Iago Falqué Silva è nato a Vigo, una città della Galizia, comunità autonoma nel nord-ovest della Spagna. Nel suo paese d'origine ha vissuto poco, grazie alle sue abilità calcistiche che lo hanno portato in giro prima per la Spagna, poi per l'Europa. All'età di dieci anni lascia la propria casa per andare a giocare nella Primavera del Real Madrid, poi nella cantera del Barcellona, in quella juventina, fino al passaggio in prima squadra in club come Villareal, Tottenham, Southampton, Almeria e Rayo Vallecano. Poi, nella passata stagione, la consacrazione nel Genoa, disputando un grande campionato da protagonista, con 32 presenze e 13 gol. Da qui la chiamata della Roma, il salto di qualità in un grande club.
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Iago Falque: “La Roma è un grande club, un’occasione da non perdere. Il nostro obiettivo è vincere”
"La prima cosa che mi hanno detto quando sono arrivato qui è che l'obiettivo è vincere. Accetto la sfida, è quello che vorrebbe qualsiasi giocatore"
Lo spagnolo racconta la sua carriera fino all'approdo nella Capitale al giornale della sua comunità, “La Voz de Galicia”.
Dopo la tua presentazione, l'ambiente romano crede di poter prendere il posto della Juventus in campionato
"Conosco il club in cui sono arrivato. La prima cosa che mi hanno detto è che l'obiettivo è quello di vincere. La posta è alta e accetto la sfida. E 'quello che ogni giocatore vorrebbe".
Stai rapidamente bruciando le tappe
"Sì, ma nel giusto ordine: crescere con l'Almeria, la salvezza con il Rayo, la UEFA con il Genoa e ora con la Roma. Passo dopo passo".
Hai trovato il tuo posto in Italia?
"Si. In Italia il rispetto l’ho guadagnato l'anno scorso con la stagione che ho fatto a Genova. Ma mi sento anche bene in Spagna. In breve, non si tratta di dove ci si trova, ma in come si ottiene la fiducia nel giocare, al di là dello stile di gioco del campionato".
Della tua tappa in Inghilterra però non dici lo stesso
"Io non sono uno di quelli che dà sempre la colpa agli altri. Guardo anche a me stesso. In Inghilterra non era divertente perché non mi sentivo addosso la fiducia, e questo influisce molto sulla condizione in cui giocavo".
E qual è la prima impressione che ti ha dato la Roma?
"Sono in una grande squadra, questa è la prima impressione. Insisto sul fatto che ora devo rispondere a questo, è una sfida. Mi trovo di fronte la più grande sfida della mia carriera. Sono lieto di essere venuto in una grande squadra. Roma è un'altra dimensione, il sogno di tutti. Ho lottato e ho girato molto, anche se non si direbbe visto che ho solo venticinque anni".
Non puoi venire a giocare in Galizia?
"Non credo. La verità è che non ho mai avuto la possibilità di giocare in Galizia. Dal momento che c’è stato l'interesse della Roma, l'ultima cosa che penso è un altro posto. Tuttavia, devo dire che il calcio in Galizia sta mostrando il recupero, sia all'interno che all'esterno di questa. Il Celta è un esempio di come funzionano le cose e offre opportunità per i giovani. E il Deportivo sta ora facendo le cose veramente bene".
Hai mai pensato di tornare a Barcellona?
"No. Non credo. Roma è un'occasione da non perdere".
Che cosa ti hanno detto il capitano Totti e l'allenatore Rudi Garcia?
"Totti si è comportato come un partner alla pari. E l'allenatore non mi ha ancora detto quello che mi aspetta. E 'ancora troppo presto".
Come pensi di migliorare il tuo gioco a Roma?
"Devo migliorare in molte cose in un grande club, non c'è dubbio. Giocando sotto pressione, per esempio. Aumenta la responsabilità e devo essere coerente con me stesso. Tale livello di competizione rende migliore. Ti fa bene. Lo stesso vale per il livello dei miei compagni".
Vigo?
"La mia casa, i miei amici, la mia città. I ricordi più belli nel mondo del calcio. Ora qui sto bene, naturalmente, ma non è la stessa cosa".
Barcellona?
"Dove ho studiato e sono cresciuto".
Torino?
"La mia prima stagione fuori dalla Spagna. Mi ha dato più forza e maturità. Esperienze, esperienze..."
Villarreal?
"La mia prima esperienza professionale. Mi è piaciuta. E’ stata una fase veramente buona".
Londra?
"Un anno e mezzo. Il periodo più difficile della mia carriera".
Almeria?
"Lì mi sono divertito, sono cresciuto. Una situazione molto bella".
Madrid?
"Se sono qui oggi è grazie a Paco Jemez, a Felipe Miñambres e al Rayo Vallecano; lo devo a loro. Questa fase ha cambiato tutto".
Genova?
"La conferma di ciò che ho fatto a Madrid. Una stagione storica per il club. Indimenticabile".
Roma?
"Un grande club, davvero grande".
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