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Gandini: “Siamo un club in crescita e non è possibile che la squadra non segua questo trend”

Le parole del dirigente giallorosso al termine del match con la Sampdoria

Redazione

Dopo la rovinosa sconfitta per 1-0 in casa con la Sampdoria, Umberto Gandini ci ha voluto mettere la faccia ed ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento negativo della Roma. Ecco le sue parole

GANDINI A ROMA TV

Una serata amara, bisogna ripartire.

È un periodo più lungo di quello che poteva sembrare, la squadra ha smarrito certezze e i risultati negativi hanno portato insicurezza. La partita di mercoledì era stata di tutt'altra fattura: nel primo tempo abbiamo faticato, poi abbiamo avuto la possibilità di incanalare la partita in un certo modo e non ci siamo riusciti. Dobbiamo raggrupparci, squadra, allenatore e dirigenza e continuare a lavorare su quei percorsi che abbiamo immaginato ad inizio stagione e che ci hanno portato a raggiungere un traguardo intermedio importante come la qualificazione in Champions, che però ci ha tolto qualcosa: da quel momento la squadra non ha avuto la concretezza e stabilità di prima. Vogliamo dare un cambio di rotta e riproporre quello che ci eravamo proposti.

Cambio di rotta partendo da cosa?

Partendo dal quotidiano, dai dettagli, l'attenzione a qualunque cosa succeda in campo e la consapevolezza che siamo una squadra costruita per avere successo. La Roma è una grande squadra, una squadra importante a livello nazionale e internazionale e per questo le sue prestazioni devono tornare ad essere quelle per cui la squadra è stata assemblata.

Sarà importante un colloquio con il mister.

I colloqui sono continui tra Monchi e la parte tecnica. La questione non riguarda la conduzione tecnica ma tutti, tutti insieme dobbiamo remare nella direzione giusta verso il percorso che avevamo iniziato ad inizio stagione.

Avete capito le cause? Si è fatto un'idea di questa involuzione?

È difficile e nessuno di noi ha la possibilità di avere certezze in questo campo: sicuramente ci sono stati risultati inaspettati che hanno minato le certezze della squadra, questo ha portato ad altri risultati negativi. Abbiamo patito più di altri questa pausa strana, ha portato scompensi: dopo il rientro abbiamo fatto bene per 70' con l'Inter, il pareggio ci ha dato una frenata ad una crescita della stima e della consapevolezza di essere una buona squadra. Oggi è stato un primo tempo difficile, il gol è stato subito in una situazione particolare, con un fallo dato nella nostra tre quarti e una partenza un po' così… Il problema è da affrontare tutti insieme, dal presidente in giù: non possiamo essere questi che da un mese stanno giocando, quindi confidiamo nel riprendere in mano le redini della nostra stagione.

Secondo lei sono tante cose messe insieme?

Io credo che l'unica cosa da fare sia a livello individuale e di gruppo è guardarsi dentro, vedere le motivazioni che ora mancano, recuperarle e tornare ad essere degni di giocare per la Roma ed è la cosa più importante. Siamo una società importante che sta crescendo, non è possibile che la parte tecnica non segua questo percorso: ci vuole fiducia in se stessi e recuperare la sicurezza che abbiamo avuto per gran parte del girone d'andata.

Speriamo di risolvere i problemi.

Dobbiamo risolverli da subito, da martedì. Ripartire con grande rabbia e voglia, noi la disponibilità l'abbiamo sempre avuta e siamo sempre stati attenti a quello che succede a Trigoria. Continueremo a mettere la nostra professionalità a disposizione della squadra.

Vi siete già mossi o l'analisi è stata fatta dopo la partita di oggi?

