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Garcia: “L’addio di Totti non mi è piaciuto, la società doveva prepararlo diversamente”

L'ex tecnico giallorosso risponde al videomessaggio del numero 10 e ripercorre le emozioni a Trigoria: "Sarebbe bello tornare, anche se potevo ancora restare"

Redazione

Negli ultimi anni di Roma, soprattutto quelli della gestione americana, tra i personaggi più importanti c'è stato senza dubbio anche Rudi Garcia, chiamato per ripartire dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia contro la Lazio. Il tecnico francese, attualmente al Lione, è stato due anni e mezzo sulla panchina giallorossa lottando per lunghi tratti contro l'egemonia della Juventus e regalando tante emozioni e record. Rudi Garcia è intervenuto su 'Sky Sport':

Com'è la situazione in Francia?

E' la stessa situazione dell'Italia, ma con una settimana di ritardo. Ci sono tanti dibattiti sulla ripresa, anche degli allenamenti. Se bisogna mantenere le distanze tra i giocatori non si può giocare, si possono fare allenamenti a piccoli gruppi ma non si possono fare le partitelle. Quindi...

Lei ha aperto una chat su whatsapp con i vertidi del calcio francese?

L'ho fatto per fare una donazione e aiutare i nostri eroi, infermieri e medici. Abbiamo fatto questa raccolta con gli allenatori di Ligue 1 e Ligue 2 raccogliendo 120mila euro. Poi possiamo dire la nostra e scambiarci idee, avvisi e pensieri. Ora si è aggiunto anche Domenech, il presidente del sindacato degli allenatori. E' importante che lui sappia cosa abbiamo noi in testa e le nostre preoccupazioni.

Il re di Roma le ha mandato un messaggio. Ha capito chi è?

Certo, di re a Roma ce n'è solo uno.

Il videomessaggio di Francesco Totti: "Ciao mister, volevo salutarla. Non ci vediamo da tanto tempo, spero che questo problema così grande finisca il prima possibile, così la verrò a trovare in Francia. Le mando un abbraccio affettuoso e grande, anche perché i ricordi belli non si possono dimenticare e lei fa parte del mio percorso. Grazie di tutto, ci vediamo presto. Ah dimenticavo, salutami Fred e Claude, che sono i due pilastri.

Riprende Garcia: Fred e Claude (Frederic Bompard e Claude Fichaux, ndc) sono i miei vice, non mi sorprende che li abbia salutati. Totti è un giocatore e un uomo che conta molto per me, è un onore aver avuto un calciatore del genere. Sono sempre emozionato quando vedo queste immagini, sono stati bei ricordi come ha detto il capitano.

Cosa le è rimasto di più degli anni alla Roma?

Ho scoperto la Roma e Roma, la vostra cultura, il vostro paese, la vostra lingua. Mi tengo al corrente di tutte le cose che succedono da voi, nel calcio e ora anche - per sfortuna - anche fuori. La cosa più importante ora è la salute di ognuno. Abbiamo la famiglia lì e siamo ogni giorno al telefono per sapere come vanno le cose.

Ha dei rimpianti legati alla Roma?

Si può sempre fare meglio, ma di rimpianti non ne ho. Sono fiero del percorso che abbiamo fatto, faccio ricordare solo che abbiamo avuto un avversario di altissimo livello. La Juve nel primo anno ha fatto più di 100 punti e bisogna anche accettare che c'è una squadra che ha più esperienza, non so se più forte di noi. Avergli dato dei problemi e averli fatti dubitare è una bella cosa.

Il primo derby e il gol di Balzaretti.

Sono arrivato sulle ceneri della Roma, che aveva avuto la brutta idea di perdere l'ultima Coppa Italia contro la rivale della città. Per quel derby erano tutti molto preoccupati, alla quarta giornata, su come ci saremmo arrivati. Io la vedevo come un'opportunità, abbiamo vinto 2-0. Ci sono momenti molto emozionanti come le lacrime di Balzaretti. Sono legato a vita a quei giocatori, era un gruppo di lupi. Da Totti a De Rossi e De Sanctis. Anche la cerniera centrale Benatia-Castan era di grande livello. Era un gruppo di leader e con grande coesione, sono immagini che resteranno nel mio cuore.

