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Garcia e le sostituzioni vincenti. Dall’Udinese al Napoli, dalla Fiorentina alla Juve: perchè la Roma vince le partite con quattordici uomini

(di Guendalina Galdi) Undici sono i giocatori che scendono in campo dal primo minuto. Il ‘dodicesimo’ è il pubblico, quella componente esterna al terreno verde, non certo meno coinvolta dei protagonisti che calcano il rettangolo di...

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(di Guendalina Galdi) Undici sono i giocatori che scendono in campo dal primo minuto. Il 'dodicesimo' è il pubblico, quella componente esterna al terreno verde, non certo meno coinvolta dei protagonisti che calcano il rettangolo di gioco nè meno attiva, propositiva o decisiva. Ma le partite, sul campo, si vincono con quattordici uomini. Ne è un glorioso esempio la Roma di Rudi Garcia.

Nelle 22 partite ufficiali di questa stagione, 20 di campionato e 2 di Coppa Italia, il tecnico francese ha sempre sfruttato tutti e tre i cambi a disposizione, tranne che in occasione della recente vittoria contro la Juventus nei quarti di Coppa Italia. Soltanto martedì scorso infatti ha effettuato due sostituzioni e non tre.

L'importanza di avere una panchina all'altezza della collaudata ed affidabile formazione titolare è ormai una costante per questa Roma che si proietta nella prossima stagione in cui è molto probabile che sia impegnata in tre competizioni. Una delle quali europea. E l'Europa non ammette cali di condizione. Le prestazioni si faranno più frequenti, i giorni di riposo saranno come oasi nel deserto, utili, si spera, oltre che per tirare il fiato anche per godere meritatamente di un riposo figlio di partite in cui ogni giocatore avrà versato sudore e raccolto risultati. In questa direzione si muove, parallelamente al lavoro di Garcia, il mercato in entrata della Roma con i vari Nainggolan e Bastos. Proprio il centrocampista belga, come ulteriore dimostrazione del suo perfetto inserimento in squadra, nella sfida della prima giornata del girone di ritorno contro il Livorno, subentrando dalla panchina al posto di Pjanic, ha confezionato l'assist decisivo per il terzo gol giallorosso. Nainggolan prende palla, si accentra, vede Ljajic che taglia verso sinistra, lo serve ed il serbo realizza il 3-0 che lo riporta al gol dopo diverse giornate di digiuno.

Walter Sabatini, dunque, in questa finestra invernale continua a dare il meglio di sè, ed ha l'onore e l'onere di portare nella Capitale altri tasselli che siano pronti a subentrare e a non far sentire la mancanza di un titolare. Sempre e in ogni momento, sia che la sostituzione sia voluta (turn-over), sia che avvenga indipendentemente dalle scelte tecnico-tattiche dell'allenatore (squalifica, infortunio).

In ben 12 gare tra Serie A e Coppa (più della metà del totale), un giocatore subentrato dalla panchina si è rivelato decisivo per la realizzazione di un gol. O perchè da questo stesso è stato siglato, oppure perchè è stato l'autore dell'assist vincente o dell'azione che con una rete si è conclusa, oppure ancora perchè è stato 'vittima' di un fallo nell'area avversaria che ha portato il direttore di gara a concedere il rigore alla Roma.

Partendo dalla partita più recente, la vittoria in Coppa Italia ai danni della squadra di Conte, l'ingresso in campo di Miralem Pjanic è stata la mossa tattica decisiva che ha spostato l'equilibrio della partita sul piano tecnico più che fisico. La classe del bosniaco ha spiazzato una Juve disordinata e nel momento in cui provava a guadagnare più terreno. Con una sua giocata di qualità, levando la palla dal piede di Bonucci con un tocco pulito, Pjanic ha innescato l'azione del gol di Gervinho. Il centrocampista bosniaco avanza palla al piede, al momento giusto serve Strootman che dalla linea di fondo crossa per Gervinho. Ed è gol. Questo quanto successo finora in Coppa Italia.