Noi non abbiamo mai cambiato la nostra politica: abbiamo avuto un periodo difficile tra Natale e Capodanno, il direttore sportivo ha parlato alla squadra in maniera chiara e decisa, non c'è stata la reazione che ci aspettavamo. Non possiamo cambiare il modo di essere, la squadra ha tutti gli ingredienti per cambiare le cose, confidiamo che questi giocatori e questi allenatori ci riportino dove meritiamo di essere. Bisogna essere consapevoli della forza che abbiamo, se abbiamo raggiunto un traguardo intermedio importante vuol dire che abbiamo le potenzialità per farlo: l'unica ricetta è zitti e pedalare, rispondendo in campo, in allenamento e in partita.

GANDINI A PREMIUM SPORT

Sul momento della Roma.

Il progetto non è a rischio. E' un momento più lungo di quello che pensavamo. E' un periodo nero e i numeri sono impietosi. La difesa è diventata la terza, l'attacco è l'ottavo e le prestazioni non sono uguali a quelle dell'inizio.

Quando vi siete accorti che dovevate vendere?

Noi abbiamo un piano ed un budget che stiamo rispettando. Il mercato ci sta per tutti e se ne parla come è normale. Finora non è successo nulla, non abbiamo ricevuto le offerte che ci hanno portato a fare certe operazioni. Il problema non è il mercato, abbiamo delle difficoltà che sono iniziate prima. Noi abbiamo subito più di altri le difficoltà di questa finestra invernale. Le novità delle date non sono state ideali per noi.

Gli striscioni fuori da Trigoria?

La Roma non è un gioco e lo sappiamo. Come società stiamo crescendo, la rosa è all'altezza delle migliori e l'allenatore è quello che volevamo. Ora abbiamo fatto 3 punti in 7 partite e la situazione non ci soddisfa. Ora non ci resta che lavorare per cercare di tornare protagonisti da subito.

GANDINI A SKY SPORT

Chi vota in Federazione?

Il voto è segreto. E' un momento importante e bisogna avere le idee chiare.

Nel giorno in cui Lazio e Inter perdono punti, la mentalità vincente dovrebbe emergere.

Ci sono state anche altre occasioni in cui ci aspettavamo che la mentalità portasse ad altri risultati. Ci sono state prestazioni buone con risultati che ci hanno penalizzato e questo ha creato incertezza e ci ha fatto perdere consapevolezza, oltre a continuare la strada della paura e non della costruzione e dell'imposizione del proprio gioco. Cosa che abbiamo fatto all'inizio quando eravamo la miglior difesa e abbiamo fatto molto bene anche in Champions.

Quando c'è stato l'incontro a Londra vi aspettavate qualcosa di diverso da quello che vi ha detto la proprietà?

Quando ci siamo visti non eravamo a due punti dalla vetta ma non c'è stato niente che ci abbia sorpreso perché noi lavoriamo con un budget come tutte le società. Sapevamo benissimo quello che avremmo dovuto fare. Fino ad ora non è successo nulla, il mercato è aperto per tutti e le trattative sono per tutti e non possiamo ritenerle più destabilizzanti a Roma che dalle altre parti. Ormai tutte le squadre vendono, è un'attività ordinaria e con le cessioni dei giocatori si fanno i bilanci ma anche e soprattutto i risultati.

Questo ha cambiato il clima?

A livello di città il mese che speriamo si chiuda presto non è stato dei migliori. Il tema delle prestazioni parte da prima, dopo aver superato la qualificazione in Champione e la buona prima parte di stagione abbiamo fatto mezzi passi falsi perdendo contatto con la vetta e questo ha portato ad avere un passo indietro sulla convinzione, nell'abnegazione e l'attenzione ai dettagli che ci hanno portati ad avere questi risultati attuali.

Su Dzeko.

L'unica cosa da ascoltare è quello che ha detto Monchi, le offerte ci sono e si valutano e se ne parla, poi bisogna essere sempre d'accordo almeno in tre per fare un trasferimento, le due società e il giocatore, alle volte anche altre parti che gravitano intorno al giocatore. Quindi è difficile dire come finirà.