Ritorno alla Roma?

Io sto benissimo al Lione e spero di continuare tanto, ma mai dire mai. Un giorno tornare a Roma, non solo per vedere amici e famiglia, sarebbe una bella cosa. Per ora sto benissimo a Lione e voglio vincere qualcosa qui, speriamo di riuscirci.

Da quando è andato via ci sono state possibilità di tornare in Serie A?

Durante la mia permanenza alla Roma e anche dopo ci sono stati contatti, ma non sono andati avanti. Sono tornato in Francia al Marsiglia, con cui ho fatto la finale di Europa League. Ora sono al Lione che è un grande club, vediamo se riusciremo a giocare il ritorno contro la Juve. La Champions è meravigliosa, il virus ci ha tolto il nostro piacere, anche quello di dare gioia ed emozioni ai nostri tifosi.

Si può giocare in estate con quelle temperature?

Penso di sì. In Francia giochiamo anche in inverno quando i campi sono pessimi. A luglio non giochiamo, ma sono i momenti migliori per giocare. Ci sono temperature alte, ma si può giocare anche alle 22 come in Spagna. Sarebbe bello se si riprendesse in tutti i paesi allo stesso momento. Non credo sia possibile però, perché in Germania sembrano essere in anticipo, alcune regioni in Italia e in Francia sono state colpite di più. Speriamo di poter andare a Torino, anche se Milano è stata molto colpita. La priorità è la sanità, poi è anche un problema che chi è stato già contagiato può essere di nuovo contagiato.

La Juventus se l'aspettava più forte? Era più forte quella che affrontava lei con la Roma?

Era una squadra diversa. Poi c'è chi ha la possibilità di tenere i più forti, anche se è molto raro. Rimangono una squadra fortissima, nel girone aveva fatto molto bene. Ci sono Inter e Lazio che stanno facendo molto bene, ma se il campionato non si fosse fermato secondo me avrebbe vinto ancora la Juve perché ha l'esperienza per farlo.

La frase 'Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio' dopo la vittoria nel derby.

La particolarià del calcio italiano non c'è in Francia, dove non c'è una città che ha due squadre in serie A, che hanno lo stesso stadio. Quindi un derby in Italia è molto importante, poi vanno messe le cose nel loro contesto. La Lazio era orgogliosa per aver vinto la coppa pochi mesi prima e vincere quel derby ha rimesso le cose in ordine.

Pensa di tornare in Italia o alla Roma?

Ho già risposto, ma mi piace l'affetto della tifoseria romanista. Non la dimenticherò mai, è una delle migliori al mondo. Quando canta o esulta, non solo la Curva Sud che è il cuore dell'Olimpico ma anche tutto il resto dei tifosi. Mi auguro che questo club vinca presto qualcosa, il campionato è difficile ma magari un giorno ci sarà qualcuno in grado di portarlo via alla Juve. Un trofeo manca da troppo tempo, non ho rimpianti ma aver vinto un trofeo sarebbe stato magico. Magari un ritorno sì, per fare questa cosa. Attenzione però che domani nei giornali in Francia mi ritrovo che Garcia vuole tornare alla Roma. Ma io a Lione sto benissimo.

Messaggio di Rocco Papaleo: Ciao Rudi, mi manchi. Ma manchi anche a questa città, quel tuo modo di fare, lo stile, l'energia, la capacità di sintesi e la frase della chiesa al centro del villaggio. E' un'attitudine poetica che tu hai e sciorinavi nelle interviste, si vedeva che avevi un grande rapporto con i calciatori. Sei uno sportivo di alto livello. Poi hai una bellissima faccia da cinema e per me fa la differenza.

Garcia: Rocco è una persona speciale. Lo adoro, è una delle belle persone che ho incontrato a Roma. Siamo ancora in contatto. La cosa bella di scoprire una regione e una città è avere questi rapporti umani che sono la cosa più importante della vita.

