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Gasperini, etica e morale da codice rosso

Gasperini, etica e morale da codice rosso - immagine 1
Mettere in dubbio la correttezza di Roma e Udinese nel giorno in cui a Ndicka era stato diagnosticato un sospetto infarto fa schifo e basta
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

A Gasperino il Carbonaro non tornavano i conti. E quella scena storica del Marchese del Grillo faceva decisamente tanto ridere. Non fanno ridere, per niente, invece i conti di Gasperini. Uno che di simpatico non ha probabilmente nemmeno il pesce rosso. La frase sgradevole tirata fuori ieri per commentare le polemiche sul rinvio di Atalanta-Fiorentina non fa ridere per niente. Mettere in dubbio la correttezza di Roma e Udinese nel giorno in cui a Ndicka era stato diagnosticato un sospetto infarto fa schifo e basta. Gasperini, bravo allenatore per carità, ha fatto il verso di Lotito e ha risposto acidamente a chi legittimamente vede nel rinvio di Atalanta-Fiorentina a giugno una storpiatura della regolarità del campionato. Nessuno lo ha tirato in ballo, nessuno ha accusato il suo club. Tanto è che dalla Fiorentina non si è alzata mezza parola. E comunque bastava “difendersi” (da cosa poi?) esponendo la possibilità dei bergamaschi di giocare due finali. Sarebbe stato un esercizio di spavalderia senza scadere nello squallore.

Ma Gasp (che Dio ce ne scampi a vita sulla panchina della Roma, qualcuno ci aveva pure pensato) è fatto così. Male. Come quando insultò un ispettore durante un controllo a sorpresa e inveito contro l’intero sistema antidoping, “interrompendo - si legge della nota del procuratore - un test in corso su un calciatore dell’Atalanta e obbligando il giocatore ad andare ad allenarsi”. Come quando censurò un giornalista in conferenza stampa. "Tu non puoi fare domande - ha detto Gasp al malcapitato - Dopo l'articolo che hai scritto ti presenti ancora qua? Manda qualcun altro, o sennò scrivi quello che vuoi”. Come quando sminuì i cori razzisti verso Vlahovic e il caso Juan Jesus-Acerbi. Il Guardian sentenzò: “Le parole di Gasperini sul razzismo esempio di una mentalità deprimente”. E quando litigò platealmente con i tifosi di Firenze e Napoli. O disse “faccia di m…” al quarto uomo di Bologna-Atalanta e “fogna” al presidente viola Commisso. Non a caso tanti suoi ex giocatori recentemente ne hanno parlato in termini decisamente poco edificanti. Insomma Gasperini non dia l’esempio, lo diciamo per i nostri figli. Il suo è un codice rosso di etica sportiva. E da ieri anche di umanità. Per tutto il resto auguriamo alla sua Atalanta di conquistare un trofeo. Sarebbe pure ora dopo anni passati a vedere gli altri club alzare le coppe. A lui basta alzare i polveroni. Ma quelli, secondo il karma, possono tornare indietro con grande facilità.

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