Commentano in una chat su Viber tutte le partite della Roma, quelle che fino a un anno fa vedevano insieme, sciarpa al collo, nei bar della capitale. E quando giocano a calcetto indossano solo la maglia giallorossa. No, non siamo a Testaccio o Garbatella ma a quasi 2500 chilometri più a est, in Ucraina. Non sono sfegatati romanisti ma sfegatati-romanisti-ucraini. E giovedì sera saranno i primi (esclusi i mille che hanno visto un paio di gare a inizio campionato) a riuscire a vedere una partita della Roma dal vivo dopo l’astinenza forzata causa Covid.
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I romanisti tornano allo stadio: contro lo Shakhtar il Fronte Ucraino ha bloccato un intero settore
Giovedì sera Pellegrini e compagni potranno contare sul supporto di un gruppo di tifosi che da Kiev segue tutte le partite
Perché a pochi giorni dal triste anniversario dell’anno senza stadio, la Roma dei tifosi li riavrà. Allo stadio Olimpico – guarda un po’ – di Kiev in tribuna ci saranno anche i colori giallorossi, visto che anche in Ucraina la Roma è molto seguita e lì sì, allo stadio si può andare. Dal governo è stato dato il nuovo ok e dal 21 febbraio lo Shakhtar ne ha riabbracciata una piccola fetta. I biglietti disponibili sono 15 mila. Un numero che comunque non verrà raggiunto viste le difficoltà logistiche: Donetsk e Kiev distano più di 700 chilometri. Tanto che dallo Shakhtar nelle ultime ore continuano gli appelli per acquistare i tagliandi.
Ma un settore sarà “pieno” ed è il numero 26, in tribuna. È lì che ci saranno gli ucraini tifosi della Roma e qualche italiano trapiantato a Kiev. Perché Dzeko e compagni nella partita che può valere l’accesso ai quarti potranno contare sul gruppo del Fronte Ucraino, un fan club nato nel 2004. Hanno acquistato il biglietto pagando 10 euro, ovviamente in grivnia, la moneta locale. Allo stadio dovranno indossare la mascherina (nonostante lì non sia obbligatoria nei luoghi all’aperto ma solo in quelli al chiuso) e rispettare le distanze anche tra i seggiolini. “I tifosi arriveranno da tutta l’Ucraina – ha raccontato a Forzaroma.info Diana, la leader e fondatrice del gruppo – ma si sarebbero uniti anche i ragazzi del Roma club di Mosca e San Pietroburgo. Purtroppo anche per loro in questo momento non è facile spostarsi”.
La storia del Fronte Ucraino, il fan club di Kiev
Il Fronte Ucraino è nato nel 2004 in occasione di Dinamo Kiev-Roma (di cui ci si ricorda soprattutto la partita all’Olimpico per la monetina lanciata all’arbitro Frisk). E in maniera del tutto casuale. Una decina di ucraini si erano ritrovati davanti all’albergo della Roma per strappare un autografo, scoprendo di avere una passione comune. Adesso sono una cinquantina. “E non ci perdiamo una partita – assicura Diana -. A causa del Covid possiamo solamente commentarle via chat, ma prima ci incontravamo ogni weekend in un bar diverso di Kiev e guardavamo le partite”. Nel 2017 erano a Kharkiv e in quel caso portarono bene, vista la qualificazione ai quarti: “Quello che non dimenticherò mai però sarà l’incontro con Totti – continua – perché erano 13 anni che sognavo di vederlo da vicino e abbracciarlo. Ah, ovviamente non ci siamo persi neanche il suo addio al calcio. Ve li immaginate cinquanta ucraini abbracciati che piangono davanti alla tv per un calciatore della Roma? Ma la grandezza del capitano è anche questa”.
Stavolta il destino sembra essere lo stesso, visto che Fonseca è forte del 3-0 dell’andata: “Paulo l’abbiamo apprezzato anche qui in Ucraina, ma mai avremmo pensato a un risultato così all’Olimpico, è stata una serata fantastica. Ora i nostri preferiti sono Dzeko e ovviamente Mkhitaryan, che ha giocato allo Shakhtar. E facciamo il tifo affinché qualcuno, come Pellegrini, possa raccogliere l’eredità di Totti e De Rossi. Ma per dei pazzi come noi i giocatori non contano più di tanto”.
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