(di Alessio Nardo) La stagione della Roma ha ufficialmente preso il via ma all'appello manca ancora un portiere titolare. Con Doni al Liverpool, Julio Sergio vicino ad accasarsi altrove e le assai poco convincenti alternative Curci e Lobont, il ds Walter Sabatini è chiamato a fare in fretta.
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Gli africani della Roma: una tradizione sfortunata
(di Alessio Nardo) La stagione della Roma ha ufficialmente preso il via ma all’appello manca ancora un portiere titolare. Con Doni al Liverpool, Julio Sergio vicino ad accasarsi altrove e le assai poco convincenti alternative Curci e Lobont,...
L'olandese dell'Ajax Maarten Stekelenburg sino a pochi giorni fa sembrava ad un passo, ma l'esose richieste economiche dei lancieri per un giocatore in scadenza di contratto nel 2012 hanno (al momento) rallentato la trattativa. Ora come ora, il più vicino a vestire i colori giallorossi pare essere Idriss Carlos Kameni, 27 anni, camerunense, dal 2004 all'Espanyol e freschissimo ex compagno di Ivan De la Pena, attuale vice di Luis Enrique. E' stato proprio lo staff tecnico spagnolo a segnalare il ragazzo di Douala a Sabatini. Kameni potrebbe essere il nuovo titolare, o anche il nuovo secondo. Non è infatti escluso che la Roma miri all'acquisto di due portieri, come velatamente ammesso un mese fa da Sabatini in conferenza stampa: "Vedremo chi tra gli estremi difensori presenti in organico dovrà rimanere a fare il dodicesimo. O addirittura il terzo...".
Kameni potrebbe diventare l'undicesimo calciatore africano della storia della Roma. Una tradizione, ahinoi, infelice e sfortunata. Il calcio del continente nero è in continua evoluzione: la semifinale mondiale sfiorata dal Ghana un anno fa (eliminazione ai rigori ai quarti con l'Uruguay) ne è un'evidente testimonianza. Mai, nella sua storia, l'Africa ha vantato un tale numero di fuoriclasse in giro per il mondo: da Eto'o a Drogba, da Essien a Keita, da Yaya Touré a Boateng. La Roma? Fin qui estranea al giro dei campioni: dei dieci africani 'ammirati' a Trigoria dal 1998 ad oggi, nessuno ha lasciato tracce permanenti. Chi fu il primo? Neanche a farlo apposta, un camerunense: Pierre Nlend Wome, classe '79, terzino sinistro acquistato da Franco Sensi alla tenera età di 19 anni. 'Pierino' non andò aldilà di otto misere presenze sotto la gestione Zeman, prima di dire addio. Tre anni dopo, nel 2001, la Roma capelliana puntò su un ragazzo giovane ed esuberante: Saliou Lassissi, 23enne ivoriano ex Parma e Fiorentina. In un'amichevole del 7 agosto all'Olimpico contro il Boca Juniors, un fortuito scontro di gioco con l'attaccante Antonio Barijho gli procurò la frattura di tibia e perone della gamba sinistra. Incidente grave che non consentì mai a Lassissi di debuttare ufficialmente in maglia giallorossa e dal quale non è mai riuscito a a riprendersi al 100%, chiudendo la carriera a soli 30 anni dopo un inglorioso girovagare tra Nancy, RFC Daoukro, Bellinzona e L'Entente SSG.
Durante l'era Capello, crebbero nel settore giovanile due ragazzi nigeriani di belle speranze: Akande Ajide e Adewale Dauda Wahab, considerati i potenziali eredi dell'allora gioiello interista Obafemi Martins. A posteriori, due semplici meteore: Ajide, classe '85, collezionò una sola presenza in prima squadra (il 16 maggio 2004, Samp-Roma 0-0) e attualmente gioca nel Locarno; Wahab, classe '84, ottenne cinque gettoni (uno in Coppa Uefa, uno in campionato, tre in Coppa Italia) e oggi milita anch'egli in Svizzera, nel Bellinzona. Riaprendo il capitolo dei cocenti flop, come dimenticare Ahmed Hossam Mido, attaccante egiziano strappato da Franco Baldini al Marsiglia nell'agosto 2004. Considerato all'epoca un fulgido talento del calcio mondiale (nell'Ajax costituiva un'efficientissimo tandem con Zlatan Ibrahimovic), il 'Faraone' trovò scarsissima gloria in giallorosso: solo otto presenze (e zero reti) agli ordini di Rudi Voeller prima e Gigi Delneri poi. A gennaio 2005 fu ceduto in prestito per due anni al Tottenham e rientrò a Trigoria nell'estate del 2006: giusto il tempo di rimediare una nuova cocente bocciatura da Luciano Spalletti, che lo utilizzò in finale di Supercoppa Italiana (vinta dall'Inter per 4-3) salvo poi avallarne la cessione a titolo definitivo in Inghilterra.
L'estate 2005 è sinonimo di record: ben tre calciatori africani acquistati dalla Roma in un'unica sessione di mercato, peraltro condizionata dal parziale blocco imposto dalla Fifa per il caso Mexés. Il ds Daniele Pradé tentò il triplo affare, ma il campo fu aspro giudice. A Trigoria sbarcarono il difensore ghanese Samuel Kuffour, l'attaccante congolese Shabani Nonda e il giovane centrocampista marocchino Houssine Kharja. Il primo, ex campione d'Europa con il Bayern Monaco, divenne titolare inamovibile nei primi mesi dell'era spallettiana, salvo partire per la Coppa d'Africa a metà stagione e perdere il posto in favore di Mexés (31 presenze complessive, un gol in Coppa Uefa a Tromso); Nonda iniziò realizzando qualche gol ma pian piano dimostrò evidenti limiti di tenuta dovuti ad infortuni pregressi; Kharja rimase ai margini della prima squadra (12 presenze) trovando un piccolo spazio di gloria il 25 marzo 2006, realizzando di testa il definitivo 1-1 all'85' al Delle Alpi contro la Juventus. Le ultime "perle" giunte dal continente nero sono assai recenti: Ahmed Apimah Barusso, mediano ghanese acquistato nel 2007 dal Rimini e tuttora sotto contratto con la Roma (mai protagonista in maglia giallorossa, solo tre apparizioni), e Souleymane Diamoutene, difensore del Mali giunto nel gennaio 2009 in prestito dal Lecce: quattro presenze in campionato e due in Champions contro l'Arsenal. Dieci africani a Roma, dieci pagine non certo memorabili. Da Kameni in poi, l'augurio è di scrivere un'altra storia.
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