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Gli invisibili

(di Alessio Nardo) Esistono in ogni squadra. Son lì, nascosti in un angolo, in attesa del loro momento. Che non arriva quasi mai. Gli invisibili, i “desaparecidos”.

Redazione

(di Alessio Nardo) Esistono in ogni squadra. Son lì, nascosti in un angolo, in attesa del loro momento. Che non arriva quasi mai. Gli invisibili, i "desaparecidos". Giocatori di età variabile tra i 19 e i 35 anni, costretti a sguazzare nel dimenticatoio. Volete degli esempi? Lucio della Juventus; Mariga, Chivu e Stankovic dell'Inter; Traoré e Mesbah del Milan; Stankevicius, Zauri e Carrizo della Lazio.

Anche la Roma ha i suoi. Nomi illustri, pregiati. Partiamo da due portieri. Bogdan Lobont, secondo molti (in estate), avrebbe potuto persino insidiare il posto da titolare di Stekelenburg. Operazione non riuscita. Il 34enne romeno ex Ajax, anche a causa di qualche infortunio di troppo, è stato retrocesso a ruolo di terzo, sorpassato nelle gerarchie dall'uruguaiano Goicoechea, pallino di Zeman, ormai da quattro partite in campo dal 1'. Se il giovane Svedkauskas è il quarto, non va dimenticato il...quinto. Ex titolare, quasi scudettato, oggi fuori rosa nonostante un contratto in scadenza a giugno 2014. Julio Sergio Bertagnoli, in teoria,  è ancora un calciatore della Roma. Ma di fatto, non lo è più. Da tempo.

Ci spostiamo in difesa e citiamoAlessio Romagnoli. Intendiamoci, il ragazzo ha appena 17 anni ed è fisiologico che non sia ancora riuscito ad esordire ufficialmente in prima squadra. Ma è altrettanto vero che ad agosto, lui e Marquinhos (vista la giovane età) erano considerati più o meno sullo stesso piano. Entrambi con identiche possibilità di "sottrarre" il posto ad uno dei due titolari, Burdisso e Castàn. Se il brasiliano, in poco tempo, è divenuto un protagonista assoluto, Alessio è rimasto lì. In panchina. E Zeman, per ora, non sembra intenzionato a concedergli qualche scorcio finale di gara. C'è poi un altro centrale del settore giovanile. Tre anni più "anziano" del collega Romagnoli, riscattato dalla Roma in estate (dal Grosseto) per la modica cifra di 100.000 euro. Si chiama Luca Antei, titolare della Primavera tricolore del 2011, promessa fin qui inesplosa. Attualmente è ai box per l'infortunio ai legamenti del ginocchio rimediato a fine maggio. Son trascorsi quasi sette mesi dall'operazione, il rientro in campo è vicino. Probabile, per Luca, una sistemazione altrove. Magari di nuovo in B, a partire da gennaio, con l'obiettivo di rimettere insieme i cocci di una carriera interrotta sul più bello.

E Dodò? Defnirlo un fantasma forse è eccessivo. Lo avremmo fatto se il tanto atteso debutto in giallorosso non fosse ancora avvenuto. Il 20enne brasiliano, primo acquisto in ordine cronologico della scorsa estate, dava l'idea di aver finalmente smaltito i guai al ginocchio lesionato dodici mesi fa. Due presenze, entrambe dal 1', nelle maledette gare con Udinese (28 ottobre) e Parma (31 ottobre). Poi, nuovi contrattempi fisici. Con Balzaretti che si è ripreso di forza il posto da titolare, pur senza brillare. Altro giro, altri invisibili. Quando si parla di Rodrigo Taddei e Simone Perrotta è sempre doveroso inchinarsi e ringraziare. Due istituzioni. Ex pilastri inamovibili, oggi semplici alternative. Il brasiliano, 32 anni, ha fin qui messo insieme tre misere presenze (l'ultima a fine settembre con la Juventus) e 214'. Simone ha riassaporato il campo a Pescara, sostituendo al 77' Mattia Destro (che aveva appena 13 anni quando Perrotta, nel 2004, sbarcò a Trigoria). Per il campione del mondo, 80' disputati in stagione. Meno di una partita intera.

Procediamo con due acquisti firmati Walter Sabatini. Due dei tanti. Tra i meno riusciti, certamente i più misteriosi. Loic Negofu addirittura il primo del nuovo corso, in senso strettamente cronologico. Tesserato a parametro zero a luglio 2011 dopo un'esperienza nel Nantes (Serie B francese). Esile sul piano fisico, l'allora nazionale Under 20 transalpino venne spedito in Primavera a farsi le ossa agli ordini di Alberto De Rossi. Esperienza positiva, qualche gol importante. Ma Luis Enrique non lo ha mai riitenuto un'alternativa credibile per la prima squadra. Idem Zdenek Zeman. Zero, dicasi zero minuti in un anno e mezzo. Tre, invece, le presenze collezionate da Junior Tallo,bestione ivoriano classe '92 prelevato in prestito dal Chievo sedici mesi fa e riscattato in estate. Discrete giocate, gran fisico. In campo con Fiorentina, Napoli e Chievo nella parte finale del passato campionato. Poi basta. Col boemo neanche dieci secondi di gloria. Eppure, con la partenza di Bojan il 31 agosto, il giovane africano fu di fatto promosso a ruolo di sesta punta dell'organico, alle spalle di Lamela, Osvaldo, Totti, Destro e...Nico Lopez.

Eccolo el conejo, l'ultimo invisibile. Esordio show in Serie A il 26 agosto contro il Catania. Schierato all'85' (al posto di Totti) e autore di un gol favoloso, da fuoriclasse. Lancio in profondità di Bradley, stop al volo in area, delizioso sombrero su Alvarez e sinistro preciso sul primo palo. 2-2, acciuffato al 92'. Di seguito un altro spezzone, il 16 settembre col Bologna. Roma già pazza del dentone, 19enne gioiello in rampa di lancio. "Stoppato" da Zeman. Mai più visto in campo, da allora. L'ottimo rendimento dei quattro titolari ne ha certamente ostacolato l'ascesa. Ma a Pescara, vista l'assenza di Lamela, in molti attendevano il suo impiego. Se non dal 1', almeno a gara in corso. Invece il boemo ha persino preferito cambiar modulo in corsa, schierando Perrotta e Tachtsidis in luogo di Destro e Osvaldo. Lasciando il baby uruguagio in naftalina. Una tacita ammissione: Nico non è ancora pronto per il mondo dei grandi.