Il trend positivo dei cambi azzeccati di Rudi Garcia ha contagiato più della metà delle partite di campionato disputate fin qui. Tutto iniziò già alla seconda giornata. Era il 1 settembre e la Roma ospitava l'Hellas Verona. La prima stagionale all'Olimpico, con la Sud chiusa, ha coinciso con l'esordio di Kevin Strootman dal primo minuto e di Adem Ljajic a gara in corso. Proprio il bosniaco, subentrato nella ripresa al posto di Florenzi, dopo poco più di dieci minuti dal suo ingresso in campo realizza il gol del 3-0 e festeggia la sua prima gara in giallorosso inserendo il nome nella lista dei marcatori.

Nella giornata successiva, la terza, il copione si è ripetuto. La Roma a Parma prima subisce la rete di Biabiany, poi inizia la rimonta che culmina con il missile di Kevin Strootman dagli undici metri, valido per il definitivo 1-3. Il rigore battuto dall'olandese era stato procurato da Gervinho, entrato in campo nel secondo tempo al posto del titolare Ljajic. L'ivoriano, imprendibile, si invola verso la porta avversaria. Viene inseguito da Cassani che, battuto in velocità nell'uno-contro-uno, entra su di lui in ritardo e commette fallo all'interno dell'area di rigore. La rete del subentrato non c'è ma il cambio ha procurato la massima occasione da gol e l'ha servita a chi è riuscito a trasformarla e ad archiviare la sfida.

Altro giocatore in grado di creare diversi problemi alle difesa avversarie è Marco Borriello. In occasione della gara casalinga contro il Napoli la punta partenopea, entrata per sostituire l'infortunato Capitano, si è procurata, sull'1-0, il rigore che ha archiviato la sfida contro gli uomini di Benitez. Cannavaro stende Borriello in area ed il direttore di gara indica il dischetto. E Pjanic è pronto a realizzare la doppietta personale. Altro cambio, ancora decisivo per l'assegnazione di un calcio di rigore alla formazione di Garcia.

La quarta giornata è stata dominata dal derby capitolino. Roma ha vinto. Federico Balzaretti ha aperto le marcature con un gol fatto di lacrime e sudore e di una animata corsa verso la Sud. Ma è il derby, è una partita imprevedibile che può cambiare con un solo episodio. Se Daniele De Rossi non avesse bloccato il tentativo di conclusione di Ederson dall'interno dell'area di rigore giallorossa, forse si parlerebbe di un altro risultato. Ma è bastato poco agli uomini di Garcia per riportare la gara sul binario giusto. Appena due minuti dopo quel salvataggio provvidenziale, la Roma ha chiuso la partita grazie al rigore realizzato daLjajic, il serbo che ha preso parte alla gara dal minuto 51 entrando al posto di Florenzi. Un altro cambio effettuato da Garcia nel derby, vicino allo scadere, è stato Marco Borriello. L'attaccante napoletano ha rilevato Francesco Totti e, nei pochi minuti di gioco a sua disposizione ha sfiorato il gol. Marchetti, con una parata sulla linea di porta, gli ha negato questa gioia ma è chiaro che, anche se il tempo per incidere su una partita non è molto, bastano pochi attimi per cambiare un esito incerto.

Ljajic ancora in veste di autore di un gol nonostante non sia partito da titolare lo si è visto anche contro il Bologna. La manita giallorossa è riuscita ad essere tale per merito del quinto sigillo del serbo che aveva fatto il suo ingresso in campo appena venti minuti prima, facendo tornare in panchina il compagno di ruolo Gervinho, autore di una doppietta e meritevole della passerella con standing-ovation del pubblico.

Totti-assist man non è una novità. Ed il Capitano riesce ad essere decisivo anche entrando a gara in corso. In trasferta contro la Sampdoria, Garcia si è affidato inizialmente all'inedito trio d'attacco Marquinho-Borriello-Gervinho; Totti e Florenzi in panchina. Il numero dieci, dopo circa venti minuti dall'inizio della ripresa, prende il posto del brasiliano. A due minuti dal 90' confeziona l'assist vincente per il 2-0 di Gervinho che chiude la sfida.

