I due pareggi dopo la non convincente vittoria al Sant’Elia contro il Cagliari hanno portato la Roma di nuovo nel baratro dei risultati e delle prestazioni. Lo 0 a 0 contro il Parma non ha avuto ripercussioni sulla classifica, visto il pareggio della Juventus contro il Cesena, mentre invece l’1 a 1 di giovedì scorso all’Olimpico ha destabilizzato non solo l’ambiente, stufo dei risultati negativi della squadra, ma anche il percorso della Roma in Europa League che la prossima settimana sarà costretta a fare un miracolo (per le condizioni attuali della squadra) a Rotterdam. Per il momento il Feyenoord è archiviato, adesso il mister Rudi Garcia dovrà pensare alla gara del Bentegodi contro il Verona, per non chiudere in questo turno di campionato i sogni e le speranze per la lotta allo scudetto. La Juventus di Allegri ieri sera si è imposta per 2 a 1 contro l’Atalanta, portando così il distacco (momentaneo) a dieci punti.
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Garcia: “Senza vittoria non possiamo parlare di scudetto. Ora difendiamo il secondo posto. Tra me e i giocatori non è cambiato niente” – AUDIO – VIDEO
Le parole del tecnico giallorosso in conferenza stampa alla vigilia di Verona-Roma "La responsabilità di questo momento è di tutti".
Nella conferenza stampa pre match Garcia parte proprio dalla sua rosa, dai giocatori che in questo momento non stanno brillando e che hanno sicuramente bisogno di maggiore autostima: “ognuno di loro deve tornare al 100% e non perdere la fiducia in se stesso, perché in questo spogliatoio ci sono non solo grandi uomini, ma anche grandi giocatori che possono risolvere le partite. Lo fanno nel miglior modo quando si sentono forti. Alcuni di maggiore esperienza ed è vero che, qualsiasi cosa accada in partita e anche in un momento come il nostro, devono sapere che possono risolvere la partita". Collettivamente però la squadra non riesce a girare come l’anno scorso e riuscire a motivare lo spogliatoio con questo clima sembra sempre più complicato di giornata in giornata: “Dobbiamo fare in modo di vincere per superare questo momento in cui pareggiamo sempre. La mia preoccupazione primaria è che la squadra non perda fiducia nella propria forza. Quando una squadra non prende più rischi in attacco non si concede tutte le opportunità per vincere. Lavoro su questo facendo vedere loro le cose che hanno fatto in un passato recente".
Un passato recente che vedeva i giallorossi combattere per lo scudetto contro la Juventus. Adesso questo obiettivo sembra via via sfumare sempre di più, e in qualche modo lo ammette anche il tecnico transalpino: “Dobbiamo fare di tutto per difendere il secondo posto, questo sarà il migliore atteggiamento per attaccare il primo. Per il momento a dieci punti con una partita in meno non si parla di scudetto, ma solo di fare di tutto per vincere a Verona”, una partita che sembra essere l’ultima chiamata anche per il rapporto con i tifosi: “Attraversiamo un momento difficile, è ovvio, e forse anche normale vista la storia di quest'anno. Siamo molto più forti se i giocatori sentono la fiducia dell'ambiente e dico sinceramente che mi sembra sarebbe un'ottima cosa per tutti, e non solo per la Roma, se questa squadra avesse il successo che vuole. Nel futuro se ognuno capisce che è giusto avere anche un avviso critico ma obiettivo. Se abbassiamo il livello di fiducia non si va nella strada giusta".
Ma Garcia vede per la squadra un futuro roseo, un futuro che passo dopo passo va costruito per raggiungere obiettivi sempre maggiori, culminanti con la lotta per il titolo in ogni stagione. Perché “Non lavoriamo per vincere uno scudetto ogni trent’anni ma per lottare ogni anno”, e sa anche bene che "serviranno tempo e lavoro”.
L’importante in questo momento per Garcia, per i calciatori, e per i tifosi, è concentrarsi sulla gara di domani contro il Verona, per ritrovare la vittoria, le giuste motivazioni e, soprattutto, per arrivare affamati alla sfida del 2 Marzo contro la Juventus, perché lì, se accadesse l’impensabile per il periodo che la Roma sta passando, poi potrebbe davvero iniziare un altro campionato, quello delle speranze e, chissà, quello della rinascita.
