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Garcia, il grande comunicatore che non ama i social

Bravo in campo, bravissimo fuori. Rudi Garcia al suo primo anno sulla panchina della Roma si è fatto apprezzare dall’ambiente del calcio italiano non solo come allenatore ma anche come comunicatore.

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Bravo in campo, bravissimo fuori. Rudi Garcia al suo primo anno sulla panchina della Roma si è fatto apprezzare dall'ambiente del calcio italiano non solo come allenatore ma anche come comunicatore. Resteranno per sempre impresse le sue frasi celebri come "un derby non si gioca, si vince!, o “abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio” fino alla "Non voglio più giocare nel cortile della scuola, è suonata la campanella della ricreazione" pronunciata alla vigilia di Catania-Roma per chiudere la querelle con Antonio Conte.

A Garcia, però, piace molto parlare e meno scrivere.  Il suo smartphone serve solo per telefonare o, all'occorrenza, scambiare qualche opinione con il fedele Frederic Bompard seduto sugli spalti durante il primo tempo di ogni partita della Roma.

Rispetta chi usa i social network, ma non li ama. Testimonianza di ciò è il suo profilo ufficiale twitter (@RudiGarcia), attivo dal 7 marzo ma fermo al solo tweet iniziale di saluto, per il dispiacere dei suoi 38700 followers.

Nell'era della comunicazione aperta a 360 gradi in ogni momento della giornata grazie a tanti strumenti a disposizione di tutti, il tecnico francese è una mosca bianca,  preferisce tenere da parte la sua vita privata e quella professionale, scegliendo i microfoni o la sala stampa per esprimere le sue idee, il suo stato d'animo, e il suo carattere. A volte anche con una sola frase.

Massimo Limiti