Il ricordo più bello che ha lasciato a Roma.

Sul piano calcistico forse il primo derby, era un'emozione particolare. Festeggare sotto la curva non era previsto, ma De Rossi mi ha preso per mano e mi ha detto 'Vieni con noi'. Sul piano personale ovviamente aver incontrato la mia attuale compagna, Francesca. Ho scoperto non una città, perché Roma è la storia, quando cammini scopri la storia del mondo. Ero stato con le mie figlie a Roma, ma solo una volta, e in tre anni me la sono potuta godere. Non è solo il calcio, che è come una religione qui, ma è anche un modo di vivere.

Come si comporta con i presidenti per il mercato?

Ho sempre lavorato in maniera collettiva con il club su tutti i campi, ad eccezione dei soldi ovviamente. Sul piano sportivo, visto che ho avuto un ds fortissimo che stimo molto come Sabatini e Massara che saluto, è sempre uno scambio di idee. Quando vogliamo un giocatore, se è possibile economicamente, siamo sempre d'accordo.

Che valore aggiunto era il fatto di avere un bel rapporto umano con i romani dello spogliatoio?

E' una cosa particolare. Al Lille ho avuto giocatori del vivaio, ma a Roma è una cosa unica. Parliamo di Totti, De Rossi e Florenzi. Questi giocatori sono la Roma, sentono molto le cose. A tal punto che prima del derby avevo parlato soprattutto con Daniele, perché non volevo che loro facessero il derby prima di giocarlo, visto che per loro è una questione di vita e morte. Ricordo che Totti ha conosciuto un solo club, una cosa che succederà pochissime volte, è una fortuna incredibile allenare giocatori così. Quando penso alla Roma ho sempre pensato alle sue bandiere, che ora non ci sono più visto che anche Florenzi è andato via. Seguo la nuova vita di Totti e De Rossi e seguo anche chi può essere il loro erede. Sarà una cosa importante, perché la storia torna e Pellegrini è uno di questi. Speriamo che ci saranno altri De Rossi e Florenzi per la Roma, non dico altri Totti perché forse è un po' troppo.

Perché è finita tra lei e la Roma? Si poteva andare avanti o il suo allontanamento era inevitabile?

Non lo so. Si poteva andare avanti, era evitabile, ma il calcio è così. Non è solo quello che vuole l'allenatore, ma c'è anche chi decide chi deve pagare e chi sbaglia magari a prendere le decisioni. Il problema del calcio è che non c'è tempo, hai poche giornate - se ci sono risultati non buoni, anche tre pareggi di fila -, per i presidenti e i dirigenti c'è un'ansia che ti fa dimenticare tutto quello che è successo prima. Ma è il calcio, io dico che ho sempre la valigia pronta in casa. Non mi piace, anche perché nella storia è stato spesso dimostrato che cambiare allenatore in corsa non ti cambia i risultati. L'importante è potersi guardare allo specchio e dare il meglio ogni giorno, lo faccio ancora oggi. Perché sono appassionato di questo sport.

Della Roma chi porterebbe al Lione?

E' una domanda trappola. Sono contentissimo della mia rosa al Lione, ma nella Roma ci sono giocatori forti. Speravo di poter giocare contro la Roma quando me ne sono andato via, ma non è ancora successo. Speriamo accada in Champions League, sarebbe bello.

De Rossi diventerà un grande allenatore?

Se ho un rimpianto è non essere andato in Argentina a vederlo. Quando è andato lì sono stato triste, perché mi aspettavo che sarebbe rimasto alla Roma come Totti, con una sola squadra. Ma per me ha fatto molto bene ad andare lì, anche con Burdisso. Per chiudere la carriera è stato bello. Può diventare un allenatore di alto livello, ma ha l'intelligenza per sapere che deve prendere i patentini e imparare il mestiere, sapere cosa è importante fare. L'allenatore pensa agli altri e non a se stesso, devi pensare al 100% alla tua squadra, quando sei giocatore pensi poco agli altri. Anche se lui pensava sempre collettivamente. Penso che sarà un grande allenatore.