LA CONFERENZA STAMPA DI RUDI GARCIA ALLA VIGILIA DI VERONA-ROMA
Come si motiva uno spogliatoio come quello della Roma in un momento del genere?
Si motiva per la gara che arriva. Sappiamo che solo il fatto di vincere e mettere tutto in campo può farci uscire da questo momento in cui pareggiamo quasi sempre. La mia motivazione principale è di fare in modo che ogni singolo non perda fiducia in se stesso e nella forza della squadra, perché dopo sennò si gioca con poco sicurezza e quando una squadra non corre rischi in attacco non dà a se stessa la massima opportunità di vincere. Lavoro soprattutto su questo, facendogli anche vedere ciò che di buono hanno fatto loro nel recente passato.
Alla luce del successo della Juventus ci sarà per domani un'importanza particolare?
Nella nostra situazione c'è solo da fare di tutto per vincere questa partita. C'è da lavorare per questa partita e stare zitti, perché finché non vinciamo più partite di fila non serve a niente parlare del primo posto. La cosa che ha detto Walter Sabatini la pensiamo tutti: dobbiamo fare di tutto per difendere il secondo posto e questo sarà il migliore atteggiamento per attaccare il primo. Ma per il momento, a 10 punti con una partita in meno, non si parla di questo, ma solo di fare di tutto per vincere a Verona.
La Juventus non ha giocato bene ieri sera però ha vinto. Questa è una differenza tra la Roma e la Juve? Quando la sua squadra non gioca bene, difficilmente porta a casa la partita.
Io posso parlare solo della Roma. L'unica cosa che so sulla partita di ieri è che la vittoria è arrivata sulla giocata di un singolo, di un campione come ne hanno tanti. Noi ci concentriamo sulle nostre forze e abbiamo giocatori in grado di fare la differenza anche in un giorno in cui non giochiamo bene. Questo atteggiamento lo dobbiamo ritrovare perché di giocatori forti ne abbiamo.
Perché sta mancando questo tipo di giocata nella Roma? Di giocatori come Pirlo la Roma ne ha...
L'hanno fatto e lo sanno fare: questa è la cosa più importante. Poi, ognuno di loro deve tornare al 100% e non perdere la fiducia in se stesso, perché in questo spogliatoio ci sono non solo grandi uomini, ma anche grandi giocatori che possono risolvere le partite. Lo fanno nel miglior modo quando si sentono forti. Alcuni di maggiore esperienza ed è vero che, qualsiasi cosa accada in partita e anche in un momento come il nostro, devono sapere che possono risolvere la partita. Questo soprattutto collettivamente, ma anche singolarmente.
Sabatini ha detto di aver sbagliato mercato non nelle scelte ma nei tempi. Lei avrebbe preferito qualcosa di diverso rispetto ai giocatori arrivati nel mercato di riparazione?
La responsabilità di avere una Roma seconda in classifica è di tutti. Allo stesso modo la responsabilità di essere usciti dal girone di ferro in Champions è di tutti. Sul mercato mi sono già espresso: le scelte sono ottime. Ciò che Walter (Sabatini ndr) non può gestire è il timing del mercato. Sapevamo di avere due africani impegnati nella coppa d'Africa, ma non sapevamo a fine dicembre che uno degli arrivi del mercato sarebbe stato un giocatore africano. Sul timing siamo stati penalizzati anche perché Ibarbo è arrivato e si è infortunato. La responsabilità dei risultati della Roma sono di tutti, siamo tutti sulla stessa barca, egualmente responsabili tanto delle cose buone quanto di quelle meno buone.
Fino a ieri Rudi Garcia era come la moglie di Cesare, non si poteva parlarne male. Adesso la sensazione è che le sue scelte siano state passate al vaglio con un po di severità. Lei avverte questo cambiamento di atmosfera da parte dei tifosi? Come lo vive?
