Tanta, tanta sofferenza nella Roma che espugna il Matusa grazie a un gol del preziosissimo Iago Falque. Sulla vittoria in Ciociaria c’è pure il marchio di Szczesny Florenzi e Iturbe che chiude i giochi con un gol magnifico. A centrocampo ettolitri di sudore per De Rossi e Keita. Davanti Dzeko opaco, la volontà di Totti e le incertezze di Gervinho.
news as roma
Frosinone-Roma LE PAGELLE: Iago della bilancia pende dalla parte giusta. Gervinho: troppo affetto può fare male
I giallorossi espugnano il 'Matusa' grazie ai gol di Iago Falque e Iturbe. Tanta corsa per De Rossi e Keita, opaco invece il centravanti bosniaco
SZCZESNY 6,5: Garcia lo tiene sul filo del rasoio, ma il polacco ha mano ferma e dopo mezz’ora chiude la porta con un altro paratone. Bene anche su Rosi nel secondo tempo quando però compie un’uscita kamikaze che mette in difficoltà i compagni. Deve anche tenere a bada le spintarelle di Diakitè che ormai somiglia sempre più a Carl dei Simpson. Coi piedi se la cava meglio di Astori.
FLORENZI 6,5: Torna nel futuro, e quindi in difesa, dopo il salto nel passato con la nazionale. Il presente dice che Florenzi come terzino sta crescendo anche grazie alla malleabilità cerebrale di Alessandro. Niente macchie, solo qualche alone soprattutto quando entra Verde. Quando prova a salire dimostra di avere sempre il mirino centrato alla Metal Gear Solid.
MANOLAS 6: Getta acqua fresca sui bollori “romanisti” di Ciofani, ma l’attaccante del Frosinone non si lascia scoraggiare e gli ruba il tempo di testa sfiorando il pareggio. Qualche disturbo d’intesa con Florenzi sulla posizione nei calci da fermo avversari.
RUDIGER 5,5: Da uno con quel fisico e quella faccia ti aspetti tutto tranne che un piede educato. Invece il tedesco dimostra di saper giocare il pallone con una discreta tranquillità. Non ha ancora preso però le misure di una difesa per lui tutta nuova e in qualche frangente resta fuori dal perimetro. A venti dalla fine liscia un pallone in area che provoca un capello bianco a Garcia. Uno spavento se lo prende pure lui quando Rosi simula in area.
DIGNE 6: Ha quella bella abitudine “da terzino” di puntare la bandierina sin da quando prende palla sulla sua trequarti. Gli equilibri di squadra però ne limitano la voglia di strafare e nel primo tempo riesce a mettere solo due (buoni) palloni al centro. Palma d’oro quando simula una pallonata in faccia per rendere meno evidente un fallo di mani involontario in area.
KEITA 6: Professore a centrocampo, supplente in difesa. Il doppio lavoro gli vale un aumento di stipendio anche perché è costretto a qualche lezioni di ripetizione a Rudiger. Ne risente la fase d’impostazione dove solo nel finale riesce ad alzare la voce. Peccato per un colpo di testa nel primo tempo finito a lato.
DE ROSSI 6: Nuota nell’acqua sporca e con poche boe come punti di riferimento. Per fortuna non trova squali anche se Dionisi prova a mordere un paio di volte. Quando entra Nainggolan ringrazia con il segno della croce e va a dare una mano in difesa.
FALQUE 7: Basta la parola. Lo Iago della bilancia sa caricare col giusto peso i due piatti e garantisce solidità in difesa e pericolosità inattesa in attacco. Come quando al 42’ si nasconde dietro la schiena di Blanchard, per poi sputare e infilare la porta di Leali. Si prende un giallo per un eccesso di generosità. Esce lui, e Gervinho resta in campo. (25’st Salah 6,5: trova il guizzo giusto nel finale e mette un po’ di salsa yogurt su una pietanza non troppo saporita)
TOTTI 6: L’esordio arriva in posticipo così come la sintonia con Dzeko. La prima scintilla arriva dopo mezz’ora, ma per nascere una storia ci vuole ancora tempo. Nell’ultima mezz’ora con l’uscita del bosniaco si rimette al centro del mondo e le cose vanno leggermente meglio. Va vicino due volte al numero 300 con un destro in diagonale deviato da Leali e una botta da fuori. Prezioso in fase difensiva nel finale. Rischia però qualcosa in più del giallo quando calpesta come una sigaretta sull’asfalto la gamba di Dionisi. (35’st Iturbe 6,5: fa più lui in 10 minuti che Gervinho in 6 mesi. Gol che chiude la partita e riapre l’avventura romanista di un talento ora più sicuro di sé stesso)
GERVINHO 5,5: Impensabile pensare a un Garcia che rinuncia sempre all’ivoriano, illogico schierarlo in un attacco che vede già due accentratori come Totti e Dzeko. Il suo gioco sembra ormai un libro aperto e evidenziato a doppio pennarello. Una volta era l’arma letale, oggi sembra il remake di una pallottola spuntata. Troppo affetto “paterno” fa male. Sale nel finale, quando tutti gli altri sono stremati dal caldo ciociaro.
DZEKO 5,5: Quella benda in testa conclude il mascheramento da bomber anni ’80. Arriva tardi dopo 10 minuti su un cross teso di Falque e nel primo tempo sembra accecato dal sole ciociaro. Le zolle ciociare e la stanchezza post nazionale ne ostacolano l’incedere anche nella ripresa. Esce senza gli onori di due settimane fa. (12’st Nainggolan 6,5: subito un brivido, come direbbe qualcuno, poi porta viveri e acqua a un centrocampo stremato. Col Ninja sale il livello)
GARCIA 6: Opta per un turn-over morbido e una squadra super offensiva, ma al posto dell’evanescente Gervinho forse poteva far più comodo Iturbe. Così diventa un’ossessione. La sua Roma trova le stesse difficoltà di Verona nell’abbattere il fortino avversario, per fortuna il livello tecnico dell’avversario è un po’ più basso. Tempestivo nel cambio Iturbe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA