in pensione e vivano a Roma.