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Gran tifo, pensando a DiBenedetto

(Il Romanista – P.Bruni) – C’è attesa ed entusiasmo per vedere all’opera la mejo gioventù giallorossa. Nonostante la coppa Italia, al momento, sia un discorso da “Primavera” i tifosi non vogliono perdere l’occasione per...

Redazione

(Il Romanista - P.Bruni) - C’è attesa ed entusiasmo per vedere all’opera la mejo gioventù giallorossa. Nonostante la coppa Italia, al momento, sia un discorso da “Primavera” i tifosi non vogliono perdere l’occasione per stare vicini alla Magica.

Dodicimila spettatori col cuore diviso fra l’emozione di vedere i ragazzi di De Rossi alzare il trofeo tricolore e la speranza di poter assistere, entro pochi giorni, alla rinascita della società. Roma-Fiorentina sul campo, Thomas Di Benedetto nella mente: due sogni distinti con un denominatore comune. Grandi e piccini arrivano alla spicciolata davanti allo stadio: molti di corsa, alcuni a passo flemmatico, ma tutti con le sciarpe al collo o qualche bandiera stretta nelle mani. Fra loro, anche un sostenitore d’eccezione: Marco Borriello.«Sarò allo stadio a vedere la finale – ha raccontato il centravanti qualche ora prima sulla sua pagina di Facebook – e fare il tifo per i nostri ragazzi. Forza giallorossi!». Come lui, tanti innamorati: «Dopo essere stata al Franchi, nella partita d’andata, non potevo mancare qui. Questi pischelli meritano davvero tutto il nostro affetto, loro sono la parte bella del calcio e onorano la maglia che indossano», dice Francesca Di Bernardini mentre sta per entrare in Tevere. Sulla stessa lunghezza d’onda Sandro Capierci, abbonato in Sud e, per una sera, ospite della tribuna: «Tifiamo solo la maglia e non voglio aggiungere altro. Andiamoci a prendere sta coccarda e incrociamo le dita per il futuro».

Ed è proprio il domani societario a tenere banco e catalizzare le attenzioni della gente. La Roma passerà in mani americane oppure ci saranno colpi di scena? Bisogna essere ottimisti o guardare al passato e preoccuparsi? Elio Languo: «Non ce la faccio più. Sono praticamente sette anni che va avanti questa storia e, nel frattempo, siamo noi ad andarci di mezzo. A sto punto, voglio soltanto una soluzione. Decida Unicredit chi, come, quando e perché». Matteo Piazza: «Ho molta paura: Soros era ad un passo dalla firma e poi tutti sanno com’è andata. Fin quando ci non vedo nero su bianco non ci credo». Laura R.: «Credo sia tutto fatto ma, dopo averne viste tante, abbiamo il timore di un fallimento della trattativa». Molto rassicurante, invece, il pensiero di Carlo Anselmo: «E’ normale che il passaggio non possa realizzarsi in tempi brevi, ci sono di mezzo molti milioni di euro e una società quotata in borsa. Basta calarsi nella situazione per capire che, ognuna delle parti, non vuole perderci un centesimo». Stessa linea concettuale anche da parte di Stefano A.: «Ormai è fatta, c’è un comunicato che parla chiaro. Bisogna tenere a mente che è stata Unicredit ad andare negli Stati Uniti a corteggiare Di Benedetto. Se non l’ avessero reputato adeguato, non si sarebbero mossi».