«Ecco fatto. Lo scudetto è servito…» Mi dice al telefono con tono sarcastico l’amico romagnolo che tifa per una squadra bianconera (che non è il Cesena).
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Giubileo a Roma tra scudetti e retrocessioni. Il cammino giallorosso negli Anni Santi
Due scudetti ed una retrocessione; ecco il cammino della Roma per ogni Anno Santo
«Il Papa ha proclamato l’Anno Santo e con la benedizione ‘Urbi et Orbi’ arriveranno pure le vostre vittorie…»
Soprattutto a una certa latitudine l’equazione A.S. Roma = Roma = Vaticano = Papa sembra acquisita.
E poi si sa, a Roma c’è una sola squadra e l’altra è quella “regionale”.
Così la proclamazione giubilare si trasforma, nell’immaginario padano-bianconero, in una sorta di pass per il… Paradiso calcistico.
«Padre perdonali perché non sanno quello che dicono…». Nel calcio nostrano contano infatti più i rigori di Rocchi che i Santi in cielo.
E, tanto per mettere subito a tacere i primi commenti maliziosi, siamo andati a spulciare gli annali calcistici per vedere se è vero che la consacrazione giubilare si tramuta in calcistica per i colori giallorossi. Ci perdonerà Papa Francesco, grande appassionato di calcio, l’irriverente confronto.
Spaziamo dunque via ogni dubbio: le vicende terreno-calcistiche nulla hanno a che fare con quelle spirituali.
Quello indetto da Francesco sarà il trentesimo anno giubilare; il primo a inaugurare la “serie” fu Bonifacio VIII, nel 1300.
Gioco forza dobbiamo saltare le prime “edizioni” e fare una balzo fino al ventiquattresimo indetto da Pio XI nel 1933, il primo dell’era A.S. Roma che appunto nella stagione 1933/34, alla guida di Barbesino, su Campo Testaccio, colleziona un dignitoso quinto posto replicando il piazzamento della stagione precedente.
E’ Papa Pio XII a proclamare il Giubileo del 1950; per i colori giallorossi Annus Horribilis… La squadra finisce in serie B (già sfiorata nella stagione 1949/50), penultima con ventotto punti, uno in più del Genoa e uno in meno del Padova che rimane nella massima serie. Lo scudetto va al Milan. I giallorossi perdono entrambi i derby, collezionano una sonora sconfitta con la Juventus a Torino, ma si rifanno in casa vincendo per 3 a 0. Alla fine capitolano in serie B nonostante il cambio di tre allenatori (Baloncieri, Serantoni e Masetti) e il forte centrocampista svedese Nordahl appena arrivato nella Capitale.
Nella stagione 1966/67, durante l’Anno Santo 1966 proclamato da Paolo VI, la Roma di Oronzo Pugliese e Peirò finisce decima in una classifica guidata dalla Juventus e in fondo alla quale i biancoazzurri laziali scendono mestamente alla serie cadetta.
Il campionato precedente (1965/66), vinto dall’Inter, vede la squadra giallorossa piazzarsi all’ottavo posto.
Analogo risultato (stagione 1974/75) in occasione del ventisettesimo anno giubilare indetto da Paolo VI nel 1975, mentre il campionato successivo (vinto dal Torino sulla Juve) colloca la squadra di Nils Liedholm al decimo posto.
Il 1983 vede la proclamazione del Giubileo da parte di Giovanni Paolo II. La stagione 1982/83 regala ai giallorossi il secondo scudetto, meritato titolo per una Roma tra le più forti della storia.
Nel campionato successivo (1983/84) la Roma vince la Coppa Italia, ma perde la finale di Coppa dei Campioni all’Olimpico contro il Liverpool e finisce seconda in campionato a due punti dai bianconeri.
Il ventinovesimo Giubileo del 2000 sorride alla Capitale e alla sua regione: nella stagione 2000/01 i giallorossi si aggiudicano il loro terzo scudetto, con "papa Francesco...Totti", mentre nel campionato precedente erano stati i biancoazzurri ad imporsi con Aldair e compagni piazzatisi sesti in classifica al primo anno di Capello sulla panchina.
Insomma, a ben vedere e come è giusto che sia, sacro e profano non possono andare a braccetto specie se di mezzo c’è una sfera che rotola spesso in modo imprevedibile.
Se i giallorossi vorranno farsi strada non possono certo sperare negli aiuti del Cielo, ma solo impegnarsi al massimo e magari contrastare a suon di gol certi altri “aiutini” di più terrena provenienza. Certo è che, per come sta andando quest’ultima parte di stagione, ci vorrebbe un po’ di Misericordia in previsione dell’Anno Santo. O forse basta solo tanta buona volontà e tanta corsa.
Ma questa è tutta un’altra storia.
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