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forzaroma news as roma Giuffredi: “Veretout alla Roma è stata la trattativa più difficile in carriera”

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Giuffredi: “Veretout alla Roma è stata la trattativa più difficile in carriera”

Redazione
Le sue parole: "L'accordo era fatto ma poi cambiarono le carte in tavola. Feci tornare il calciatore indietro e il giorno dopo ottenni una soluzione contrattuale che mi soddisfaceva"

Mario Giuffredi, noto procuratore, ha rilasciato una lunga intervista al podcast "Zero possibilità". Nel corso della chiacchierata ha parlato anche di quella che è stata la sua trattativa più difficile in carriera, portare Jordan Veretout alla Roma. Ecco le sue parole.

"È stata quella di portare Veretout alla Roma dalla Fiorentina, sono stato messo un po' in mezzo. La Fiorentina aveva cambiato la proprietà, era arrivato Commisso. Veretout era un giocatore importantissimo per i viola e Commisso non voleva vendere il giocatore più importante. Arriva la Roma con Fonseca allenatore e Petrachi ds: il giocatore andava a guadagnare quattro volte di più rispetto alla Fiorentina. Avevo preso la procura di Veretout da pochi mesi e fargli fare un grande salto di qualità era importantissimo anche per me professionalmente. Alla fine li ho convinti a vendere il giocatore. Poi, quando ho convinto la Fiorentina, mi sono ritrovato nei casini con la Roma. Avevo fatto un accordo, era tutto definito. Mi dicono: “Fai partire il giocatore e fallo venire a Roma”. Quando però il giocatore è arrivato lì, mi hanno cambiato tutte le carte in tavola. A quel punto mi sono trovato davanti a un bivio: o mi faccio schiacciare da questa situazione, accetto tutte le condizioni e faccio la parte dello scemo, oppure devo trovare una genialata. Ho preso il giocatore e gli ho detto: "Senti, qui sono cambiate le cose, devi tornare indietro". Loro probabilmente pensavano che non avessi il coraggio di fare una cosa del genere. Invece, non avendo più il giocatore lì, ho ripreso la forza che avevo nella fase iniziale della trattativa. Il giorno dopo siamo arrivati a una soluzione contrattuale che mi soddisfaceva. A quel punto ho fatto tornare il giocatore solo quando c’erano i documenti firmati, perché non mi fidavo più"