Penso che lei possa parlare per lei, per la stampa, non per i miei tifosi. Io cerco solo di portare il migliore gioco e il migliore risultato, non solo su un periodo breve ma spero anche per un grande futuro. Non lavoriamo solo in vista di quest'anno sfruttando quanto fatto l'anno scorso. Lavoriamo per costruire una grande squadra e una grande Roma per il futuro. L'esempio? Basta uscire in città per capire: questa città ha tanti anni, e ci dà l'esempio della grandezza a cui potrebbe giungere questa Roma. E' per questo che lavoriamo, non per vincere uno scudetto ogni 30 anni, ma per diventare una squadra in grado di lottare ogni anno per lo scudetto. Forse l'anno scorso eravamo in anticipo su queste cose, ma meglio lavoriamo e prima saremo forti. Non aspettiamo solo lo stadio per avere soldi e potenza in più. Noi del settore sportivo faccimo in modo di spingere sempre al massimo. Che abbiamo ora un momento difficile mi sembra ovvio, e forse mi sembra anche normale guardando alla storia da quando sono arrivato e alla storia di quest'anno, soprattutto. Siamo molto più forti se i giocatori sentono la fiducia di tutto l'ambiente e penso anche, ve lo dico sinceramente che... come dire in italiano... Mi sembra che sarebbe un'ottima cosa per tutti, non solo per la Roma, i suoi dirigenti, il suo presidente, i suoi giocatori e il suo allenatore - se la Roma ottiene il successo che prevede di avere. Anche per voi e per i nostri tifosi. E' giusto avere un occhio critico, che ci fa migliorare, ma purché sia obiettivo. Se abbassiamo il livello di fiducia di tutti non andiamo nel giusto atteggiamento.
Si sente spesso dire che la squadra si abbassa troppo. Questo detto così sembra che lei non riesca ad ottenere ciò che lei chiede ai giocatori o che i giocatori facciano di testa loro. Ci spiega bene per quale motivo ci troviamo a dire che la squadra si abbassa troppo?
Bisogna collocare ogni situazione nel suo giusto contesto. E' giusto dire che, quando siamo avanti nel risultato, e decidiamo magari di essere più bassi e compatti per colpire in contropiede, non dobbiamo difendere dietro la porta e non fare più pressing, lasciando il possesso palla all'avversario senza pressarlo. Nella partita contro il Feyenoord abbiamo avuto un atteggiamento comprensibile .Un paio di volte abbiamo subito il primo gol e magari non abbiamo fatto un risultato buonissimo, perché non abbiamo né vinto né perso, ma contro il Feyenoord, quando invece siamo stati in vantaggio, era comprensibile proteggere questo risultato anche dando l'opportunità di avvicinarsi ai nostri avversari. Speriamo di non prendere ogni volta gol su fuorigioco, ma sono d'accordo che dietro dobbiamo avere più un blocco compatto e che dobbiamo fare un pressing folle, (che è un po' il marchio di fabbrica di questa Roma).
Prima ha parlato di anticipo rispetto alla tabella di lavoro dello scorso anno. Quanto tempo servirà affinché la Roma si stabilizzi ad alti livelli?
Servirà tempo, e servirà lavorare ma su questo punto il presidente, che arriva a fine febbraio, è la giusta persona per parlare di questo punto. Io posso solo parlare del settore sportivo. C'è sempre una relazione da fare tra la potenza economica del club e i risultati conseguiti, mi sembra ovvio. Chiedete al presidente. Sarà con noi a fine mese ed è lui che gestisce tutti i punti per dare più possibilità a questa Roma per arrivare dove lui e tutti noi vogliamo arrivare: in alto ogni stagione in Italia e piano piano anche in Europa. Questo è il nostro obiettivo e lui sa molto meglio di me quale sarà il timing per realizzarlo.
Lei si sente messo in discussione dai suoi calciatori? Lei è ancora il condottiero di questa squadra? Lei si sente al centro dello spogliatoio della Roma?
Bisogna chiederlo ai giocatori, io non vedo nessun cambio di atteggiamento tra loro e me. Chiedilo ai giocatori, sarebbe meglio.
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