Di assist dalla panchina ne sono arrivati altri. In Roma-Chievo il gol del decisivo 1-0, rete che ha portato alla decima vittoria consecutiva da inizio campionato (e al relativo record) nonchè al consolidamento del primato in classifica, porta la firma di Marco Borriello. Quest'ultimo ha impattato con la testa il pallone servito da Florenzi, che quel giorno non è partito titolare, ma ha sostituito Marquinho al 58', dieci minuti prima di quel cross trasformato dal compagno in gol.

Quello contro l'Atalanta è stato l'ultimo dei quattro pareggi consecutivi di stagione. La rete di Brivio stava condannando i giallorossi alla sconfitta, finchè a ridosso dello scadere non è arrivato il provvidenziale gol del pareggio. L'autore è Kevin Strootman che, da distanza ravvicinata, ha rimesso in piedi la partita cogliendo l'assist dal fondo di Ljajic. Questa volta il serbo è entrato in campo al posto di De Rossi. Giocare solo una porzione di gara non pregiudica la prestazione di un giocatore.

Le vittorie contro Udinese e Fiorentina sono state pietre miliari importanti nel virtuoso cammino della Roma nel girone d'andata. Due successi diversi che portano con sè significati diversi. Ad Udine la Roma era in cerca del record: la nona vittoria consecutiva da inizio campionato. Insieme ai tre punti, dal Friuli la squadra giallorossa è uscita con un indelebile record. Il merito è da attribuire alla rete di Michael Bradley. L'americano è entrato in campo al posto di Borriello al minuto 72. La Roma era in 10 uomini a causa dell'espulsione di Maicon, e Garcia, prudente, ha tolto una punta ed inserito un centrocampista di copertura. All' 82' è proprio Bradley che gonfia la rete avversaria e segna, da subentrante, l'unico decisivo gol, appena cinque minuti dopo il suo ingresso in campo. Evidenti i meriti di Rudi Garcia nel capire la situazione, affrontarla in modo oculato e riportarla favorevole per la Roma, nonostante l'inferiorità numerica.

La partita contro la Fiorentina è poi arrivata in tutt'altro momento. I giallorossi erano reduci dai quattro pareggi consecutivi contro Torino, Sassuolo, Cagliari e Atalanta. All'Olimpico è ospite la squadra di Vincenzo Montella, ancora priva di Gomez. Sponda Roma, la panchina vede riaccogliere il rientrante Francesco Totti, fermo dalla gara interna contro il Napoli. La gara inizia con Maicon che porta in vantaggio i padroni di casa. Strada in discesa fino all'1-1 firmato Vargas. Così termina la prima frazione. Nella ripresa Garcia inizia ad operare i cambi. Al 57' si celebra il ritorno sul campo di gioco di Mattia Destro. Dopo otto mesi di stop l'attaccante di Ascoli Piceno è per la prima volta a disposizione del mister e contro i viola si rivela la carta più azzeccata che Garcia potesse giocare. Dieci minuti dopo il suo ingresso in campo segna il gol del 2-1, risultato con cui questa partita si è chiusa. Niente corsa con la maglietta in bocca verso la bandierina; si festeggia in modo scomposto, affiatato, con gioia mista a rabbia, liberazione unita alla gratitudine. Corsa verso la panchina, abbracci a coloro che hanno aiutato questo giovane talento a tornare come, anzi meglio, di prima.

Ed ancora una volta Rudi Garcia dà dimostrazione della sua spiccata capacità di leggere tanto bene le esigenze di campo quanto le facce dei suoi uomini in panchina. Legge nei loro occhi la voglia di svestire cappotto e fratino per entrare in campo e cambiare le sorti della partita. Ogni elemento della panchina, conosce il suo valore e con questa sincera consapevolezza non c'è spazio per i musi lunghi o la delusione per una mancata maglia da titolare. Il momento giusto per entrare in campo arriva per tutti; l'importante è farsi trovare pronti, lavorare sodo per tutta la settimana ed arrivare al giorno della partita sapendo che l'occasione può essere dietro l'angolo. Questo è ciò che predica Garcia, questo è ciò che dimostrano i suoi giocatori.

Le partite si vincono con quattordici uomini.