Anche alla Roma?

Perché no, è la sua squadra del cuore anche se ha finito in Argentina.

È così difficile far rendere Balotelli?

L'ho sentito pochi giorni fa per sapere come stava. Ho avuto un bel rapporto con lui, è una persona particolare, da scoprire. E' un uomo con sentimenti profondi. A Mario ho detto subito le cose che mi aspettavo da lui, a livello individuale è uno dei più forti che ho allenato. Poteva fare meglio in carriera, anche perché a volte ha sbagliato alcune cose, magari sul fatto di dare di più. Preferisco tenermi il rapporto che ho con lui, non è come la gente pensa. Spero che potrà salvare il Brescia e che farà ancora grandi cose in carriera.

Il videomessaggio di Max Giusti: Ciao Rudi, ci manchi. Qui si dice che non è romano chi romano nasce ma chi romano agisce. E tu ci hai fatto capire che tu sei romano nei valori e nel modo di stare con gli amici.

Garcia: Mi mancano le nostre partite a padel. Era una bella cosa poter scambiare idee, ha grande talento quest'uomo. E' un talento che hanno in pochi. I romanisti sono tanti, è il bello del calcio. E non c'è differenza, a prescindere dal livello raggiunto in un mestiere.

Che effetto le fa vedere Totti e De Rossi lontano dalla Roma?

Ho pianto come tutti vedendo l'ultima partita di Totti alla Roma. Sognavo di poter far uscire il capitano in un altro modo, perché è ovvio che non può giocare tutta la vita... Era tutto bellissimo, ma il modo in cui è arrivato l'addio non mi è piaciuto per niente. Quando hai un personaggio del genere, un ambasciatore, devi preparare meglio le cose. L'ultima partita è stata bellissima, ma il modo in cui è stata preparata questa cosa non mi è piaciuto per niente.

E' preparato al fatto che quando tornerà in casa della Juve verrà fischiato? Rifarebbe il gesto del violino?

Sto riscoprendo cose che non avrei mai pensato. Non pensavo ad esempio che sarebbe andata così tra Lione e Marsiglia: a uno non piace che io abbia allenato per l'altro. Quando sei per il tuo club, non è detto che sia contro gli altri. Bisogna avere rispetto per gli altri club e penso che lo stiamo perdendo. Su internet e i social ci sono cose buone ma anche molto brutte, dove non c'è più rispetto. Tifare la tua squadra non è odiare o non avere rispetto degli avversari. Spero che cambieranno le cose, magari con le tifoserie che vanno allo stadio abbracciandosi come in Inghilterra. Ho molto rispetto per la tifoseria della Juve, succederà quello che succederà. Non ho mai avuto rimpianti nella vita e ho sempre rispettato tutti, non vedo un gesto irrispettoso in quello del violino.

Un altro videomessaggio, da parte del dentista Daniele Puzzilli: Ci manchi tanto a Roma, non vedo l'ora di riabbracciarti.

Garcia: Fa il suo mestiere con grande passione, ora non vado più da lui ma è un uomo di grande qualità. C'era anche lui a giocare a padel.

Il videomessaggio di Gervinho: "Spero che tu e la tua famiglia stiate bene. So che non è un bel momento, ma ti auguro buona fortuna per la tua avventura a Lione e in Champions, spero che riuscirai a raggiungere gli obiettivi che ti ha dato il presidente Aulas. Ti ringrazio per tutti gli anni che abbiamo passato insieme e quello che mi hai dato, sai già la considerazione e la stima che ho per te, abbiamo lavorato insieme per tanti anni. Spero di vederci presto.

Garcia: Lui è come un figlio per me, è emozionante sapere che si ricorda certe cose. Sono stato importante per lui, i ringraziamenti sono sempre graditi. Ma mi ha messo anche pressione sui traguardi con il Lione.

La chiacchierata si conclude: Grazie per queste emozioni.