(Corriere della Sera-G.Piacentini) Lo aveva detto venerdì alla partenza da Fiumicino, Miralem Pjanic, che il gol non era la sua ossessione. «Ho fatto tre assist, per il momento va bene così», le sue parole prima di volare verso Novara.
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I lampi di Bojan e Pjanic, visi d'angelo giallorossi
(Corriere della Sera-G.Piacentini) Lo aveva detto venerdì alla partenza da Fiumicino, Miralem Pjanic, che il gol non era la sua ossessione. «Ho fatto tre assist, per il momento va bene così», le sue parole prima di volare verso Novara.
E siccome non è a lui che Luis Enrique ha chiesto i gol per vincere al «Piola», il bosniaco ha continuato a fare quello che gli riesce meglio, e cioè gli assist. Straordinario quello che ha portato alla rete di Bojan che ha spianato la strada alla Roma, meno appariscente ma non meno importante il secondo, direttamente da calcio d'angolo per la testa di Osvaldo.
Per gli appassionati di fantacalcio che ce l'hanno in squadra, la sua prestazione di sabato sera vale quasi come se avesse segnato personalmente, e probabilmente anche Luis Enrique la pensa allo stesso modo. Il tecnico spagnolo in questi suoi primi mesi ha sempre ruotato - anche a Novara ha fatto lo stesso – molti giocatori, ma con qualche eccezione. Pjanic è uno dei pochi (insieme a De Rossi, Stekelenburg e fino a Novara anche Josè Angel) che quando stava bene è sempre partito titolare. Ci ha messo un po' più di tempo rispetto a Pjanic, ma anche Bojan si sta ritagliando uno spazio importante nella formazione giallorossa e sta dando ragione al tecnico, che si è esposto fortemente per portarlo nella capitale. A Novara ha realizzato il suo secondo gol consecutivo (il terzo in campionato) partendo dalla panchina, ma soprattutto ha cambiato l'inerzia della gara. Una caratteristica, quella di essere decisivo entrando a partita in corso, che in passato ha caratterizzato la carriera di grandi campioni (da Altafini a Massaro nel Milan di Sacchi o, per rimanere alle questioni giallorosse, Montella nell'anno del terzo scudetto) ma che non può che stare stretta ad un calciatore di appena 21 anni. «Decide il mister quando farmi giocare e io cerco sempre di dare il massimo», ha detto sabato dopo la gara aggiungendo però che «quando entro dalla panchina ci metto più rabbia». Se quella rabbia riuscirà a metterla in campo per novanta minuti, potrà risolvere più di un problema a Luis Enrique, e la Roma si ritroverà con un campione in più.
"Lo aveva detto venerdì alla partenza da Fiumicino,, che il gol non era la sua ossessione. «Ho fatto tre assist, per il momento va bene così», le sue parole prima di volare verso Novara. E siccome non è a lui che Luis Enrique ha chiesto i gol per vincere al «Piola», il bosniaco ha continuato a fare quello che gli riesce meglio, e cioè gli assist. Straordinario quello che ha portato alla rete di Bojan che ha spianato la strada alla Roma, meno appariscente ma non meno importante il secondo, direttamente da calcio d'angolo per la testa di Osvaldo. Per gli appassionati di fantacalcio che ce l'hanno in squadra, la sua prestazione di sabato sera vale quasi come se avesse segnato personalmente, e probabilmente anche Luis Enrique la pensa allo stesso modo. Il tecnico spagnolo in questi suoi primi mesi ha sempre ruotato - anche a Novara ha fatto lo stesso – molti giocatori, ma con qualche eccezione. Pjanic è uno dei pochi (insieme a De Rossi, Stekelenburg e fino a Novara anche Josè Angel) che quando stava bene è sempre partito titolare.
"Ci ha messo un po' più di tempo rispetto a Pjanic, ma anche Bojan si sta ritagliando uno spazio importante nella formazione giallorossa e sta dando ragione al tecnico, che si è esposto fortemente per portarlo nella capitale. A Novara ha realizzato il suo secondo gol consecutivo (il terzo in campionato) partendo dalla panchina, ma soprattutto ha cambiato l'inerzia della gara. Una caratteristica, quella di essere decisivo entrando a partita in corso, che in passato ha caratterizzato la carriera di grandi campioni (da Altafini a Massaro nel Milan di Sacchi o, per rimanere alle questioni giallorosse, Montella nell'anno del terzo scudetto) ma che non può che stare stretta ad un calciatore di appena 21 anni. «Decide il mister quando farmi giocare e io cerco sempre di dare il massimo», ha detto sabato dopo la gara aggiungendo però che«quando entro dalla panchina ci metto più rabbia». Se quella rabbia riuscirà a metterla in campo per novanta minuti, potrà risolvere più di un problema a Luis Enrique, e la Roma si ritroverà con un campione in più.
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