Giuseppe Giannini, ex capitano della Roma e attualmente commissario tecnico del Libano, si difende dalle accuse che lo vedono coinvolto nell'inchiesta di Napoli, dove è indagato per frode sportiva con finalità mafiosa. Ecco le sue parole all'Ansa: " E' falso e ingiusto accostare il mio nome alla camorra o alla mafia. I magistrati hanno appurato che non c'e' alcun rapporto tra quanto mi viene contestato e queste associazioni. Mia figlia non e' mai stata sposata con un Righi (uno degli indagati ndr.), e' stata fidanzata ma la storia si e' chiusa. Quanto alla vicenda della frode sportiva quando sara' il momento verro' sentito e sicuramente cerchero' di chiarire tutto. Ho fiducia nel lavoro della magistrature e nelle indagini che stanno portando avanti. Domani torno in Libano per riprendere il mio lavoro, mi spiace aver letto queste cose non vere e spero che certe notizie vengano rettificate".
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Giannini: “Ingiusto accostare mio nome alla camorra”
L'ex capitano della Roma è indagato per frode sportiva con finalità mafiosa.
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